Il dibattito sull’omosessualità nel Sinodo e il ministero per le persone LGBT della diocesi cattolica di Los Angeles
Articolo di Jeff Gottlieb pubblicato sul sito del Los Angeles Times il 9 novembre 2014, liberamente tradotto da Laura C.
Tim Swift ha frequentato scuole cattoliche, una università dei Gesuiti, e ha mandato i suoi figli alle scuole parrocchiali. Oggi avvocato a Santa Ana, Swift considera un atto progressista da parte della chiesa (cattolica) la bozza di documento redatto (durante il Sinodo straordinario sulla famiglia) dai cardinali e dai vescovi riuniti a Roma nel l’ottobre 2014, che contiene un atteggiamento più comprensivo ed accogliente nei confronti delle persone omosessuali.
Poi c’è stato un contraccolpo conservatore a Roma, e il sinodo è tornato indietro, cancellando (in quel documento) le parole che avrebbe costituito un importante cambiamento di direzione nell’atteggiamento della chiesa riguardo all’omosessualità.
“So che hanno deciso di retrocedere rispetto alla prima bozza, ma penso che comunque ci si stia muovendo verso il cambiamento”, dice. “Il messaggio è che dobbiamo cambiare il nostro modo di vedere la questione e che si stanno gettando le basi per un cambiamento fondamentale”.
Il dibattito che agita la Chiesa Cattolica di tutto il mondo è a un punto ampiamente controverso nell’Arcidiocesi di Los Angeles, che comprende anche le contee di Ventura e Santa Barbara.
L’arcidiocesi locale ha cominciato il proprio ministero per persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali nel 1986, il primo di questo tipo nel paese. L’esempio è stato poi seguito dalle diocesi di Chicago, Atlanta e in altri luoghi.
Ma per i cattolici locali, il dibattito in Vaticano è di grande rilevanza. “Il genio LGBT è uscito dalla lampada” ha detto Frank Mc Kown, co-presidente del Ministero per le persone gay e lesbiche dell’Arcidiocesi di Los Angeles.
Mc Kown ha affermato che i cambiamenti nell’atteggiamento dei cattolici – sia a Los Angeles che a livello nazionale – è andato di pari passo con i cambiamenti avvenuti nella società.
Il suo ministero aiuta le chiese dell’arcidiocesi più grande della nazione, a istituire dei gruppi per cattolici LBGT e per i loro genitori. Mc Kown cerca inoltre di insegnare a tutti loro che essere gay o lesbica “non è una scelta ma un orientamento e che siamo tutti figli di Dio”. “C’è più accoglienza nei confronti delle persone LGBT”, dice ancora McKown, “dal momento in cui aumenta il numero di chi fa il coming out con i vicini, gli amici e le famiglie”.
Ma mentre i cattolici negli Stati Uniti e in Europa occidentale sono diventati sempre più tolleranti verso gli omosessuali, le chiese ufficiali dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina restano loro ostili, fino a sostenere talvolta leggi anti-gay.
McKown ha detto che riscontra ancora dei sentimenti omofobi nella propria diocesi. “Ce ne sono sempre, in continuazione”, ha raccontato, “anche tra il clero ai livelli più alti”.
Nella parrocchia di Nostra Signora degli Angeli, nel centro di Los Angeles, molti parrocchiani hanno espresso il loro sostegno per far sentire i gay più accolti nella chiesa. “Abbiamo fatto un passo avanti e due indietro”, dice Rose Hernandez. “E questo non va bene”.
Bridget Alario, che stava andando a Messa all’American Martyrs Church di Manhattan Beach, ha detto che non ha trovato niente di fastidioso nella prima bozza (del documento del sinodo). “La chiesa è delusa per le pecorelle smarrite e le rivuole indietro,” afferma, “stiamo perdendo il nostro popolo a causa delle guerre culturali e la chiesa deve trovare, delicatamente, un modo per comunicare che il suo messaggio di moralità è un messaggio d’amore, non di odio, non regole, regole, regole. E al sinodo” ha aggiunto “questo è quello che hanno cercato di evitare”.
Donna MacEachern ha raccontato che i parrocchiani dell’American Martyrs cantano un inno che dice “Tutti sono benvenuti in questo posto”. “Penso che qui siamo accoglienti”.
La bozza del Sinodo sembrava segnalare una porta aperta nei confronti degli omosessuali, dichiarando che questi ultimi “hanno dei doni e delle qualità per la comunità cristiana” e chiedendosi se “siamo capaci di accogliere queste persone, garantendo loro uno spazio fraterno nelle nostre comunità?”
Questo linguaggio è stato poi eliminato dal documento finale in quanto non è riuscito ad ottenere il supporto dei due terzi del Sinodo. Dei 180 membri, 118 hanno votato a favore. Inoltre il sinodo non è riuscito a far passare le proposte per far terminare il divieto della comunione per i divorziati risposati.
Il linguaggio originale (del documento) ha subito la reazione dei leader cattolici conservatori, che lo hanno visto come incoerente nei confronti degli insegnamenti della chiesa. Uno degli oppositori più diretti è stato il cardinale americano Raymond Burke che ha detto ai giornalisti che “i cambiamenti non possono essere accettati”, perché “c’è confusione riguardo alla questione delle unioni di fatto e delle persone attratte dallo stesso sesso che convivono, manca inoltre una spiegazione adeguata del rapporto tra la chiesa e la persona”.
Tuttavia, Francis De Bernardo, direttore esecutivo del New Ways Ministry, un gruppo (cattolico LGBT) con base in Maryland ma diffuso in tutto il paese che ha cominciato a fare campagna per l’accoglienza degli omosessuali nel 1977, non considera quello che è successo a Roma come una battuta di arresto definitiva per i gay.
“Sarebbe stato magnifico se avessero mantenuto il linguaggio positivo… ma penso davvero che non sia l’ultima parola sulla questione”, afferma, “al contrario, è solo la prima parola”.
McKown afferma che la bozza non conteneva una modifica della dottrina della chiesa. “Quello che è rivoluzionario”, ha detto, “è il tono usato: è scomparsa la descrizione dell’omosessualità come – intrinsecamete disordinata -”.
Chris Ponnet, un sacerdote che ha il ruolo di direttore spirituale nel ministero per le persone LGBT dell’arcidiocesi di Los Angeles, ha detto che le bozze erano simili alle affermazioni della Conferenza Episcopale cattolica degli Stati Uniti del 1997, secondo le quali “le persone gay e lesbiche hanno diritto di far parte della chiesa e di essere ascoltati dalla chiesa stessa”.
Sia McKown che Ponnet sostengono che la dottrina cattolica accetta ed accoglie le persone omosessuali, ma non la sessualità omosessuale.
La chiesa proibisce infatti il sesso al di fuori del matrimonio, quindi sarebbe necessario un netto cambiamento di direzione degli insegnamenti della chiesa per permettere un’approvazione della sessualità gay, cambiamento che probabilmente dovrebbe includere anche un’accettazione del sesso prematrimoniale e della masturbazione.
Si attende una nuova discussione sul rapporto tra chiesa e persone LGBT nel Sinodo più ampio che si svolgerà il prossimo ottobre 2015.
Testo originale: L.A. Archdiocese is steps ahead of Catholic debate over homosexuality