La veglia di Reggio Emilia, un miracolo in città dopo un lungo temporale
Riflessioni di Maurizio Mistrali
Reggio Emilia. Domenica sera: un gran temporale che mi sembra simboleggi l’aria agitata di questi giorni: veglia per le vittime dell’omofobia, trans fobia e tutte le discriminazioni si..no…polemiche…
Insomma l’aria di Reggio non è quella sonnacchiosa di una città di provincia.
Sulla porta mi accoglie don Paolo, il Parroco, con un sorriso accogliente, schietto. E mi presenta un sacerdote più anziano, il Vicario zonale di Reggio centro: più formale, ma sorridente e gentilissimo.
Entro. Sono stupito: la chiesa di Regina Pacis è quasi piena, e si riempirà, vedrò gente in piedi.
Sarà un susseguirsi di sorprese.
C’è un mare di gente, scoprirò che sono parrocchiani, molti preti tra la gente…inizia il canto corale, trascinante, partecipato. Sono ancora colpito, e capisco che partecipa in massa la parrocchia, e penso con nuovo stupore che siamo in una comunità presumibilmente di famiglie eterosessuali.
Mi colpisce l’intervento di Maria Soave Buscemi che probabilmente sarà riassunto in altre testimonianze, ma come non essere ancora una volta affascinati, meravigliati dal silenzio meditativo che ha seguito. Non registro un momento lirico, romantico, emotivo, ma è come il silenzio entrasse in fondo all’anima con la consapevolezza che tutti, ma proprio tutti vivevano la stessa esperienza. Sembra che il tempo si fermi, che l’aria si coaguli intorno a tutti quanti con una densità profonda e liberante. E si è di fronte al mistero della Misericordia di Dio.
Tutto il resto è conseguente, fino al momento dello scambio della pace: festoso e consapevole. Vengo cercato da un uomo, un giovane uomo figlio di una famiglia che conosco. È fidanzato e credo presto si sposerà con la sua ragazza. Nel passato e stato un “normale”ragazzo un po’ bullo e macista, forse anche omofobo. Ha le lacrime agli occhi, non dice nulla e mi abbraccia. Mi siedo turbato: come avessi visto un miracolo. Sono commosso, vedo le pietre fatte per lapidare trasformate in pietre per edificare ponti.
Rimango seduto, mi isolo. La gente non va più a casa, si parla ci si abbraccia. Io rimango ammirato, stupito: ho visto un miracolo. Le pietre usate per lapidare trasformate in pietre di ponti che i lapidatori ed i lapidati di ieri costruiscono insieme.
SÌ! È proprio un miracolo, in una città di provincia, dopo un temporale.