Una Suora olandese: “Dio non condanna gli omosessuali”
Articolo tratto da OpusGay del 23 luglio 2005, liberamente tradotto da Eleonora
Era il 2005 quando la suora olandese Yosé Höhne Sparborth, in Cile per aiutare i bambini orfani e le persone che vivono con l’HIV/AIDS, visitando la sede del Movimento d’Integrazione e Liberazione Omosessuale (Movilh) affermò “a me gli omosessuali non spaventano, non credo che la Bibbia li condanni, né tanto meno che siano malvisti da Dio”.
Scatenando così l’imbarazzo della gerarchia cattolica Cilena, ma questo non le impedì di ricordare che “molti uomini che appartengono alla gerarchia della nostra Chiesa Cattolica, incluso alcuni vescovi, non vogliono le minoranze sessuali e addirittura le ignorano, ma questo è un problema loro, non mio”. Parole che, purtroppo, sono ancora attuali.
In netto contrasto con la posizione storica della Chiesa Cattolica in relazione alle minoranze sessuali, la suora olandese Yosé Höhne Sparborth ha dato un solido sostegno al movimento omosessuale cileno durante una visita che la vedrà ospite del paese fino alla prossima settimana.
Senza timori di rappresaglie da parte dei suoi superiori, la religiosa della Congregazione La Provvidenza ha affermato “a me gli omosessuali non spaventano, non credo che la Bibbia li condanni, né tanto meno che siano malvisti da Dio”.
Le sue dichiarazioni hanno avuto luogo nel quadro di una riunione con attivisti del Movimento di Integrazione e Liberazione Omosessuale (Movimiento de Integración y Liberación Homosexual – Movilh), gruppo al quale la suora ha augurato tutta la fortuna possibile nella lotta per l’uguaglianza di diritti intrapresa in Chile.
Con una intelligenza e una sincerità che hanno sedotto i giornalisti presenti all’incontro, la religiosa non ha avuto tentennamenti nel dare risposte chiare e precise quando interrogata sul matrimonio tra persone dello stesso sesso e l’adozione dei figli.
“A me non preoccupa il matrimonio omosessuale. Quello che mi preoccupa è quello eterosessuale. Più della metà delle donne del pianeta è vittima di un qualche tipo di violenza domestica, milioni di bambini sono violentati o non hanno da mangiare, ma molti vescovi cattolici e di altre religioni non dicono niente su queste cose, nonostante siano i crimini della vita reale”, ha detto tra lo stupore dei giornalisti e l’evidente emozione degli attivisti del Movilh.
Consultata riguardo alla sua permanenza all’interno della Chiesa Cattolica, nonostante la sua posizione sia distinta da quella del Vaticano, ha chiarito che sul terreno teologico molti aspetti sono ancora oggetto di dibattito, un dibattito del quale lei è parte.
La religiosa, che l’anno scorso (ndr era il 2004) ha conosciuto in Olanda il presidente del Movilh, Rolando Jiménez, ha messo in luce, d’altra parte, che le suore hanno meno potere di decisione dei sacerdoti, ma che questo non le impedisce di esporre il suo punto di vista.
“Molti uomini che appartengono alla gerarchia della nostra Chiesa Cattolica, incluso alcuni vescovi, non vogliono le minoranze sessuali e addirittura le ignorano, ma questo è un problema loro, non mio” ha rimarcato questa suora di 58 anni, 40 dei quali dedicati alla vita religiosa.
Buon compleanno
La Congregazione Voorzienigheid (La Provvidenza) si compone di 125 religiose, delle quali solo due vestono l’abito, dato che tale abbigliamento, a giudizio di suor Yosé, rende più difficile il lavoro delle sorelle in favore dei bambini orfani e delle persone che vivono con l’HIV/AIDS.
“Noi siamo una piccola congregazione cattolica retta dalla Chiesa e aperta ad esaminare i temi che riguardano i valori.
Il nostro paese ha vissuto la discussione dell’omosessualità 40 anni fa, ma ormai è scemata e la gente si è resa conto che queste persone esistono e che vivono come qualsiasi altra persona. Sarebbe bello che in Cile si arrivasse a qualcosa di simile in breve tempo”, ha detto la religiosa che pubblicherà un articolo d’opinione su OpusGay.
Come ringraziamento per il suo appoggio, il Movilh ha donato alla suora un quadro di rame con la mappa del Cile, in occasione della visita della suora, insieme agli attivisti, alla sede del movimento omosessuale per conoscere ed appoggiare una parte della ristrutturazione che si farà per il suo funzionamento.
Uno dei momenti più felici dell’incontro è stato quando suor Yosé, venendo a conoscenza del fatto che l’attivista trans del Movilh, Karin Avaria, compiva gli anni, le ha fatto gli auguri con forte abbraccio e un grande entusiasmo.
“Questo è il miglior regalo che si può ricevere. Non avrei mai pensato di ricevere gli auguri da una suora. La sorella è splendida, è un esempio per tutto il cattolicesimo. È incredibile l’energia che trasmette”, ha detto Avaria.
Intanto il presidente del Movilh, Rolando Jiménez, ha segnalato con evidente emozione che “mai avremmo pensato che, nonostante l’appoggio che ci offre la Congregazione, la sorella fosse disposta a renderlo pubblico. Questo dimostra una bellezza esemplare di coerenza totale e assoluta tra discorso e pratica”.
Ha aggiunto che “il prossimo anno la sorella tornerà in visita e speriamo di riceverla con molto più entusiasmo e con la nostra sede in funzione”.
Testo originale: Monja holandesa: “dios no condenan a los homosexuales”