Padre perdona la chiesa cattolica che non sa parlare di te
Riflessioni di Massimo
Quanta teatralità all’interno della Chiesa. Uno spettacolo che purtroppo oggi non fa più odiens, che non attira più gente. Un copione visto e rivisto. Un biglietto troppo alto per uno show ormai scadente e fuori moda. Nozioni, dogmi, esortazioni…
Ma quanto resta del Vangelo? Quanto del messaggio originario, salvifico? E la croce? Indossata come gioiello, status, ornamento. Che senso ha più? Ha perso la sua forza, il suo peso. L’abbiamo alleggerita dai suoi chiodi, l’abbiamo indorata, resa preziosa, adornata. Non è più il patibolo della vita.
Abbiamo fatto e stiamo facendo come lo struzzo. Nascondiamo la testa sotto cumuli di fogli, pagine, libri, scomuniche revocate. Ma il problema resta. È sempre lì, sotto i nostri piedi. Pronto a farci cadere ed inciampare. Inutile aggirare l’ostacolo con espedienti filosofici, teologici. Il tempo è arrivato. Il grano è maturo. La gente ha finalmente imparato a ragionare con la propria testa.
Perché non mietere? Perché aspettare e non cogliere quelle spighe dorate. All’orizzonte il cielo minaccia tempesta. Inutile temporeggiare ancora. Sedersi a rimembrare i bei tempi che furono. Quando le stagioni rispettavano il loro ciclo naturale, originario. Ora tutto è cambiato. Anche il tempo. È un marzo costante. Imprevedibile.
Non si tratta di dover essere progressisti o conservatori. I segnali che ci arrivano sono forti e sempre più chiari. Si tratta si saper interpretare “bene” i segni dei tempi alla evangelica maniera.
Inutile chiudersi in affascinanti palazzi o roccaforti. Lanciare input…che spesso e sovente si distaccano dalle “divine origini” e dalla seria testimonianza di vita.
Affacciarsi alla finestra e dire cose astratte… che difficilmente riescono ad integrarsi con la realtà attuale. Inutile adagiarsi e cullarsi su una tradizione che forse ha perso la sua consistenza perché obsoleta e difficilmente compresa dalle nuove generazioni.
Purtroppo siamo figli di questo tempo, di questa mentalità. Non abbiamo scelto noi di vivere nell’oggi attuale. E come non ho scelto di nascere, sono anche libero di scegliere di non viverla questa vita…ma questo è un altro discorso….
È tempo di alzarsi. Di scrollarsi di dosso la polvere. Abbiamo deposto i flabelli, le sedie gestatorie è vero, ma credo sia arrivato il momento di aprirci alle nuove idee, alle nuove tendenze.
Abbiamo avuto la fortuna di ricevere “vasi nuovi” con il Concilio. Perché continuiamo a metterci dentro vino vecchio? Non era finito quel vino a Cana di Galilea? Continuiamo a bere acqua mescolata alla feccia sottostante credendo di mandar giù qualcosa di nuovo… ma non ci accorgiamo che è più leggero, ha un brutto gusto e cosa ancora più grave, non inebria più? Perché sulle crepe naturali di umana manifattura vogliamo a forza metterci toppe di panno antico? Vino nuovo in otri nuovi. Toppe nuove su veste nuove.
Ci gettiamo fumo negli occhi cercando scappatoie nuove…volendoci fingere a passo coi tempi. Ci gettiamo in rete, siamo telematici, apriamo siti, blog. Ogni giorno conferenze, sinodi, dibattiti, lectio, incontri, lettere, catechesi….e chi più ne ha più ne metta, che non fanno altro che allontanarci dal necessario.
Giriamo costantemente intorno allo stesso problema, senza riuscire a trovare una soluzione. Ma ci siamo mai chiesti cosa ha generato questo problema, questo dilemma che continuamente si ripresenta? E la scarsa testimonianza. È la paura di sporcarci le mani. La chiesa di oggi è paragonabile al mito di Procuste. E basta! Usciamo da questi schemi. Rompiamo questi paletti.
“Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo”. Non chi non accetta voti ed encicliche. “Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa ciò che fa il suo padrone. Vi chiamo amici”. E noi, in risposta a questa frase, abbiamo eliminato dal Codice la parola “suddito”. Ma la sostanza di per se resta.
È proprio vero: “Ma il Figlio dell’uomo, quando tornerà sulla terra, troverà ancora fede?” Mi piace per un istante, eliminare quel punto interrogativo e metterci al suo posto un punto esclamativo… “Ma il Figlio dell’uomo, quando tornerà sulla terra, troverà ancora fede!”
Si Signore, la troverai. La troverai non affacciata alla finestra, non dietro scrivanie, non tra pagine e pagine di prontuari e manuali o trattati….
