Il Gesù omosessuale del filosofo Jeremy Bentham
Articolo di Kittredge Cherry pubblicato sul suo blog Jesus in Love (Stati Uniti) il 6 giugno 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Sembra che le argomentazioni bibliche a favore dei diritti delle persone LGBT e di un Gesù queer siano idee nuove, ma sono stati oggetto di studi pionieristici circa duecento anni fa da parte di un influente filosofo inglese in alcuni scritti pubblicati solo recentemente. Il filosofo Jeremy Bentham (1748 – 1832) ha presentato prove bibliche dell’omosessualità di Gesù come parte di una difesa teologica dell’amore omosessuale in Not Paul, but Jesus Vol. III (Non Paolo ma Gesù, vol. III), che è stato pubblicato per la prima volta nel 2013 ed è disponibile gratuitamente per il download o da consultare online. Bentham morì il 6 giugno 1832.
Bentham non osò pubblicarlo mentre era in vita perché temeva di essere etichettato lui stesso come “sodomita”. A quel tempo in Inghilterra, la “sodomia” era punita con la morte per impiccagione. Questo campione della libertà sessuale era molto, molto in anticipo rispetto ai suoi tempi. Not Paul, but Jesus argomenta molte tesi che sono ancor oggi usate dai cristiani LGBT e dai loro sostenitori: ridimensiona le Scritture tipicamente adoperate per condannare le persone LGBT e sottolinea come Gesù non abbia mai detto nulla sull’omosessualità. Bentham continua con un’idea che ancor oggi molti considerano blasfema: suggerisce che Gesù avesse avuto relazioni sessuali omoerotiche.
Bentham scrisse il libro talmente tanto tempo fa che la parola “omosessualità” non era ancora stata inventata. Invece ha scritto un capitolo intitolato: “Gli eccentrici piaceri del letto: Gesù vi ha preso parte?”. Il suo linguaggio può suonare pittoresco ma le sue idee, oggi, colpiscono il bersaglio. Lo stesso Bentham gioca con le parole per quella che oggi chiamiamo omosessualità, creando deliberatamente un nuovo vocabolario per poter evitare le connotazioni negative connesse con la terminologia dei suoi giorni (sodomia, perversione, etc.).
Bentham è meglio conosciuto come fondatore dell’utilitarismo, una filosofia che propugna “la più grande felicità per il più grande numero di persone”. Pensatore rispettato in vita, Bentham era anche molto avanti in una vasta gamma di altri argomenti legali, politici ed economici. Ha coniato il termine “internazionale”. È stato uno dei primi propugnatori dei diritti degli animali. Ha sostenuto i diritti delle donne e si è opposto alla schiavitù e alla pena capitale. Ha corrisposto con vari leader mondiali, inclusi i presidenti statunitensi Jefferson e Madison. Molti stati dell’America centrale e meridionale hanno cercato il suo consiglio per creare le loro costituzioni e i loro codici legislativi. Nato e cresciuto a Londra in una devota famiglia anglicana, divenne un agnostico che credeva che la religione fosse uno strumento di oppressione. La sua soluzione era la separazione tra Stato e Chiesa.
Nel terzo volume di Not Paul, but Jesus Bentham corregge le false interpretazioni di ciò che più tardi sarebbero stati chiamati i “passi oscuri”. Identifica il peccato di Sodoma come uno stupro di massa e inquadra le proibizioni sessuali delle Scritture ebraiche nel loro contesto storico, sottolineando che molti degli altri tabù non sono più imposti. Respinge la condanna di Paolo dell’omosessualità e il suo ascetismo, non condiviso dallo stesso Gesù. Vede un amore romantico tra gli eroi dell’Antico Testamento Gionata e Davide e un possibile amore tra Gesù e il suo amato discepolo Giovanni, notando come la Bibbia riporti senza condannarlo il loro contatto amorevole.
Bentham prosegue analizzando il racconto del vangelo di Marco del “giovanotto dall’abito sciolto” (ora conosciuto normalmente come “il giovane nudo”) all’arresto di Gesù; un passo che continua ad alimentare le congetture della comunità LGBT. Egli spinge i lettori a considerare l’“interpretazione più probabile” per la nudità. (In un manoscritto diverso chiarisce che il giovane è probabilmente un prostituto leale a Gesù) Bentham suggerisce anche che Gesù è stato ucciso per la sua omosessualità, chiedendo ai lettori di considerare cosa ci potesse essere di “così terribile” nel rapporto con un uomo nudo da portarlo ad una crudele esecuzione.
Oggi i cristiani pro-LGBT notano spesso che Gesù non ha mai detto nulla contro l’omosessualità. Bentham, nel suo modo elaborato, adduce lo stesso argomento con frasi del tipo: “Negli atti e nei discorsi di Gesù non si è trovato stigma di riprovazione alcuno della modalità sessuale qui considerata, come invece si può vedere con notevole abbondanza nelle epistole di Paolo; in una parola, qualcuno ha deciso che il marchio di riprovazione, com’è stato pronunciato da Gesù, agli occhi [dei] non credenti in Gesù potrebbe questo corpo dell’evidenza da considerare esso stesso degno di nota”. Infatti lo scopo principale di Bentham in tutti e tre i volumi di Not Paul, but Jesus è mostrare l’errore che consiste nel seguire l’ascetico Paolo anziché il vero cristianesimo del più tollerante Gesù, che ha accettato la ricerca umana del piacere. Questo concetto viene introdotto nel primo volume di Not Paul, but Jesus, pubblicato nel 1823. Temendo reazioni ostili, Bentham usò lo pseudonimo di Gamaliel Smith. Il secondo volume, che ha come argomento la Chiesa primitiva e il terzo, che si focalizza su sessualità e moralità, rimasero inediti.
