Celebra il Signore, Gerusalemme (Salmo 147)
Riflessione biblica di suor Stefania Baldini*
E’ un canto di invito alla lode. Ma preme che non sia una preghiera formale o distratta e allora il salmista si ferma a contemplare l’attenzione con cui Dio accompagna la vita con gesti di cura. Il Signore protegge dal pericolo, benedice i figli, usa delicatezza con la natura, quasi per non farle del male e poi dice di sé, si rivela al suo popolo come si fa con la persona amata. Viene subito in mente il Dio materno di cui parla il profeta Osea (11, 1-4), che guida per mano Israele, lo solleva alla sua guancia. Questo parallelo illumina maggiormente il senso del salmo 147. C’è un modo di rendere lode a Dio che non può limitarsi ad una preghiera sia pure attenta, ma ha da tradursi in uno stile di vita. Il salmista sottolinea il mistero di amore che avvolge ogni creatura sulla terra, perché trovi eco nell’animo del popolo e anch’esso, come il suo Dio, si guardi intorno e si “prenda pensiero” (cfr. Es 2,25) .
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Salmo 147
Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.
Fa scendere la neve come lana,
come polvere sparge la brina.
Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.
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* Stefania (Leda) Baldini, è suora dal 1956 dell’Unione delle Suore Domenicane di S. Tommaso d’Aquino. Vive nel convento domenicano di Prato e collabora con la comunità delle Piagge di Firenze.