Il beato John Henry Newman e Ambrose St. John, la sua “luce sulla terra”
Articolo di Kittredge Cherry pubblicato sul suo blog Jesus in Love (Stati Uniti) l’11 agosto 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Nel 2010 è stato beatificato John Henry Newman, sacerdote e studioso, nonché il più famoso convertito al cattolicesimo del XIX secolo: questo nonostante le speculazioni secondo le quali era gay. La sua festa cade l’11 agosto nella Chiesa anglicana e l’8 ottobre in quella cattolica.
Newman e un altro sacerdote, Ambrose St. John, vissero insieme per trentadue anni e sono sepolti nella stessa tomba. Alcuni dicono che hanno condiviso un’“amicizia romantica” o una “vita comunitaria”. Sembra probabile che entrambi avessero un orientamento omosessuale, anche se si astennero dal sesso. Newman descriveva St. John come la “mia luce sulla terra”. I due erano inseparabili.
Newman (21 febbraio 1801 – 11 agosto 1890) è considerato da molti il più grande grande pensatore cattolico di lingua inglese. Nato a Londra, venne ordinato sacerdote nella Chiesa anglicana. Divenne uno dei capi del movimento di Oxford, che tentava di far ritornare la Chiesa anglicana alla tradizione cattolica. Il 9 ottobre 1845 si convertì al cattolicesimo. A causa di ciò dovette lasciare il suo posto di professore (insegnava nella cittadina universitaria inglese) ma infine assurse al ruolo di cardinale.
Ambrose Saint John (1815 – 1875) incontrò Newman probabilmente nel 1841. Aveva circa quattordici anni in meno di Newman. Vissero insieme per trentadue anni a partire dal 1843. St. John paragonò il loro incontro a quello della coppia biblica di Rut e Noemi. Secondo le stesse parole di Newman, St. John “venne a me come Rut andò da Noemi durante i difficili anni prima di lasciare la Chiesa anglicana”.
Dopo essersi convertiti entrambi al cattolicesimo studiarono insieme a Roma, dove vennero ordinati preti durante la stessa cerimonia. Quando St. John venne confermato nella fede cattolica chiese di poter fare voto di obbedienza a Newman, ma gli fu rifiutato. Newman ricorda così quegli anni: “Fin dall’inizio mi amò di un amore di indicibile intensità. Ventotto anni fa, a Roma, faceva sempre di tutto per sollevarmi da ogni problema: era giovane e dai tratti sassoni e i romani lo chiamavano ‘il mio angelo custode’”.
Maria Giberne (un’artista dilettante amica della famiglia Newman, che lo seguì nella Chiesa cattolica) dipinse un ritratto di Newman e St. John insieme mentre stavano a Roma. Nel quadro la coppia è seduta in una delle loro stanze nel collegio della Propaganda Fide il 9 giugno 1847. Tra loro c’è Nostra Signora della Medaglia Miracolosa, che sembra benedire e proteggere i due sacerdoti così affezionati l’uno all’altro.
St. John, anche lui studioso e linguista, aiutò Newman nei suoi studi e condivise altri aspetti della sua vita quotidiana, come se fossero una coppia omosessuale sposata. John Cornwell, autore di Newman’s Unquiet Grave: The Reluctant Saint (La tomba inquieta di Newman: il santo riluttante), ha raccontato alla National Public Radio che l’aiuto di St. John a Newman includeva cose come “preparargli le valige prima che partisse, assicurarsi che prendesse le sue medicine e che andasse agli appuntamenti dal dentista, cose di questo genere. Per cui era praticamente come una moglie, senza però le implicazioni sessuali”.
Vissero insieme fino alla morte di St. John, il 24 maggio 1875, quando questi aveva solo sessant’anni. Secondo una lettera-memoriale scritta dallo stesso Newman, St. John morì di un colpo “per aver lavorato troppo traducendo Fessler, cosa che fece per la mia lettera al duca di Norfolk”. A Newman occorreva la traduzione del libro del teologo tedesco Joseph Fessler per l’inizio del Concilio Vaticano I. Nella lettera-memoriale Newman descrive i loro ultimi drammatici momenti insieme, incluso quando St. John lo abbracciò vicino al suo letto stringendogli forte la mano. Newman, ignorando che il suo amato compagno stava per morire, chiese ai presenti di sciogliergli le dita prima di salutarlo: un saluto che poi si rivelò l’ultimo. L’uomo fu distrutto dalla perdita del suo amato compagno e scrisse: “Ho sempre pensato che nessuna perdita fosse uguale a quella del proprio marito o della propria moglie, ma credo sia difficile che la pena di qualcuno possa essere più grande della mia”. Insistette in tre diverse occasioni di voler essere seppellito nella stessa tomba di St. John: “Desidero con tutto il cuore essere sepolto nella tomba di padre Ambrose St. John e questo è il mio ultimo e imprescindibile desiderio”. E più tardi aggiunse: “Confermo e insisto su questa mia volontà”.
