Gli omosessuali marocchini escono dall’ombra
Articolo di Samir Barkachi tratto da Les Observateurs de France24 del 26 marzo 2009, liberamente tradotto da Domenico Afiero
Un’associazione marocchina, Kif Kif (ndt, parola d’origine araba, il cui equivalente è ‘uguale’), cerca di organizzare un convegno sull’omosessualità nella città di Marrakech contro il disaccordo delle autorità locali. Sembra che la società marocchina stia cambiando, ma il governo stenta a rincorrere questi cambiamenti.
C’è stata la questione Ni putes ni soumises (ndt, movimento per la lotta contro le violenze sulla donna), molto mediatizzata dai mass media dopo che il Marocco ha vietato l’apertura di una loro sede sul proprio suolo. Oggi, invece, è l’associazione di omosessuali che rivendica i diritti di quest’ultimi.
Alla militanza dell’associazione Kif Kif, il ministero degli Interni del Regno del Marocco ha riaffermato , in un comunicato stampa, la ferma determinazione a combattere , attraverso le leggi in vigore del Paese, contro qualsiasi azione che ‘possa attentare ai [nostri]valori religiosi e morali ‘.
Il ministero aggiunge che ‘ le forze di polizia e le autorità amministrative saranno vigili a combattere ogni manifestazione di deriva morale (…) e interverranno in qualsiasi istante per reprimere autori di attentati al costume e alla morale ‘.
Kif Kif, nonostante tutto, continua la sua lotta e conta di organizzare , anche clandestinamente se occorre, il convegno.
‘Lo stato non deve interferire in quello che la gente fa a letto’
Samir Barkachi è un militante dell’associazione Kif kif: La legge marocchina vieta la fondazione di associazioni sulla base delle tendenze sessuali. In Marocco, quindi, siamo ufficialmente un gruppo il cui fine è discutere di argomenti legati alla sessualità. Il nostro obiettivo è di sensibilizzare i marocchini in proposito.
La legge 489 del codice penale marocchino ci vieta di andare oltre. Si tratta di una legge, risalente all’epoca coloniale francese, che condanna l’omosessualità. Come associazione, quindi, rivendichiamo che sia cambiata. Lo Stato non deve interferire con quello che la gente fa a letto .
L’associazione Kif Kif conta solo 50 militanti in Marocco e 500 all’estero. In questo Paese del Maghreb, anche chi è tollerante si sente un po’ impacciato ad appartenere ad un’associazione di gay.
L’incontro del 15 aprile a Marrakech si pone come obiettivo di cambiare questa visione peggiorativa dei gay. Un piccolo incontro che farà molto rumore. Parleremo di sesso , perché in Marocco non c’è un’educazione sessuale.
La scelta della città è dovuta alla facilità per raggiungerla. Infatti, vi è un aeroporto internazionale. Il luogo dell’incontro, almeno per ora, rimarrà segreto per ragioni di sicurezza e per evitare le provocazioni. La sola cosa che posso dire in proposito è che sarà svolto in una casa privata.
L’Islam non è il problema. L’Islam è tollerante. Io sono credente e vi sono molti gay credenti in Marocco. Perfino coloro che sono considerati uomini religiosi sono diventati più comprensivi. Personalmente, mi chiedo come potrebbe punirmi Dio per un qualcosa che lui stesso ha voluto. Non ho scelto di essere gay”.
Testo originale