Sinodo 2015. Prendiamo la penna e non esitiamo a rispondere!
Documento pubblicato dalla Conferenza Cattolica dei Battezzati e delle Battezzate di Francia (CCBF) il 15 gennaio 2015, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Il questionario sulla famiglia che accompagna la seconda fase del Sinodo è arrivato, come sapete. Papa Francesco lo ha destinato ai vescovi di tutto il mondo perché venga sottoposto ai cattolici; le loro risposte verranno analizzate in Vaticano e comunicate ai Padri sinodali.
Intitolato “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”, il nuovo questionario affronta l’argomento da un punto di vista un po’ diverso, ma rimane poco adeguato alla realtà vissuta dai suoi destinatari. Non lasciamoci sfuggire questa nuova occasione di farci sentire: prendiamone atto e rispondiamo*, senza esitare a svilupparlo come riteniamo opportuno..
La pastorale come jolly?
L’insegnamento del magistero, dice il documento, è mal compreso e rifiutato nei fatti. La pastorale! Sarebbe questo il jolly degli oppositori come dei partigiani dell’aggiornamento? La pastorale è prima di tutto pedagogia, la regola… rimane la regola. Un esempio è la domanda 20: “Come aiutare a comprendere che nessuno è escluso dalla misericordia di Dio e come esprimere questa verità nell’azione pastorale della Chiesa nei confronti delle famiglie, in particolare quelle ferite e fragili?”. Siete dei ciechi, se le regole elaborate da secoli di magistero non lo escludevano, come potrebbero i cattolici immaginare che sia così? La famiglia è ferita, certo, ma non più di ieri e non più di come lo sarà fino alla fine della storia, in quanto realtà umana!
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Sempre e ancora la Humanae Vitae
In filigrana non c’è alcuna intenzione di cambiare uno iota a questa enciclica dagli effetti devastanti, soprattutto sulla pratica religiosa occidentale. Ma la promozione, ad essa ispirata, in favore del “dialogo con le scienze e le tecnologie biomediche perché venga rispettata l’ecologia umana della generazione” contiene un’ambiguità perlomeno inquietante: cosa dire della contraccezione e della sovrappopolazione?
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Divorziati risposati
I Padri sinodali svicoleranno dalla questione? Auspicano un rapporto, ma senza indicare la data ultima (forse dopo il Sinodo?), su questa patata bollente: “La pastorale sacramentale nei riguardi dei divorziati risposati ha bisogno di un ulteriore approfondimento, valutando la pratica ortodossa”. Che fissazione per il passato, quale ignoranza delle scienze umane! Un modello plurisecolare – lontano dal soddisfare l’insieme degli ortodossi – dovrebbe essere la matrice di un rimaneggiamento antropologico cattolico nel XXI secolo? Come si può pretendere di essere un “pastore” e rifiutare fino a questo punto la realtà vissuta dal “gregge”?
Certo, il testo predica l’”accoglienza” e la “pastorale”. Non perdere le generazioni a venire, le forze vive, è del resto una delle preoccupazioni dei sacerdoti e dei responsabili pragmatici. Ma stiamo molto attenti agli scopi reali di tale pastorale! Attenti che non si limiti a una delle sue pedagogie dell’interiorizzazione dei divieti e dell’esclusione che sono una specialità del magistero, sperando così, a lungo andare, di chiudere la questione.
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Omosessuali
In prima istanza vi sono stati dei tentativi di dichiarazioni sinodali rispettose delle qualità umane degli omosessuali. Perché meravigliarsi? Dobbiamo forse continuare a pretendere che numerosi Padri sinodali odino se stessi? Nel testo che ci interessa, gli omosessuali vengono menzionati solamente nel contesto della famiglia, ignorando la loro vita individuale, la loro creatività, le loro giuste aspirazioni. Insomma, il grande progresso, secondo alcuni Padri sinodali, consiste nel dire, per il momento… che gli omosessuali esistono “da qualche parte”. Dobbiamo ridere o piangere?
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Gioia o costernazione?
Il cattolico medio finisce per pensare di parlare un linguaggio inaudibile dal magistero. La Chiesa-istituzione si immagina forse di spandere un profumo di Vangelo nel ridurre se stessa a un insieme di regole talvolta obsolete? Parlare a misura d’uomo, ecco cosa il mondo si aspetta ancora dalla Chiesa: “Accompagnare qualcuno non significa precederlo, indicargli la strada, imporgli un itinerario e nemmeno conoscere la direzione che prenderà, ma significa camminare al suo fianco lasciandolo libero di scegliere il suo sentiero e il ritmo dei suoi passi” (P. Verspieren, s.j)
Continuiamo a tenere le finestre aperte… lasciamoci travolgere dal vento!
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* NdR Le risposte anche laicali al Questinonario del Sinodo 2015 dovranno essere inviate alla segreteria del Sinodo attraverso i vescovi delle varie diocesi – a quelle dell’anno scorso invece era possibile rispondere individualmente e direttamente alla Segreteria del Sinodo dei Vescovi – e questo costituisce senza dubbio un limite.
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Testo originale (PDF): Journal du Synode n°8