Non ci abbandonare (Daniele 3,25.34-43)
Riflessioni bibliche del rev. Lawrence Sudbury*
“Un Dio che chiede fedeltà e mantiene le Sue promesse”: questo potrebbe essere il titolo della pericope odierna. L’episodio è di quelli che si raccontano al catechismo: Azaria, Anania e Misaele sono giovani ebrei della deportazione che si rifiutano di obbedire al re Nabucodonosor e di adorare una effige d’oro e per questo vengono gettati in una fornace ardente ma, dopo aver invocato il Padre (con il “Cantico della fornace” da cui sono tratti questi versetti), vengono salvati dall’angelo del Signore che non permette che periscano bruciati. Dio sta vicino a chi ha la forza di mantenere il patto che Egli ha stabilito con il Suo popolo, a chi non è un credente solo di nome, sempre pronto ad adattare la Legge di Dio ai propri comodi, al proprio pensiero o alle circostanze (magari adducendo a pretesto una presunta “interpretazione” o “modernizzazione”).
Perché la Legge di Dio è legge eterna ma eterna è anche la Sua fedeltà verso chi vive all’interno dell’Alleanza. E cosa significa vivere all’interno dell’Alleanza? Daniele ce lo spiega molto chiaramente per bocca di Azaria che parla di Abramo, Isacco e Israele e usa i termini “amico”, “servo” e “santo”. Questo è quello che Dio vuole che siamo nei Suoi confronti, questo è il rapporto che ci chiede: un rapporto d’amore e condivisione come è proprio di amici legati da sentimenti profondi, un rapporto di sottomissione a Dio nella comprensione dell’infinita sproporzione tra la Sua grandezza e la nostra pochezza e un rapporto di consacrazione alla missione di “costruttori del Regno” che ci è stata affidata.
Se saremo fedeli, saldi nel nostro sentire, allora nessun fuoco, nella grande fornace che a volte la vita ci può apparire essere, ci potrà uccidere perché la forza dello Spirito divino vivrà sempre con noi e dentro di noi.
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Libro di Daniele 3,25.34-43
In quei giorni, Azarìa si alzò e fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la bocca disse:
«Non ci abbandonare fino in fondo,
per amore del tuo nome,
non infrangere la tua alleanza;
non ritirare da noi la tua misericordia,
per amore di Abramo, tuo amico,
di Isacco, tuo servo, di Israele, tuo santo,
ai quali hai parlato, promettendo di moltiplicare
la loro stirpe come le stelle del cielo,
come la sabbia sulla spiaggia del mare.
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* Il rev. Lawrence Sudbury, dopo aver ottenuto un master in Studi Biblici e due dottorati in Studi Religiosi e Storia della Chiesa e aver fatto parte della Chiesa Remostrante, entra nella Comunione Unitaria Italiana (nel cui Seminario Valdes ottiene un master di II livello in Studi Pastorali Unitariani), e vi esercita il pastorato per alcuni anni. Dal 2014, in disaccordo con la progressiva de-cristianizzazione dell’Unitarianesimo Universalista, lascia la CUI e, incardinato nella Unitarian Christian Emerging Church, si dedica alla predicazione del ritorno dell’Unitarianesimo al suo alveo naturale cristiano. Vive e lavora a Milano ed è autore di numerosi libri di storia della Chiesa, storia dell’Unitarianesimo e teologia cristiano-unitariana.