Ma le coppie gay e lesbiche possibile che durino poco?
Email inviataci da Mattia, risponde Arianna Petilli*, psicologa
Ho 25 anni e vorrei finalmente avere una storia di coppia lunga e seria. Ma è un sogno? Possibile che il mondo delle omosessuali non abbia spazi dove far incontrare le persone lgbt che non siano le discoteche e i luoghi virtuali dedicati al puro rimorchio? Possibile che le coppie gay durino un soffio, funestate da mille difficoltà umane e di accoglienza e dalle tante immaturità che pure abbondano tra le persone lgbt. Non sarà che le coppie gay non funzionino a prescindere? Devo perciò dare ragione ai tanti omofobi che ci circondano e a chi, nella chiesa, condanna senza neanche conoscere questa realtà . Perché tutta questa difficoltà a mettere su un cammino a due? Scusatemi lo sfogo.
Mattia
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La risposta…
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Caro Mattia, la ringrazio molto per le sue domande. Pone una questione, infatti, che mi sta a cuore e che credo interessi buona parte delle persone gay e lesbiche. Per risponderle comincio da una riflessione banale ma che, del resto, trovo assolutamente indispensabile. Costruire una relazione sentimentale significativa, coinvolgente sul piano emotivo e improntata ai principi del rispetto reciproco, condivisione e progettualità, non è affatto semplice, e questo, ovviamente, prescinde dall’orientamento sessuale. Vivere una dimensione di coppia di questo tipo, infatti, specie nel lungo termine, si rivela un compito davvero difficile per i partner, qualunque sia il loro genere biologico di appartenenza e il loro orientamento sessuale.
Rispetto alle relazioni sentimentali che si instaurano tra persone dello stesso sesso, si è soliti ritenere che queste siano brevi, o, quantomeno, di durata inferiore rispetto alla longevità che caratterizza le coppie eterosessuali. Inoltre, è diffusa l’idea che gay e lesbiche non siano in grado di impegnarsi seriamente in un rapporto a due e che, in definitiva, le relazioni omosessuali siano tristi e poco soddisfacenti. Tuttavia, si tratta di false credenze, smentite sia dagli studi scientifici che sono stati condotti sul tema, sia dall’esperienza di molte persone gay e lesbiche. Coppie omosessuali di lunga durata, in termini di decenni, non sono affatto una rarità. Inoltre, confrontando i livelli di soddisfazione espressi circa la qualità della relazione con il proprio partner, gli studi non hanno evidenziato differenze significative fra persone omosessuali ed eterosessuali.
Eppure, concordo con lei nel ritenere che, per una persona gay e lesbica, ci siano delle difficoltà aggiuntive da affrontare per instaurare e mantenere nel tempo un rapporto di coppia soddisfacente. In modo molto grossolano mi sento di dividere queste difficoltà in tre categorie:
Scarso supporto dall’ambiente sociale di appartenenza. Gay e lesbiche vivono in un contesto sociale a loro avverso perché, purtroppo, ancora caratterizzato da una visione negativa dell’omosessualità. Di conseguenza, oltre a non avere alcuna garanzia sul piano legale, le coppie gay e lesbiche sono spesso costrette a confrontarsi con l’ostilità che l’ambiente in cui vivono può mostrare nei loro confronti, come singoli e come coppia. Lo scarso supporto che ricevono dall’esterno per la loro relazione, diversamente a quanto accade per le coppie eterosessuali, fa sì che gay e lesbiche possano essere meno sostenuti nel rimanere insieme.
Diversi livelli di omofobia interiorizzata e di nascondimento dell’omosessualità. Può capitare che i due partner siano in una fase diversa nel processo di presa di consapevolezza di sé e accettazione della propria omosessualità. Questo, inevitabilmente, può determinare divergenze tali da compromettere la qualità e la durata della relazione. Basti pensare, solo per fare un esempio, alla situazione in cui uno dei due partner, oramai sereno rispetto alla sua omosessualità, desideri presentare ufficialmente il compagno alla sua cerchia amicale e familiare, ma l’altro, ancora troppo impaurito per emergere pubblicamente come gay, continua a chiedere al partner di mantenere segreta la relazione.
