Lei & Lei. Mi ha detto “ti amo”, ma io ho paura di risponderle
Email inviataci da Marcella risponde Alessandra Bialetti*, Pedagogista Sociale e Consulente della coppia e della famiglia di Roma
Non so davvero da dove cominciare, ma sento di dover parlare con qualcuno del turbine che sta attraversando il mio cuore. Ho 38 anni e vivo a Torino con un matrimonio sbagliato alle spalle ed un figlio bellissimo che riempie le mie giornate, nonostante le difficoltà che vivo anche a causa del mio ex. La mia vita era abbastanza solitaria, ma poi qualcosa d’inaspettato e inatteso è accaduto. Con una giovane collega giunta da poco nel mio ufficio, quasi per caso, ho cominciato a instaurare un’intesa sempre più profonda e intima.
Dalle chiacchierate leggere siamo passate pian piano a qualcosa di più intimo, fino a quando mi ha confessato che sente per me qualcosa che ha chiamato “amore” ma io presa, dall’imbarazzo, non ho saputo cosa rispondergli e da allora ho fatto finta di nulla. Anche se sento lei molto vicina, anche se la sento importante nella mia vita ho paura di affrontare questa cosa. La mia educazione cattolica mi dice che devo chiudere subito questa situazione “pericolosa” ma il mio cuore si ribella, per la prima volta mi sento di nuovo viva, grazie a lei.
Oltre a mio figlio ho di nuovo nella mia vita una persona che sa darmi gioia e luce, ma ho paura di fare un grande casino, anche perché io non so davvero se sento la stessa cosa per lei. Sinceramente non so cosa fare per fare chiarezza dentro di me e al tempo stesso temo di rovinare questa amicizia. Come dice il mio ex sono proprio una frana con le persone. Forse è questo il mio problema? Grazie per l’ascolto.
Marcella
La risposta…
Carissima Marcella, grazie di averci scritto e di aver aperto con noi la porta di ciò che senti e vivi. Parli di un turbine che sta attraversando il tuo cuore e quindi senti il bisogno di chiedere aiuto. E’ questo un primo passo importantissimo che ti stai concedendo: il non rimanere chiusa nella tua difficoltà e chiedere un confronto per portare un po’ di luce in ciò che vivi.
Parli di una vita solitaria in cui sta accadendo un qualcosa cui non riesci a dare un nome. Davanti alla dichiarazione di questa tua collega sei rimasta imbarazzata e ora provi confusione in ciò che senti. La tua educazione cattolica ti lancia dei messaggi che forse, a quanto tu dici, non collimano con ciò che il tuo cuore sta sperimentando. Questo può essere un primo punto da esplorare e su cui fare chiarezza. In momenti particolarmente delicati del proprio cammino, quando si hanno esperienze di fallimento alle spalle, si diventa più vulnerabili e fragili ed è facile avere confusione circa i sentimenti che si provano.
La vita solitaria e di solitudine può essere attraversata dalla presenza di persone che portano un messaggio diverso, una tenerezza, una compagnia. In fondo ciò che ognuno di noi desidero ovvero essere al centro delle attenzioni e in un rapporto di corrispondenza e confidenza.
Da quanto mi pare di capire, stai vivendo un momento in cui le attenzioni, cure e quell’intesa intima e profonda ti sostengono nel tuo percorso. Dici di sentirti nuovamente viva grazie a questa relazione anche se il giudizio morale della tua educazione ti spingerebbe a non interrogarti e a chiudere tutto in un “subito” che forse da una parte ti aiuterebbe ma dall’altra ti potrebbe lasciare con tante domande inespresse e tante risposte sospese.
Nessuno può darti consigli ma solo forse fornirti qualche stimolo di riflessione su quanto ti sta accadendo. A volte precipitare le decisioni in nome dell’educazione ricevuta o di altre indicazioni non è sempre la via migliore in quanto ci si appella a qualcosa di esterno quando la propria interiorità è invece attraversata da tanti interrogativi. Può esser protettivo appellarti alla tua educazione ma potrebbe anche portarti lontano da ciò che stai cercando di capire.
Semmai il proprio percorso educativo e formativo potrebbe essere una pista su cui tornare dopo aver fatto chiarezza su cosa si vive. E’ questo il punto su cui vorrei accompagnarti a fare luce: ciò che provi e cosa questo significhi per te. Parli di una luce e gioia nuova, di una vita che senti rinascere ma non sai distinguere di che sentimento si tratti forse presa da giudizi morali, da tante paure o semplicemente dalla mancanza di un confronto e di una condivisione su ciò che ti sta accadendo. In questo caso un piccolo suggerimento è lasciare da parte giudizi altrui che non ti aiutano se non a sentirti sbagliata e una “frana” come dice la persona che avevi accanto.
L’unica da cui partire sei tu lasciando entrare nel tuo spazio persone che realmente ti possano aiutare a fare chiarezza e ti stiano vicine mentre compi il tuo percorso di consapevolezza sia che questo porti in una direzione o in un’altra. Non esistono ricette preconfezionate per sondare un sentimento e portare luce nel buio quanto il rimanere in ascolto di te stessa, di ciò che senti e provi quando stai con questa tua amica, di che forza mette nelle tue azioni questa relazione e se questo rapporto ti sostiene nel tuo cammino di vita dandoti forza e speranza piuttosto che solitudine e frustrazione. Potesti anche chiederti se chiudere tutto in nome di un percorso di vita, educativo e religioso, ti possa aiutare a sentirti più serena o, viceversa, ti lasci tante porte aperte senza una definizione precisa.
Il cammino di individuazione di sé non è semplice né è concluso una volta per tutte. E’ fatto di piccoli passi, dubbi, certezze, cadute e improvvise rialzate. Ciò che è certo è che mettersi in ascolto sincero di te stessa ti potrebbe condurre piano piano al centro di ciò che provi realmente e di ciò che desideri. E’ un cammino e come tale è segnato da tappe e da tanta pazienza e amore prima di tutti verso di te.
Ti voglio lasciare anche un piccolo spunto operativo.
Se possibile non camminare da sola ma cerca ascolto e sostegno nelle persone a te più care e vicine, le persone che sai che accoglierebbero questo momento di dubbio e che potrebbero fornirti un supporto e una presenza non giudicante. Un piccolo ausilio potrebbe venirti dall’associazione Rete Genitori Rainbow che riunisce genitori omosessuali e transessuali con figli da precedenti relazioni eterosessuali. Opera su territorio nazionale e proprio a Torino ha un suo centro di particolare vitalità. Puoi trovare il sito online e cercate un contatto per trovare accoglienza in persone che, con la loro esperienza di vita, possano dare ascolto al tuo vissuto e sostenerti nel fare maggiore chiarezza. Il confronto ti potrebbe aiutare a comprendere meglio se ciò che vivi è semplicemente un sentimento di amicizia confidente o qualcosa di diverso.
Ti ringrazio ancora per non esserti chiusa nella tua difficoltà e per aver cercato ascolto con fiducia e sincerità. Ti abbraccio. Alessandra
* Alessandra Bialetti, vive e opera a Roma come Pedagogista Sociale e Consulente della coppia e della famiglia in vari progetti di diverse associazioni e realtà laiche e cattoliche.