Gesù come madre. La vita e il pensiero di Giuliana di Norwich
Articolo di Kittredge Cherry pubblicato sul suo blog Jesus in Love (Stati Uniti) l’8 maggio 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Giuliana di Norwich è una mistica medievale inglese che ha celebrato la “Madre Gesù”. Non si sa se la stessa Giuliana fosse queer, ma lo erano alcune delle sue idee. Giuliana è spesso elencata tra i santi LGBT per le sue visioni genderbending di Gesù e di Dio. Quest’anno la sua festa cade il giorno della festa della mamma (8 maggio 2016).
La sua concezione di Gesù come madre suona radicale anche ora, più di seicento anni dopo. La sua visione della Trinità che contiene tutti i generi si adatta al femminismo contemporaneo e alla teologia queer. La festa della mamma è, tra le altre cose, un periodo propizio per onorare le madri il cui amore per i figli gay ha aiutato a lanciare organizzazioni LGBT, tra cui: Jeanne Manford e Adele Starr, fondatrici del Parents, Families, and Friends of Lesbians and Gays (PFLAG), e Edith “Mom” Perry delle Metropolitan Community Churches (MCC).
Giuliana di Norwich (c.1342-1416) è la prima donna a scrivere un libro in inglese. Il libro “Rivelazioni dell’Amore divino” contiene una serie di sedici visioni di cui fece esperienza dall’8 al 13 maggio 1373 durante una grave malattia, quando aveva trent’anni. Il libro include il più famoso detto di Giuliana: “E tutto sarà bene e ogni sorta di cose sarà bene”, parole dette da Dio in una delle visioni di Giuliana.
Più tardi, Giuliana diventò un’anacoreta, un tipo di reclusa che viveva in una cella attaccata ad una chiesa e faceva vita contemplativa. La sua cella di romitaggio si trovava presso la chiesa di san Giuliano a Norwich. La cella aveva due finestre, una aperta verso la chiesa e l’altra aperta sulla strada. Divenne nota in tutta l’Inghilterra per i consigli spirituali che dava.
Giuliana è considerata uno dei primi cattolici che scrisse a lungo di Dio come madre. Le sue idee profonde oggi parlano con forza alle donne e alle persone queer credenti: “Come è vero che Dio è nostro Padre, così è vero che Dio è nostra Madre” scrive Giuliana.
Ecco qualche breve citazione dai numerosi scritti di Giuliana circa la “Madre Gesù”:
“Così Gesù Cristo, che pone il bene contro il male, è la nostra vera Madre. Dobbiamo il nostro essere a lui – e questa è l’essenza della maternità! – e tutte le delizie e la protezione amorosa che ne conseguono. Dio è davvero nostra Madre come è nostro Padre.” (Capitolo 59).
“Così Gesù è la nostra vera Madre secondo la natura alla nostra prima creazione, ed è la nostra vera Madre secondo la grazia, per avere assunto su di sé la nostra natura creata.” (Capitolo 59).
“Una madre può dare al suo bambino il latte da succhiare, ma la nostra madre Gesù può darci da mangiare se stesso, e lo fa più dolcemente e più teneramente con il Santissimo Sacramento, che è il cibo prezioso della vita stessa… La madre può porre il bambino al suo cuore materno, ma la nostra tenera madre Gesù può familiarmente portarci al petto benedetto con il suo dolce fianco squarciato.” (Capitolo 60).
Il sacro femminino è solo una delle molte rivelazioni che hanno reso cara Giuliana al pubblico. Usa anche oggetti della vita quotidiana per illustrare la natura di Dio, che è amore e perdono. Per esempio, in una visione, Dio mostra a Giuliana un piccolo oggetto, come una nocciola, nel palmo della sua mano. Giuliana scrive: “L’ho guardato e ho pensato: ‘Cosa può essere?’, e mi venne la risposta, ‘È tutto quello che è stato fatto’. Mi chiedevo come potesse durare, perché era così piccolo e ho pensato che potesse improvvisamente scomparire. ‘Dura e durerà per sempre, perché Dio lo ama; e nello stesso modo tutto esiste attraverso l’amore di Dio ‘”. (Capitolo 5)
Un’antica leggenda narra dell’amicizia di Giuliana con il suo gatto. Come anacoreta, probabilmente Giuliana viveva da sola. Si dice che l’unico altro essere vivente che dividesse con lei la stanza fosse un gatto, con lo scopo pratico di tenerla libera da ratti e topi.
Il pittore newyorkese Douglas Blanchard mostra la santa con la propria gatta Betty in un dipinto fatto come tributo e memoriale alla sua amata compagna felina morta nel 2013. Nel dipinto figura una delle citazione favorite di Giuliana:
“Egli ha fatto tutte le cose per amore,
con lo stesso amore le sostiene,
e le sosterrà senza fine.”
Un’altra icona di Giuliana e del suo gatto è stata dipinta da Robert Lentz, un frate francescano di New York. Conosciuto per le sue icone innovative, è stato ripreso dalla Chiesa per la aver dipinto santi LGBT e Dio come femmina.
Una più tarda “Giuliana di Norwich” è stato abbozzato su uno sfondo di lavanda da Tobias Haller, un iconografo, autore, compositore e vicario della comunità episcopaliana di Saint James nel Bronx. Haller si diletta aumentando la varietà delle icone disponibili con la creazione di icone di persone LGBT e altre figure di sante progressiste, così come di santi tradizionali. Lui e suo marito si sono uniti in matrimonio religioso più di trent’anni fa e con una cerimonia civile dopo che il matrimonio omosessuale è diventato legale a New York.
Giuliana ha vissuto a lungo. Non si conosce la data di morte, ma i documenti mostrano che era ancora viva a settantatré anni per ricevere un’eredità. Non è stata mai canonizzata formalmente, ma è considerata santa dalla devozione popolare. Le Chiese episcopaliana e luterana la festeggiano l’8 maggio.
Le famose parole di Giuliana sono state messe in musica con la canzone “All Will Be Well” di Meg Barnhouse, pastora unitariana del Texas e cantautrice.
Testo originale: Julian of Norwich: Celebrating Mother Jesus