Newman morì di polmonite l’11 agosto 1890, a ottantanove anni. Secondo il suo espresso volere, venne seppellito con St. John. Il sudario sopra la sua bara ha il suo blasone personale con il motto latino “Cor ad cor loquitur” (“Il cuore parla al cuore”), che adottò quando diventò cardinale. Sulla loro lapide c’è un altro motto latino scelto da Newman: “Ex umbris et imaginibus in veritatem” ( “Dalle ombre e dai riflessi verso la verità”). I due condividono una tomba a Rednal, una piccola cittadina dell’Inghilterra centrale.
Durante il processo di beatificazione il Vaticano tentò di soprassedere al desiderio di Newman di essere sepolto con il suo amato compagno. I funzionari della Santa Sede speravano di rimuovere le sue spoglie mortali per trasferirle in una tomba preparata appositamente a Birmingham in vista della sua beatificazione. Ci furono delle controversie quando alcuni attivisti LGBT interpretarono la decisione di “violare” la tomba come un tentativo di separare i due amici e di nascondere il lato queer di Newman. Comunque, quando la tomba venne aperta nel 2008, i resti erano talmente decomposti che non si poterono traslare.
L’eredità di Newman è molto vasta. Dal momento che è stato un ottimo studioso, molti centri cattolici dei college statunitensi portano il suo nome. Newman ci racconta la sua storia nella famosa autobiografia spirituale Apologia pro Vita Sua. È anche famoso per aver scritto il poema The Dream of Gerontius (Il sogno di Geronzio) e l’inno Lead, Kindly Light (Guidaci, luce benigna).
La sua teologia dell’amicizia e la sua enfasi sulla coscienza sono entrambe importanti per le persone LGBT e i loro sostenitori. Sebbene la Chiesa cattolica tenda a non vedere di buon occhio le amicizie speciali tra sacerdoti, suore o monaci, Newman pensava che “l’amore dei nostri amici intimi è l’unico esercizio preparatorio per poter amare tutti gli uomini”. Predicava infatti che “la migliore preparazione per amare più compiutamente e profondamente tutto il mondo è coltivare l’amicizia e l’affetto nei confronti di chi ci sta più vicino”.
Terence Weldon spiega a Queering the Church come l’insegnamento di Newman sull’importanza della coscienza abbia gettato le basi per i cristiani LGBT di oggi: “Come teologo il cardinal Newman ha giocato un ruolo importante nello sviluppo della moderna formulazione del primato della coscienza, che è di fondamentale importanza per i cattolici LGBT che rifiutano l’insegnamento attuale sulla sessualità, o per la maggior parte delle coppie eterosessuali che dissente dall’‘Humanae Vitae”.
I cattolici festeggiano Newman il 9 ottobre, anniversario della sua conversione dall’anglicanesimo al cattolicesimo avvenuta nel 1845. Naturalmente gli anglicani hanno scelto un’altra data: l’11 agosto, giorno dell’anniversario della sua morte. Essendo beato, Newman è solo ad un passo dalla santità ma è già un santo nel cuore di molti, incluse le persone LGBT che si ispirano alla sua vita e al suo modo di incarnare l’amore.
Il suo nome è invocato in una preghiera ufficiale cattolica:
O Dio, che hai dato al beato sacerdote John Henry Newman
la grazia di seguire la tua luce gentile e di trovare pace nella tua Chiesa,
concedi, te ne preghiamo, attraverso la sua intercessione e il suo esempio
che siamo tratti dalle ombre e dai riflessi
nella pienezza della tua verità.
Nota dell’autrice: ho deciso di scrivere questo pezzo, spero abbastanza esaustivo, sull’amicizia tra Newman e St. John quando ho scoperto che non era stata ancora presa in considerazione, almeno su Internet, con un approccio positivo riguardo alle tematiche LGBT che evoca. Sono stato una dei tanti blogger che, da entrambe le parti, hanno scritto sulla presunta omosessualità di Newman durante il periodo della sua beatificazione, citando però solo pochi fatti. Ho pensato quindi di dover fare un rapido aggiornamento sulla sua vita e in particolare sulla sua relazione con St. John ma, mentre proseguivo nella ricerca, mi sono sorpresa di quanto fosse avvincente la loro storia e di quanto fosse difficile trovare su Internet una panoramica sulla loro relazione. È vero che sul Web sono accessibili molti dettagli sul loro amore reciproco, però si trovano soprattutto su siti che tendono a smentire la loro omosessualità. È strano come alla fine diano credito proprio al punto che cercano di smentire. Così li ho raccolti tutti richiamandoli ad un punto di vista queer.
Testo originale: Blessed John Henry Newman and Ambrose St. John: Gay saint and his “earthly light” share romantic friendship