Testimonianza di Viviana de La Fonte di Milano tratta da Acqua di fonte n.48 del Ottobre 2008
E’ sempre difficile parlare di una esperienza che ti coinvolge in prima persona, soprattutto quando questa avventura è iniziata da poco. E’ ancor più difficile riguardare dentro il proprio cuore per vedere i motivi che ti hanno spinto a cercare nuove relazioni, perché la spinta è stato un forte dolore.
Pensavo di aver una vita felice nonostante la diversità sessuale che alcuni anni fa avevo coscientizzato. Una vita con un per sempre legata a un’altra donna con la quale condividevo i miei affetti, non la sfera sessuale per nostra scelta, e confusamente, tra le righe, un progetto.
Dichiaratamente per l’esterno solo amiche. Invisibili fuori, profondamente unite dentro. Serenamente felice di vedere il mondo anche con gli occhi di una persona talmente diversa da me da farmi cogliere le sfumature che il mio bianco o nero non riusciva a distinguere.
Felice di poter accudire ed essere accolta da un’altra. Felice. Fino al giorno in cui mi disse “faccio il corso di fidanzamento ma non significa nulla e non cambia nulla tra di noi”… non cambiava nulla per lei. Mi sono sentita tradita.
Impotente. Inizialmente zerbino. E poi il cambiamento. Non avevo più nulla da perdere e avevo bisogno di qualcuno che mi ascoltasse, dei veri amici e così ho confidato tutta me stessa ad alcuni di loro. E’ insieme a loro che è nato il cambiamento, la riscoperta di una dimensione che avevo congelato perché mi sentivo a disagio, ipocrita, poco credibile come cristiana e molto moralista.
Un cambiamento fisico e interno, come persona. La riscoperta della mia femminilità, della mia sessualità e della mia fede. Della mia fede perché dentro questo dolore, dentro questa fatica c’è un misterioso disegno che imputo a Dio.
In questo cammino sono venuta a scoprire l’esistenza del gruppo La Fonte. E il desiderio di incontrare delle persone che come me volevano percorrere una strada all’interno della chiesa senza rinunciare alla propria identità sessuale mi ha rianimata e caparbiamente vi ho cercato.
Forse con il desiderio di trovare tutte le risposte che la mia mente cercava. Certo con un iniziale imbarazzo: l’unica femmina (in quell’incontro) insieme a tanti ragazzi, ma poi la scoperta di una bellezza che ha il sapore della sofferenza trasfigurata mi ha convinta a rimanere.
Come quando tiro con l’arco. Concentrarmi sul centro senza aver necessariamente bisogno di colpirlo mi aiuta ad essere, per quel breve tempo, serena. Parlare della mia condizione senza dover ulteriormente dare spiegazioni (concentrarmi sul bersaglio) e con la libertà di chi non deve dimostrare nulla (cioè non fare centro) è un’esperienza rilassante, un importante cammino, una forma educativa alla relazione necessaria, per di più dentro un contesto protetto.
Poi il confronto ti aiuta ad andare avanti, a crescere, a rivedere le tue posizione, ad accorgerti di non essere sola. Di certo non ho trovato tutte le risposte ma è ora secondario. Don Pezzini in un primo incontro mi disse: “quando tramonta il sole arriva il buio ma è possibile vedere le stelle”.
Ecco cosa sta succedendo nella mia vita. Non sono più un girasole che cerca la luce ad un’unica stella, per quanto grande che sia. Mi sento molto un piccolo fiore che profuma di notte perché ispirata dalla poesia di tante stelle, permettetemi il gioco di parole, una “belladonna”, il fiore ovviamente. E già devo ringraziarvi per l’accoglienza, per la delicata e bella insistenza a restare dentro al gruppo, per l’aiuto che mi avete dato nel pieno della crisi, per il respiro profondo che sto facendo, per la preghiera che mi sostiene e per le amicizie nate con piena generosità.
Dimenticavo, io sono Viviana. Il mio nome significa madre dei viventi, cioè Eva, l’inizio. Forse una profezia (lo dico per Marco, che mi ha subito confessato di sperare che la presenza femminile alla Fonte cresca). Di certo un desiderio “mutans Evae nomen”. Come indicavano i padri della chiesa, se Gesù è il nuovo Adamo, Maria è la nuova Eva, la madre dei viventi per eccellenza.
Questo vorrei vivere per il mio futuro: trasfigurare la mia persona. E nel mio futuro la mia strada si incrocia e viaggia con e per voi.