Chi è Gesù per me? Il suo messaggio e le persone gay lesbiche, bisex e trans
Riflessioni tratte da leblogdunparpaillot.blogspot del 10 febbraio 2009, liberamente tradotte da Dino
Negli ambienti cristiani progressisti spesso Gesù e la sua Buona Novella sono relegati in secondo piano. Tuttavia egli rimane la figura guida del cristianesimo.Che cosa rappresenta per noi, chi è e, soprattutto, in che modo il suo Vangelo può ispirarci e sostenerci in quanto gay lesbiche, bisex e trans?
Il Gesù storico
Bisogna essere cristiani e impegnati in un modo o in un altro affinchè questa questione apparentemente così semplice non riesca a trovare una chiara risposta per molte persone. Non voglio nascondere che è anche il mio caso.
E’ più facile parlare di quegli uomini e di quelle donne che conosciamo, di quelli che abbiamo visti e conosciuti rivolgendo il nostro sguardo ammirato su di essi ed esternando affettuosamente quello che essi rappresentano per noi.
Parlare del Gesù storico implica molti concetti. Uomo o profeta, Dio o mito. Non si tratta di qualcosa di tangibile. E’ un personaggio che è vissuto duemila anni fa, ma che io non ho conosciuto e al quale non ho mai parlato personalmente.
E’ dunque un personaggio di fatto lontano nel tempo, lontano dal mio vissuto, lontano da me. Ecco in ultima analisi ciò che la mia intelligenza comprende del personaggio chiamato Gesù.
Il Gesù della mia fede
La nostra storia personale può sembrarci molto banale nella grande avventura umana, ma essa ha la sua importanza. In essa vi sono periodi in cui ci rifacciamo ad idee non vere a causa di alcuni concetti erronei che noi continuiamo ad avere.
Essa comprende anche i nostri periodi di dubbio, di vuoti interiori e di successivi abbandoni così come le nostre intense esperienze di felicità e le nostre stagioni di speranza.
La nostra storia consiste anche nel nostro compiere azioni, talvolta egoistiche, talvolta ricolme d’amore verso coloro che ci stanno accanto.
In che cosa Gesù è presente nella mia storia personale? Quale parte di Gesù abita la mia storia personale? Contrariamente alla mia intelligenza, è qui che il cuore si apre e percepisce Gesù. E’ tutta la dimensione della fede che entra in gioco.
Gesù non è più un personaggio congelato nella storia passata. Piuttosto Egli si integra nella mia propria storia, nei bei giorni della mia esistenza come in quelli più tristi. Egli è questa parte del divino che mi abita, anche quando io non mi sento abitato.
E’ colui che rimane qui e che non è mai assente quando ho dei dubbi. E’ colui che rispetta le mie scelte, che siano buone o cattive. E’ il Dio che è solidale alla mia condizione umana in tutto quello che vivo.
Gesù è colui che mi parla dell’amore incondizionato del Padre. L’impressione che mi lascia il testo evangelico che racconta il suo incontro con la Samaritana (Giovanni 4) la dice lunga sul suo atteggiamento inclusivo.
Questo testo mi parla personalmente come credo possa parlare anche a tutte le persone omosensibili. Gesù si fa beffe delle convenzioni della sua epoca e si rivolge ad una donna considerata “fuori norma” nel suo ambiente.
Nel Vangelo di Luca (cap. 15), Gesù insegna, esemplificando ciò che è il suo messaggio nella parabola del figliuol prodigo, fino a che punto è incondizionato l’amore del Padre. Qui l’amore è perdono e accoglienza.
Ultimamente ho letto un commento su questa parabola, scritto da Jean-Luc Hétu nel suo libro “Quale fede?” pubblicato nel 1978 da Lémeac.
Devo dire che questo commento per me è molto significativo. L’autore vi descrive l’atteggiamento del padre di fronte al figlio ritrovato e del malcontento del fratello di questi che ritiene di essere trattato ingiustamente poiché è convinto di aver sempre risposto alle attese di suo padre e di essere stato leale nei suoi confronti. Eccolo:
<< Questo episodio è molto importante, dato che nell’immagine di questa parabola sta tutta la questione della conversione dei suoi contemporanei sollevata da Gesù. Nella figura del padre infatti ci colpiscono le due immagini che Gesù ne fa scaturire.
Attraverso questa parabola, Gesù comunica ai farisei, che lo contestano, il seguente messaggio: “Poiché voi siete rigidamente fissati e incentrati sui principi, avete l’impressione che Dio sia come voi, e proiettate su di lui i vostri principi limitati, allo stesso modo in cui il figlio primoganito proiettava su suo padre la propria morale del dovere. Voi dovete rispondere all’invito che il padre ha fatto al suo figlio maggiore, e riadattare il vostro atteggiamento nei suoi confronti poichè vi immaginate che anche Dio preferisca la vita ai principi…
Una volta di più vi è dunque nella persona del figlio una persona che crede in Dio (o nel proprio padre, che rappresenta Dio nella parabola) e che conduce una vita irreprensibile secondo la morale dominante, ma che è invitata a convertirsi, vale a dire ad ammorbidirsi in modo sufficiente per modificarsi in base alle sue nuove esperienze.
E attraverso il figlio maggiore, è a tutti quelli che si irrigidiscono di fronte alla nuova immagine di Dio che Egli presentava, che Gesù rivolge questo invito alla conversione.>>.
Ciò che Gesù mi comunica attraverso questa parabola del figliuol prodigo e che importa poco chi sono io, sono comunque amato e perdonato.
Gesù mi insegna anche che non è per il fatto che io sono nella Chiesa, che sono praticante, che ho una vita morale e spirituale esemplare e che vivo le certezze della fede, che io sono necessariamente più importante ai suoi occhi rispetto a colui che dubita, che non risponde al mio concetto di ciò che egli dovrebbe essere in quanto cristiano e anche cristiano glbt.
Gesù, figura terrestre del Padre, è per me colui che tramite il suo insegnamento mi invita ancora oggi alla conversione permanente, a rimettere in discussione i miei concetti, ad aprirmi agli altri e al perdono. Perdono per me stesso così come per quelli che mi feriscono.
Gesù è colui che mi invita a rimanere in ascolto. E’ colui che mi dice di non aver paura poiché lo Spirito è presente e soffia dove vuole. E’ colui che mi dice di non perdere mai la fiducia nel suo amore.
<< …in materia di conversione fondamentale, la grande richiesta di Gesù porta sul processo vitale che Egli invita a rispettare integralmente, piuttosto che su richieste morali specifiche.
Si tratta essenzialmente di aprirsi alla vita e di aver fiducia nel proprio organismo senza irrigidirsi nella paura.
Sembra proprio essere questo, per Gesù, il cammino determinante, quello in cui invita ad impegnarsi subito, qualunque sia il credo esplicito e la morale delle persone chiamate in causa.>>, cit. tratta da Jean-Luc Hétu, Quale fede?, Lémeac, 1978.
Testo originale: Jésus pour moi?