A Reggio Emilia con “La teologia delle donne”, per scoprire il pensiero al femminile nella chiesa cattolica
Presentazione di Giusi D’Urso de La Tenda di Gionata
Nel mese di gennaio 2019 a Reggio Emilia, presso un’aula di Palazzo Dossetti appartenente all’Università cittadina, è iniziato il secondo ciclo di conferenze dedicato a “La teologia delle donne”. Secondo perché fra la fine del 2017 e la prima parte del 2018 si è svolto un primo ciclo che, considerato l’interesse suscitato, ha richiesto un proseguo.
Come giustamente si chiede don Paolo Cugini nella presentazione, curata da lui al ciclo dello scorso anno, perché attuare un percorso dedicato alla “teologia delle donne”? Per far conoscere un mondo sconosciuto ai più. Un mondo che esiste da alcuni decenni, che ha prodotto una notevole quantità di materiale scientifico, ma che a causa del misoginismo di un pensiero teologico, soprattutto cattolico, dominante è stato misconosciuto e marginalizzato.
Tale pensiero dominante si è formato in un contesto storico millenario che ha visto il modello patriarcale imporre le proprie regole, semplificando un sistema che al suo interno appare invece ricco di sfumature e complesso, investendo il più ampio problema terminologico, nonché teorico, riferentesi a cosa siano sesso e genere. Questione che si è voluta banalizzare inventando una presunta “ideologia del genere”.
Se Dio è Spirito è asessuato. Inoltre la stessa figura di Cristo è una figura maschile atipica, innanzitutto non sposata, in secondo luogo particolarmente sensibile all’universo femminile. Privilegiando discepole all’interno di tale universo, da cui ha tratto anche le annunciatrici della propria Resurrezione.
Ma il maschilismo della cultura e della società, come accennato predominante in ambito cattolico, ha misconosciuto il ruolo della donna relegandola ai confini della storia, con gli unici compiti di madre e di moglie, complementari e sottoposti ai dettami dell’uomo maschio, in un ordine rigidamente binario. Ma amare significa permettere all’altro di essere in pieno ciò che desidera, e richiede quindi libertà e reciprocità, non complementarità. Un riconoscimento che dà legittimità ad ogni relazione, non esclusivamente etero, che abbia lo stesso amare a suo fondamento.
La diversità è bellezza, e il genio femminile è in grado di apportare ricchezza di visione e uno sguardo nuovo all’interno di una Chiesa cattolica che non è una costruzione già definita, ma un cantiere in perenne costruzione. Come dice in una relazione dello scorso anno la teologa Antonietta Potente: “E’ la Chiesa che deve diventare umanità, e non il contrario”.
Di qui l’importanza di valorizzare un pensiero al femminile già presente, e quindi ogni iniziativa come quella di Reggio Emilia che metta in risalto tale pensiero.
INFO> 18 gennaio/30 maggio 2019 a Reggio Emilia gli incontri de “La teologia delle donne”