Nella notte hanno cancellato dalla rete il Progetto Gionata! Di cosa hanno paura?
Nella notte dell’11 gennaio 2016, il sito del Progetto Gionata su Fede e omosessualità ha subito un attacco informatico devastante: hanno violato le sue password e, penetrati sulla sua piattaforma informatica, hanno bloccato tutti gli account di gestione e di pubblicazione cancellando tutti i 7.200 post, tra articoli e testimonianze, che sono stati raccolti dal settembre 2007 ad oggi. Il portale è nato, infatti, per “riflettere con pacatezza, su fede e omosessualità, per dare spazio alle storie e alle speranze dei credenti omosessuali, ai teologi e ai pastori che gli accolgono, a riflettere con serietà sull’ultima crociata sul cosiddetto “gender”».
Siamo allibiti di fronte alla virulenza di questo nuovo attacco. Solo pochi giorni fa abbiamo ripristinato il nostro account Facebook, bloccato da un attacco precedente (vedasi Adista del 26 dicembre 2015) Ci chiediamo il perché di questa reiterata violenza per cancellarci dal web? Chi ci attacca ha forse paura che convinciamo gli italiani a rispettare le minoranze sessuali o sollecitiamo gli omosessuali a reclamare l’amore delle chiese di cui fanno parte?
Non siamo così potenti, nonostante le oltre 15.000 pagine visualizzate mensilmente e le tante reti che coordiniamo. Forse ci vorrebbero togliere la voce per tornare al tempo in cui, amare una persona del proprio sesso era considerato “un peccato nefando”, qualcosa di indicibile, di cui non se ne potesse parlare?
Scrive il sito “Il grande Colibrì” – il progetto online su Islam e persone LGBT con cui collaboriamo da tempo -, che il pericolo che percepiscono gli omofobi è nel loro stesso cuore, “perché questo sito libera con pazienza, pezzo dopo pezzo, la religione dai veli del pregiudizio e lascia nudo chi assurdamente invoca l’odio in nome del Dio dell’amore”; perché “il vero cambiamento, quello che spaventa davvero chi difende l’immutabilità del pregiudizio, è il frutto di un lavoro più lento, più calmo, di un discorso fatto non tanto per farsi sentire, quanto per farsi capire”, per “superare i preconcetti nei confronti di chi crede in un dio e/o segue una religione”.
Il Progetto Gionata è in ricostruzione, abbiamo già recuperato quasi tutti i suoi articoli e stiamo operando per attivare nuovamente la piattaforma che li accoglie, perché noi non ci arrendiamo al silenzio e alla violenza…
Ma chiediamo a tutte le persone di buona volontà di NON fare silenzio e di far sentire la propria voce. Non lasciateci soli a parlare di accoglienza delle persone LGBT nella società e sopratutto nelle Chiese. Che siate credenti o meno, giovani o meno giovani, laici o religiosi, teologi o pastori, cattolici o evangelici, NON lasciateci soli in questo cammino. Mai come in questo momento i credenti omosessuali hanno bisogno del vostro sostegno.
Se volete portaci la vostra solidarietà usate liberamente la nostra pagina Facebook o inviatecela via mail a gionatanews@gmail.com, ma per favore non TACETE. Facciamo in modo che ognuno di noi possa “essere luce nel mondo” (Mt 5, 14)
Per aggiornamenti sul Progetto Gionata vi chiediamo di seguirci, su https://www.facebook.com/progettogionata/ . Il sito del Progetto Gionata tornerà online a breve.
I volontari e le volontarie del Progetto Gionata
Con preghiera di massima diffusione
> Gionata è un progetto di volontariato culturale volto a far “conoscere il cammino che i credenti omosessuali fanno ogni giorno nelle loro comunità e nelle varie Chiese”, in modo che queste esperienze possano aiutare la società e le Chiese ad aprirsi alla comprensione e all’accoglienza delle persone omosessuali.
Il Progetto Gionata, nato nel settembre 2007, è curato esclusivamente da volontari sparsi per tutta Italia, uomini e donne, omosessuali e non, con storie, cammini e confessioni differenti (vi sono cattolici, valdesi, battisti, etc.) e con diversi cammini di formazione (movimenti LGBT o cristiani, gruppi di credenti omosessuali, esperienze di vita consacrata). Abbiamo scelto di parlare di fede e omosessualità attraverso le testimonianze di vita, raccontando le varie esperienze pastorali in corso nelle varie Chiese ed il cammino – poco conosciuto – dei gruppi di credenti omosessuali, perché crediamo fermamente che i tempi siano maturi per avviare una discussione seria e serena su queste tematiche scomode.