Stereotipi che i gay e le lesbiche hanno sulle relazioni omosessuali. Di solito, si tende a non approfondire mai questo aspetto perché troppo concentrati, anche giustamente, a contestare i pregiudizi che gli eterosessuali hanno sull’omosessualità. Così facendo, tuttavia, si corre il rischio di dimenticare che anche i gay e le lesbiche possono avere dei pregiudizi sugli omosessuali e sul modo in cui questi vivono le loro storie sentimentali, e che, quando questi pregiudizi sono assunti come veri, possono influenzare profondamente il modo in cui, gay e lesbiche, vivono le loro relazioni d’amore.
Proviamo per esempio a pensare al modo in cui si potrebbe relazionare con gli altri uomini un ragazzo che è convinto che tutti gli altri gay siano esclusivamente interessati al sesso e che, per questo, lui non riuscirà mai a instaurare un rapporto sentimentale significativo. E’ molto probabile che questa persona possa limitarsi a incontri di esclusivo carattere sessuale, presupponendo che sia questo ciò che gli altri si aspettano da lui e che lui può aspettarsi da loro. In questo modo, tuttavia, non si darà mai la possibilità di smentire il suo pregiudizio. Anzi, fino a che limiterà la conoscenza altrui al solo contatto sessuale, è molto probabile che non riuscirà mai a instaurare un rapporto significativo con un uomo, convincendosi, nel lungo termine, che la sua idea originaria era corretta: due uomini non riusciranno mai a costruire un rapporto che vada al di là del semplice atto sessuale.
Quello che voglio dire, anche se attraverso queste brevi righe è difficile cogliere tutta la complessità di un tema così ricco, è che bisogna prestare molta attenzione a quelli che sono i nostri pregiudizi relativi al modo in cui amano le persone omosessuali. Tali pregiudizi, infatti, specie quando inconsapevoli, ci fanno agire in modo tale da portarci a confermarli e, quando questo accade, si rinforzeranno e ci influenzeranno sempre più.
In definitiva, Mattia, mi sento di dirle di non giungere lei stesso a pensare che le relazioni tra persone dello stesso sesso siano impossibili, “che non funzionino a prescindere”. Se assumesse come vero questo pregiudizio, come ho spiegato prima, potrebbe essere indotto ad agire in modo tale da rinforzarlo. Nonostante le sue precedenti relazioni siano terminate (esperienza, tra l’altro, molto comune alla sua età indipendentemente dall’orientamento sessuale), e nonostante possa comprensibilmente sentirsi scoraggiato e deluso, continui a mostrare e a mantenere vivo il suo genuino desiderio di costruire relazioni importanti. Le assicuro che si tratta di un desiderio molto diffuso non solo tra gli eterosessuali. Ringraziandola ancora per la sua domanda, la saluto con affetto.
Arianna Petilli
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* ARIANNA PETILLI, laureata in Psicologia Clinica e della Salute, è iscritta all’Albo dell’Ordine degli Psicologi della Toscana con il numero 6500. Specializzanda in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale presso l’Istituto Miller di Firenze, svolge l’attività clinica privata a Firenze occupandosi, prevalentemente, di disturbo ossessivo compulsivo, disturbi del comportamento alimentare e disturbi d’ansia. Lavora, inoltre, con pazienti gay e lesbiche aiutandoli nel processo di accettazione del proprio orientamento sessuale e nell’affrontare le difficoltà legate all’omofobia, sociale e interiorizzata. Organizza incontri di formazione e gestisce percorsi di approfondimento rivolti alle coppie, eterosessuali e omosessuali. E’ stata relatrice in forum e convegni, nazionali e internazionali ed è autrice del lavoro di ricerca “Religione e omosessualità: uno studio empirico sull’omofobia interiorizzata di persone omosessuali in funzione del grado di religiosità” che, per la prima volta in Italia, analizza approfonditamente l’impatto degli insegnamenti del Magistero della Chiesa Cattolica sulla vita delle persone omosessuali e indaga sugli effetti che una pastorale cattolica, inclusiva e accogliente, può avere sui gay e sulle lesbiche cattolici..