Gli ulema marocchini lanciano una fatwa contro “l’apologia dell’omosessualità”
Articolo di Habibou Bangré tratto da Tetu del 13 marzo 2009, liberamente tradotto da Dino
Il Consiglio superiore degli ulema del Marocco la settimana scorsa ha lanciato una fatwa (decreto religioso promulgato da dotti islamici) contro la “glorificazione dll’omosessualità” dopo una visita della confederazione delle associazioni GLBT spagole (Colegas) sul territorio marocchino.
L’istanza religiosa avrebbe giustificato la sua decisione con il concetto che “Lo Stato marocchino deve avere una politica contro questo genere di devianze”.
Lobby gay
Questa decisione fa seguito al viaggio di Colegas in Marocco, dal 19 al 26 febbraio scorsi. Una visita guidata da Kifkif, un gruppo GLBT marocchino che lotta contro l’omofobia.
“Abbiamo tenuto degli incontri e delle riunioni con diverse associazioni, missioni diplomatiche straniere e la stampa sul tema dei progressi dei diritti umani in Marocco”, ha spiegato a TETU Samir Bergachi, il giovane leader di Kifkif.
Colegas sottolinea di aver preso precauzioni per “evitare degli inutili confronti con gli islamisti”. Inutilmente. L’iniziativa ha fatto digrignare i denti agli estremisti. “La stampa islamica ha voluto far capire che Kifkif fa parte della “lobby gay” e che riceviamo un appoggio da organizzazione e ambasciate straniere nemiche dei buoni valori della società islamica, racconta Samir Bergachi.
Tutto ciò è ridicolo, ma è il loro punto di vista ed approfittano dell’ignoranza dei Marocchini al riguardo”.
Uno scandalo organizzato per guadagnare voti
Per questo militante, che sarebbe stato fatto oggetto di minaccce e di insulti, la reazione degli islamisti non è nient’altro che una maniopolazione in vista delle elezioni comunali di giugno.
“Riteniamo che tutto questo scandalo sia stato organizzarto dagli islamisti per guadagnare voti servendosi degli omosessuali. Essi sanno che la legge è dalla loro parte, che gli omosessuali non hanno alcun mezzo per difendersi da questi attacchi e che il governo marocchino è incapace di pronunciarsi per timore della reazione del popolo”.
Alla domanda se ritiene che la fatwa possa avere conseguenze nefaste per la comunità GLBT marocchina, Samir Bergachi sembra piuttosto fiducioso. D’altra parte è necessario ricordare che una fatwa è innanzitutto un avviso religioso, e non obbligatoriamente una sentenza che prende di mira alcune persone, come invece spesso si immagina.
“Non credo che in Marocco ci sarà una forte repressione contro gli omosessuali, conclude. Stiamo lavorando in stretta collaborazione con la società civile marocchina, una parte della stampa dà informazioni sullo spirito positivo del nostro gruppo e c’è una sensibilizzazione nella classe intellettuale riguardo a questa faccenda.
Il Marocco è inoltre un paese che ormai è alla pari con l’Europa per quanto riguarda l’atteggiamento di apertura e la promozione della tolleranza e della coesistenza.”
Testo originale: Les oulémas marocains lancent une fatwa contre «l’apologie de l’homosexualité»