La troverai tra le lacrime di un anziana che vive con una pensione sociale e non con uno stipendio quattro volte superiore caduto dal cielo, versato da uno Stato all’altro per pure “concordanze” di quieto vivere. Ma non vi era pure scritto…”il mio regno non è regno di questo mondo?”… Seppur di due chilometri quadrati sempre regno è!
La troverai in chi la sua croce la porta sulle spalle, e non attaccata a lacci d’oro e penzolante sul petto. La troverai in chi l’anello deve pignorarlo, venderlo, e non mostrarlo come segno di potere.
La troverai in quella persona a cui viene detto: “Eh, i soldi non sono tutto nella vita, ciò che conta sono i valori….l’onestà, l’amore, l’amicizia…vedi anche nella Bibbia è scritto: “Chi trova un amico trova un tesoro!”. È vero. Ma chi trova un tesoro poi spesso se ne frega dell’amico.
Ma ciò che più va di moda oggi, per smorzare sul nascere ogni polemica contro il potere è la classica frase: “Il potere logora chi non ce la”. Certo… detta da chi non deve preoccuparsi di essere in cassa integrazione o col fiato del licenziamento sul collo, a chi con un occhio non apre il frigorifero quasi vuoto e con l’altro guarda ai figli seduti a tavola a studiare e che si apprestano alla cena, chi non deve aprire bollette e fatture e poi calcolatrice alla mano gira e rigira tra le mani quei pochi soldi con la speranza di un miracolo improvviso a mò di moltiplicazione dei pani.
È facile da dirsi a chi non deve guardare ogni giorno il telegiornale con la speranza che oggi il petrolio cali così da poter fare il pieno all’auto.
È facile pronunciare belle frasi, salvifiche direi, da chi apre l’armadio e ha solo l’imbarazzo della scelta… per poi dover faticare a tal punto, da essere stremati al massimo, per aver fatto quattro gradini di un ambone da cui gettare solo sentenze.
A me sembra che l’unico ambone citato nella scrittura (chiedendo scusa a qualche biblista che sicuramente ora storcerà un po’ il naso) sia quello da cui un Padre aspetta mirando l’orizzonte l’attesa del suo figlio.
E lo fa con occhi di attesa, di amore, non come un cecchino pronto a fulminare o a sparare chi è diverso da quella casa solo perché non ha rispettato i “precetti” paterni o paternalistici.
L’oratoria è una bella arte. La concretezza e stile di vita altro. Il Vangelo è amore e martirio. Ecco la sintesi di tutto. Incitiamo la politica ad essere onesta e in difesa degli uomini, a rispettare i diritti della gente. (Contro il divorzio, contro l’eutanasia, contro le unioni di persone dello stesso sesso…. E poi? Siamo i primi ad annullare matrimoni… non è un caso se oggi il ricorso alla nullità canonica sia moltiplicato, vista la facilità con cui viene concesso…e costa pure di più!).
Iprimi ad essere razzisti vietando a chi dichiarato apertamente, senza vergogna, perché ha capito che ESSERE SE STESSO non è motivo di vergogna e che amare (purché sia amore vero!) non è mai peccato, di accedere ai sacramenti. Ma non era scritto: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Ed ancora: “ Amatevi gli uni gli altri, come io ha amato voi”. Ed ancora: “ Guai a chi è motivo di scandalo”. Ma forse per qualcuno restano pagine di cronache che hanno fatto il loro corso.
Bene. Cosa buona e giusta. Ma perché poi noi non lo facciamo. Armiamoci…e andate! Ci schieriamo solo quando ci fa comodo oppure pretendiamo che i nostri “dovuti diritti”, quelli MAI devono essere toccati. Ma dovuti da chi? “Non portate con voi ne bisaccia, ne sandali, ne tunica…non preoccupatevi di quello che mangerete”. Vale ancora?
Ma leggiamo lo stesso Vangelo? Oppure tra le sacre mura gira un testo di cui a noi non è dato di sapere? A noi è chiesta sofferenza, croce, martirio….dicono che è scritto…e in effetti nelle copie che girano nelle nostre mani è così. Ma poi per loro? Che forse abbiano scoperto un testo che a noi non è dato di leggere, di consultare? Forse nascosto, dato e ispirato per pochi, nascosti tra affrescate logge?
A noi poveri mortali è chiesta umiltà, sacrificio, penitenza…e dicono che solo così possiamo salvarci e guadagnare il regno di Dio. Noi che non possiamo permetterci viaggi intercontinentali…e neanche spesso nazionali.
A noi a cui viene chiesto di essere in frontiera, di applicare tutto ciò che loro scrivono… ma che spesso neanche leggono. A noi, miseri, a cui viene imposto di non amare chi vogliamo, ne di rispettare quel desiderio di una carne ancora troppo debole.
