La mia vita di padre e gay
Testimonianza di Andrea tratta dal ciclostilato Acqua di Fonte, n.49 del dicembre 2008
“Carissimi figli miei, voi avete cambiato la mia vita. Senza di voi, ne sono certo, sarei diventato un uomo rancoroso, intossicato da un’accidia angosciata, scontento di me stesso e senza meta.
Senza di voi non avrei conosciuto la dolcezza di insegnarvi a camminare e a parlare. Senza di voi mi sarei aggirato in un tempo privo di futuro, un tempo breve e inconcludente. Senza di voi non avrei cercato con ostinazione la felicità e senza di voi non avrei mai corso il rischio di trovarla. Siete la mia bussola, la mia ragione in un mondo che mi appariva spesso ingeneroso ed invalicabile”. Desidero iniziare questa mia con quanto scritto da Daniele Scalise nel suo libro “Lettera di un padre omosessuale alla figlia” (Rizzoli Editore).
In queste prime righe è riassunta in modo stupendo la mia vita di uomo, padre e gay in un mondo in cui queste condizioni dell’essere intrecciate fra loro difficilmente vengono accettate ed accolte con serenità. Aggiungiamoci la consapevolezza e la responsabilità di essere figlio di Dio e tutto, se possibile, si complica ancora di più, con il rischio di fare “tilt!” come quei vecchi flipper dove tutto si blocca, mille luci si accendono e spengono disordinatamente, nell’impossibilità di uscire da un immobilismo frustrante.
Ecco, così “si è fermata” la mia vita circa cinque anni orsono, quando un susseguirsi di eventi assolutamente “oltre” ogni mia capacità di comprensione hanno sconvolto la mia esistenza. Ero in tilt per la separazione chiesta da mia moglie, ero in tilt per essermi scoperto attratto dagli uomini, ero in tilt perché tutto questo faceva a pugni, stendendomi al tappeto, con la mia fede cattolica.
Ero in tilt: immobile, incapace di muovere anche il più piccolo muscolo per spegnere il flipper impazzito e raccenderlo subito dopo, facendo così ripartire la partita della mia vita.
Due piccole vite, il dono più grande ricevuto da Dio, lo hanno fatto per me: i miei due figli! Sono stati loro a spegnere quel flipper e a riaccenderlo subito dopo; sono loro, ogni giorno, a donarmi speranza, gioia, desiderio di andare avanti con la mia vita di uomo, di padre, di gay e di figlio di Dio!
Certo i problemi non mancano: aggiungiamo alle difficoltà “dell’educare” in un contesto di famiglia tradizionale” tutte quelle derivanti da una situazione di separazione dove i bambini rischiano di essere intrappolati e contesi dai due genitori in una gara fra adulti colmi di rancore reciproco. Tutto questo non basta: sono anche omosessuale!
Ma se questa mia condizione agli occhi della maggior parte degli uomini e delle donne di questo mondo è considerata tale da chiudere definitivamente ogni speranza di una vita serena, operosa e colma d’amore, per me non è stato così!
Anzi, il mio scoprirmi gay, l’accettarmi tale in una progressiva (e non priva di dubbi, ca-dute ed estremi disagi) presa di coscienza interiore, tutto questo ha dilatato in uno slancio d’amore la mie capacità di essere uomo, di essere padre e di essere, paradossalmente, credente e praticante.
A questo proposito, l’immenso amore di Dio misericordioso, mi spinse, quasi tre anni orsono, a ricercare in internet qualcosa che riguardasse la mia fede e la mia omosessualità. Ho scoperto “La Fonte” dove ragazzi, diventati oggi carissimi amici, continuano ad aiutarmi e sostenermi; dove giovani colmi di fede testimoniano con la loro vita una coerenza di fede, d’amore e di carità proprio perché omosessuali.
Tutte queste “buone relazioni”, non ultima una bellissima storia d’amicizia, di intimo affetto, di reciproca stima e sostegno con il mio compagno, migliorano ogni giorno il mio essere genitore: riesco a guardare i miei figli come “dono” concessomi da Dio, e proprio per questo nasce e cresce dentro di me il desiderio di amarli gratuitamente nella consapevolezza che non sono “mia proprietà”.
In conclusione, la mia vita oggi, pur essendo ancora costellata da tante difficoltà, verità non dette, silenzi imposti dalla mia situazione a protezione dei piccoli e degli innocenti, sente forte il bisogno di benedire e lodare Dio per la dignità di figlio alla quale mi chiama ogni giorno e per il dono grande e unico di essere padre di un bravo ragazzo ormai dodicenne e di una splendida bambina di nove anni.
La mia lode si innalza anche per la mia omosessualità capace di farmi scoprire quanto grande e infinito può essere il desiderio di amare ed essere amato sotto lo sguardo amorevole di Cristo risorto.