Bentham durante gli ultimi cinquant’anni di vita scrisse più di 500 pagine per spiegare le sue idee liberali sull’omosessualità. Alcuni di questi documenti potrebbero aver circolato tra i suoi seguaci, ma nessuno venne pubblicato durante la sua vita. I primi scritti di Bentham sull’omosessualità avevano carattere prettamente laico. Il suo saggio del 1785 Offences Against One’s Self: Paederasty (Le offese contro se stessi: la pederastia) è considerato il primo documento che propugna la depenalizzazione dell’omosessualità in Inghilterra. Argomenta come il rapporto consensuale tra partner dello stesso sesso non dovrebbe essere punito perché non danneggia nessuno. Il saggio non fu pubblicato fino al 1931, quando ne venne dato alle stampe un frammento; venne poi pubblicato integralmente nel 1978.
Solo ora sono venuti alla luce gli scritti di Bentham su Gesù e l’omosessualità. Il terzo volume di Not Paul, but Jesus non è stato pubblicato fino al 2013. È stato dato alle stampe dal Bentham Project dell’University College London, che considera il filosofo il suo padre spirituale. Nel gennaio 2014 è apparsa una panoramica su Not Paul, but Jesus, Volume III come capitolo del libro Of Sexual Irregularities, and Other Writings on Sexual Morality (Delle irregolarità sessuali e altri scritti sulla morale sessuale) dello stesso Bentham, pubblicato dalla Oxford University Press. Una sezione sulla “sessualità di Gesù” è stata inclusa anche nell’articolo del 2012 Jeremy Bentham: Prophet of Secularism (Jeremy Bentham: il profeta della secolarizzazione) di Philip Schofield, direttore del Bentham Project, il quale ha scritto su Not Paul certo numero di manoscritti che portano a conclusioni come questa: Bentham ha affermato che Gesù, diversamente da Paolo, secondo i racconti che appaiono nei quattro vangeli, non condanna i piaceri della tavola né quelli del letto. Al contrario, si vede l’opposizione di Gesù all’ascetismo nella condanna della legge mosaica in Matteo 9:9-17… Bentham ha sottolineato che la condanna più veemente di Paolo era diretta all’omosessualità, rispondendo che non solo Gesù non aveva mai condannato l’omosessualità ma che probabilmente ne era lui stesso coinvolto. Inoltre, c’erano molte donne nella cerchia più intima di Gesù e di nuovo Bentham non vede ragione per cui non avrebbe potuto avere dei rapporti eterosessuali.
Sebbene Bentham abbia difeso tenacemente l’attività sessuale consensuale omoerotica per mezzo secolo, la sua vita amorosa rimane un mistero. Figlio di un avvocato benestante, fu un bambino prodigio cresciuto per essere un recluso eccentrico e brillante. Viveva da solo a Londra in quel che definiva “uno stato di felicità perpetua e imperturbabile”. Si riferiva alla sua casa come al suo “eremo”. Viveva lì con una “teiera sacra” di nome Dicky, il suo bastone da passeggio preferito chiamato Dapple, un amato gatto al quale si riferiva come al Reverendo Dottor John Langborn. Dichiarava: “Amo tutto ciò che ha quattro zampe” e permise ad una colonia di topi di condividere il suo ufficio. Uno studio conclude che aveva la sindrome di Asperger, una forma di autismo ad alta funzionalità.
L’influenza del filosofo continuò a crescere dopo la sua morte e i suoi seguaci diffusero le sue idee. Molto di ciò che oggi è conosciuto come liberalismo ha le sue radici nella filosofia di Bentham. Tra i suoi seguaci troviamo l’economista John Stuart Mill e l’agitatrice femminista Frances “Fanny” Wright, che una volta ha esclamato in una poesia “Oh avere la lira di Lesbo, / la forza di Saffo dagli occhi blu / allora potrei sperare che questo sangue diventi fuoco…”. Alcuni teologi contemporanei queer come Robert Shore-Goss l’hanno apprezzato. Shore-Goss ha scritto una sezione su Bentham nel capitolo sull’“omodevozione cristiana a Gesù” nel suo libro Queering Christ: Beyond Jesus Acted Up (Il Cristo queer: oltre il Gesù birbante).
Durante i suoi 84 anni di vita Bentham scrisse manoscritti per un totale di più di cinque milioni di parole e molti sono rimasti ancora inediti e non studiati. Il Bentham Project è impegnato a reclutare volontari in tutto il mondo che li trascrivano. Sembra che da questo profeta dei diritti LGBT emergano molte parole di saggezza, lui che una volta ha sintetizzato il suo approccio alla vita dicendo: “Create tutta la felicità che siete in grado di creare: togliete tutta la miseria che siete in grado di togliere”.
Not Paul, but Jesus Vol. III di Jeremy Bentham, edito da Philip Schofield, Michael Quinn e Catherine Pease-Watkin, è disponibile ora per un download gratuito o una lettura online (in inglese) su:
http://blogs.ucl.ac.uk/bentham-project/2013/04/30/not-paul-but-jesus-vol-iii/
Testo originale: Homosexuality of Jesus explored by 18th-century philosopher Jeremy Bentham