Per un’educazione “al rispetto delle omosessualità”
Si può educare “al rispetto delle omosessualità” in una società, come quella italiana, in cui spesso vi è “una falsa accettazione nei confronti delle persone omosessuali”? La risposta è certamente si, ma in che modo?
Una traccia ce la offre Antonella Di Luoffo con il suo scorrevole saggio “Educazione al rispetto delle omosessualità” (liberodiscrivere edizioni, 2008)con cui punta a fornire un agile strumento di consultazione e d’informazione a quanti (genitori, insegnanti, formatori, etc..) cercano di favorire un’inclusione piena delle persone omosessuali e d’insegnare l’uguaglianza dei diritti, al di là del pregiudizio.
Non a caso scrive l’autrice “spero di poter, in qualche modo, contribuire a far conoscere alcuni problemi, che ho cercato di affrontare da più punti di vista e con un approccio su più fronti, senza voler dare o suggerire risposte alle domande che la società ci pone e si pone nell’interazione con l’omosessualità”.
Il suo saggio, diviso in cinque capitoli tematici, cerca di affrontare questo tema dal punto di vista: psicologico, pedagogico, religioso, mediatico, presentando i vari contributi sino ad ora offerti su questo tema dagli specialisti in materia.
Nel primo capitolo si occupa d’illustrare le principali ricerche ed ipotesi sull’origine dell’omosessualità, condotte in campo psicologico e psicoanalitico da una parte, biologico dall’altra. Nel secondo si occupa del “difficile cammino dell’adolescente omosessuale nella scoperta” della sua identità.
Nel terzo capitolo affronta, nella prima parte, i problemi causati dall’omosessualità all’interno della famiglia, visti anche attraverso la testimonianza di Paola Dall’Orto dell’AGeDO (Associazione Genitori Di Omosessuali); mentre nella seconda parte si occupa della genitorialità omosessuale.
Il “problematico rapporto fra cristianesimo ed omosessualità” è invece il tema del quarto capitolo che indaga il “difficoltoso cammino che la Chiesa (cattolica), ancora oggi, stenta ad avviare per allacciare un contatto dialogico con i credenti omosessuali, ai quali sempre ha imposto ed impone l’obbligo di una vita casta o falsamente eterosessuale, sotto la perpetua minaccia di una condanna morale e di un’espulsione dai luoghi di culto e di preghiera.
Negli ultimi anni, tuttavia, non pochi religiosi, sia cattolici sia protestanti, grazie ad un’opera di sensibilizzazione all’esigenza di molte persone omosessuali di non sentirsi escluse dalla comunità religiosa di appartenenza, hanno contribuito con impegno costante, alla fondazione di gruppi religiosi cristiani (di cui sono stati citati in questa sede “La Fonte” ed “Il Guado”), all’interno dei quali i credenti, omosessuali e non, hanno l’opportunità di riscoprire in se stessi e mediante l’ascolto reciproco, una fede alternativa a quella dogmatico – tradizionale e di collaborare, collettivamente, ad una rilettura del Vangelo che si lega ad una visione più attuale, nonché, alla dimensione esistenziale di ogni individuo, del suo singolare vissuto interiore, delle proprie necessità affettive”, esperienze che vengono raccontate perchè sanno concretamente rompere “l’immagine deformante ed aberrante del ‘diverso’ in modo che questi possa finalmente presentarsi con gli occhi di un fratello che chiede soltanto rispetto e partecipazione.
Il volume si conclude con un quinto capitolo dedicato al cinema italiano a tematica omosessuale, dal dopoguerra ad oggi, che contiene una interessante analisi della cinematografia di Pasolini.
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