Articolo di Gwenaël André tratto da
tetu.com del 24 ottobre 2009, liberamente tradotto da
DinoPasso falso nella celebrazione del 20° anniversario della morte dello scrittore originario di
Metz (Francia). Alcuni riferimenti alla sua omosessualità sono stati cancellati in un’installazione commemorativa.
Un filo spinato di colore rosa disegna le parole “Che Dio mi perdoni” sul pronao della chiesa Sainte-Thérèse a Metz. L’opera, realizzata da uno studente di Belle Arti della città, riprende una citazione di
Bernard-Marie Koltès.
Si tratta di una delle numerose iniziative portate avanti quest’autunno dall’associazione di Metz Quai Est, organizzatrice del 20° anniversario della morte del celebre scrittore, nato a Metz nel 1948, e morto di AIDS nel 1989.
Problema: sotto il suo aspetto devoto questa citazione per buona parte è tagliata! Infatti la frase completa è un po’ più tosta: Koltès scriveva ad un amico: “Saresti contento qui, le Brasiliane sono intraprendentissime, che incubo, per fortuna che hanno dei fratelli, che Dio mi perdoni”.
L’ironia della supplica evidentemente non la si percepisce più sul pronao di Sainte-Thérèse del Bambino Gesù. Neanche se è scritta con il filo spinato rosa.
Una nuova installazione
Couleurs Gaies, che è un’associazione GLBT di Metz, ha di recente rivelato questa indelicatezza e ha dato l’opportunità allo studente di Belle Arti, Mathieu Cailotto, di installare un nuovo striscione che riporta integralmente la citazione presente nel suo progetto iniziale.
E di piazzare la nuova opera sulla facciata della sede dell’associazione, in rue des Tanneurs, in pieno centro della città.
Una grande croce con avvolta una sciarpa rosa e che riporta, sulla targa applicata, le parole dello scrittore.
I responsabili di Quai Est, che hanno lavorato in collaborazione con la municipalità (socialista) di Metz, si difendono dall’accusa di aver voluto compiere una qualsiasi censura.
Assicurando che la citazione che compariva nel progetto iniziale dello studente era “un po’ troppo lunga” e che in ogni caso “il consiglio diocesano ha dato la sua approvazione solamente per la citazione Che Dio mi perdoni”.
La “censura” proverrebbe dunque dalla Chiesa cattolica? Non è un fatto così certo… Mathieu Cailotto afferma che “La Chiesa non era a conoscenza del tenore del progetto quando io ho ricevuto una risposta di rifiuto della citazione nella sua integralità”
Autocensura
A Quai Est, Jean Paul Anderbourg fa notare che “Del filo spinato rosa appeso sopra il pronao di Sainte-Thérèse, è già molto!”. E’ vero che il Vescovo ha rifiutato che il suo muro di facciata serva da supporto ad un altro progetto che rientra nella celebrazione dell’anno Koltès.
Mathieu Cailotto da parte sua vede nell’episodio “una manifestazione dell’autocensura nata dalla colpevolezza suscitata dalla religione messa di fronte alla questione dell’omosessualità”.
Il giovane, che non vuole polemizzare con Quai Est, ritiene che “il colore rosa presente a Sainte-Thérèse ci rimanda all’omosessualità, e la grandissima croce di rue des Tanneurs alla religione cattolica.
Le due opere coesistono per mostrare un volto di Koltès che ci permette di comprendere molte cose nei suoi drammi e nei suoi scritti”.
Couleurs Gaies, da parte sua, assicura che “l’omosessualità di Koltès è affrontata a mezze parole nelle celebrazioni di questo anniversario, è inverosimile!”. Gli organizzatori evidentemente sono di un altro avviso.
Testo originale