Beati loro che hanno raggiunto la pace dei sensi. Tecnica tibetana, yoga, virtù evangelica…o falsa sapienza, esagerato moralismo, lucente saccenteria? Ma! Ai posteri l’ardua sentenza!
Non sono critiche, ma constatazioni. Raccolte di sfoghi quotidiani di chi cerca di vivere in ciò che crede, ma a cui non va a genio che nonostante tutto debba poi essere criticato o visto con occhio cattivo solo perché non mette gemelli ai polsi oppure dice a tutti di amarsi liberamente.
Quotidianamente il monito che ci viene rivolto è lo sempre lo stesso: “Convertitevi e credete al Vangelo”. Ma quale vangelo? Quello trasmesso dagli apostoli duemila e passa anni fa o quello nascosto e celato (non a caso!) sotto cumuli di magistero?
Quello vagante su auto nere o bianche, quello di incensi profumati, di abiti corali e merletti, lingue morte o vive, folle oceaniche….in continua diminuzione.
Basta, vi prego. Torniamo a quei tempi in cui bastava uscire per strada per predicare…con la propria vita. In cui bastava vedere un sacerdote che passeggiava per strada per rimandare il pensiero a Dio.
Impariamo a creare il tempo nuovo. Quello in cui i nostri confessionali non siano tribunali. Quello in cui i giovani non bisogna andare a pescarli. Quello in cui le parole coincidono coi fatti. Quello in cui non debbo preoccuparmi se lo stato mi toglie o no l’otto per mille. Quello in cui la gerarchia sia davvero per il servizio e non per la persecuzione.
Basta colori che ci differenziano. Siamo stanchi. La gente è stanca. Volete capirlo o no? Quando deciderete di far sparire anche voi le squame che ancora avvolgono i vostri occhi.
Abbiate il coraggio di scelte forti e coraggiose. La realtà è cambiata, il mondo è cambiato, la gente è cambiata. Le esigenze sono cambiate.
E noi? Abbiamo rimesso la messa i latino. Abbiamo tolto la scomunica…ehhh che parolone. Certo nel 2009 sentire parlare ancora di scomunica…. Ma siamo certi che questi venerati presuli siano al cento per cento d’accordo con il magistero? Che accettino il Vaticano II?
Ma noi siamo quelli a cui piace andare contro tendenza, non seguire le regole…tanto a noi che ci frega se si apre una porta e si chiude un portone? (Mi sa che forse ora i “perfidi” siamo più noi….)
Per loro non vale essere preconciliari, conservatori, bigotti, legati all’antico? Solo per chi qualche volta ha osato indossare ancora la talare o la beretta vale questo?
Mi sa che forse è meglio essere legati alla nostra Sacra Scrittura e tenerci le frasi con tutte le loro interrogazioni. Bhè Signore mio, tu il tentativo l’hai fatto…hai trasmesso la fede ai tuoi apostoli con la speranza che loro a sua volta la trasmettessero a noi… Ma la fede si sa, è attraverso le opere, fatti e gesti concreti, che sanno di quotidianità. Attraverso la testimonianza di vita.
“Siate miei testimoni, miei imitatori”…ma io caro Gesù, non riesco proprio a vederti vestito di bianco, di rosso o di paonazzo… Non riesco proprio ad immaginarti che lanci sentenze e anatemi contro i tuoi figli che esercitano il loro amore.
Con tutta la buona volontà e volendo mettere a frutto ciò che ho promesso, non riesco a seguirti quando ti vedo carico di oro e di ricchezza, di sfarzo e lusso. Perdonami!
Sarà che forse io ti osservo ancora in croce, nudo, spoglio, e con le mani e i piedi sanguinanti. Sarà che forse io riesco a vederti in un bimbo sfruttato, in una casa di cura, in un centro d’ascolto. Sarà che forse mi vergogno ancora se in tv parlano di noi, che per nascondere scandali o abusi si usano ancora espedienti e spostamenti.
Infine ti chiedo perdono, se per un istante ho dubitato che forse ti eri confuso con i punti grammaticali. Hai ragione quando dici: “Troverò ancora la fede sulla terra?”
Ma credimi, non è colpa nostra se chi ha avuto il comando di tramandarcela non sempre lo fa con mestiere e dedizione. E ci piace dare poi la colpa alla Spirito Santo…dicendo: “d’altronde è lui che sceglie!”
Ora capisco perché quel punto esclamativo posto nelle mie pagine è così grande…all’inizio credevo in un errore di stampa, un abbaglio del tipografo….ma ora mi rendo conto che forse è un atto voluto…. “Padre perdonali, perché non sanno quello che fanno!”.
“Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me.
Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.
Non annullo dunque la grazia di Dio; infatti se la giustificazione viene dalla legge, Cristo è morto invano” (Gal. 2,20-21)