3volteGenitori. Il segno di una Chiesa che pian piano si fa più inclusiva
Testimonianza Lorenza, una figlia cristiana LGBT sull’incontro 3volteGenitori per genitori cristiani con figli LGBT, operatori pastori e cristiani LGBT (Firenze, 28 aprile 2018)
Nella giornata di sabato 28 aprile 2018 si è svolto a Firenze presso i locali della Parrocchia di via Faentina il secondo incontro 3volte genitori tra i genitori con figli Lgbt , i pastori e figli/e. È stato un incontro molto importante, interessante, a volte toccante dal punto di vista emotivo per determinate esperienze che sono state raccontate dai vari genitori presenti e da alcuni figli.
L’incontro si basava su tre momenti passato,presente e poi futuro. Nella mattinata dopo un momento di preghiera e canti ci siamo suddivisi in gruppi di circa 10 persone. Io ho fatto parte del primo gruppo che era coordinato dalla psicologa Arianna Petilli.
Dopo un giro di presentazioni generale Arianna ha introdotto la prima parte del tema cioè le esperienze del passato che ci avevano portato a partecipare a questo incontro, e qui sono emerse diverse preoccupazioni, paure, a volte anche rifiuto nel sentire il coming out di un figlio, in quanto sembra che il mondo crolli addosso. Arianna con la sua estrema bravura e competenza è riuscita a chiarire molte cose, a spiegare che le paure, i sensi di colpa iniziali sono normali, ognuno di noi deve avere un percorso come genitore e come figlio/a e deve rispettare i suoi tempi, ma l’amore non è mai messo in discussione. Io , come figlia,ho voluto partecipare a questo incontro per capire ancora meglio quali siano i problemi dei genitori, per vedere i loro cuori, le loro anime preoccupate anche dai messaggi che la Chiesa in certi casi manda in quanto ci considera non amati dal Signore.
Nel pomeriggio invece si è parlato del presente. Ci siamo ritrovati tutti insieme e Don Pino Piva ha letto due passi dell’Amoris Laetitia in cui da una parte si vede l’apertura della Chiesa verso le persone omosessuali, l’accoglienza e l’inclusione, invece nell’altro abbiamo come un passo indietro per non scontentare l’opinione dei Vescovi e quindi per ribadire la dottrina della Chiesa. Quindi si è dedotto che dal punto di vista umano esiste un’accoglienza da parte della Chiesa, ma poi quella che è la dottrina, la teologia non viene mutata e rimane ferma ed immobile sulle sue basi.
In merito a questo hanno parlato sia pastori che genitori descrivendo la realtà della loro Chiesa e comunità nelle varie città d’Italia quindi Torino, Milano, Pavia, Lecco,Reggio Emilia, Parma, Lucca, Roma, Civitavecchia, San Severo.
Quello che è emerso in tutte queste città è che qualcosa si sta muovendo per la pastorale dei genitori con figli e figlie LGBTQ sono stati fatti passi avanti in quanto si coinvolgono le parrocchie delle città, i parrocchiani, si organizzano letture bibliche, incontri con pastori e genitori e si cerca di coinvolgere le persone,di fare conoscere, di aprire il cuore e la mente a ciò che può spaventare.
Nell’ultima parte della giornata invece si è affrontato il tema del futuro che cosa noi come genitori, figli, pastori possiamo fare in modo che la Chiesa sia sempre più inclusiva ed accogliente. Le conclusioni che si sono tratte sono di cercare di avere più conoscenza ed informazioni sull’argomento tramite libri, incontri e poi la formazione dei pastori in modo che siano i primi ad accettare le persone LGBTQ nella Chiesa e a farli sentire amati e non più come degli emarginati o esclusi o che non facciano parte del progetto di Dio.
Questo incontro mi ha arricchito davvero per gli spunti interessanti che se ne sono tratti, ma anche perché per la prima volta erano presenti anche parecchi pastori da diocesi di alcune regioni d’Italia. Questo è un segno per me molto importante di un messaggio che ci vuole dare di speranza, di un futuro in cui si spera che la Chiesa a piccoli passi diventi più inclusiva e che non faccia più distinzioni tra i suoi figli e figlie, ma che come ci ha insegnato Cristo siamo tutti uguali e tutti amati per quello che siamo, senza doverci mutare, perché quello che portiamo dentro di noi sia un dono di arricchimento per gli altri.
Volevo ringraziare tutti i genitori ed i pastori presenti e spero che eventi del genere si possano ripetere più spesso in quanto portano speranza e gioia nel cuore.