A Londra i cristiani protestano contro chi vuol “curare” l’omosessualità
Articolo di Julia Collings e Symon Hill tratto da ekklesia del 27 aprile 2009, liberamente tradotto da Anna C.
I dimostranti reggevano cartelli su cui si leggevano versi della Bibbia e slogan religiosi quali “gay e cristiano” e il Salmo 51 “Dio vuole la sincerità del cuore”. Hanno protestato in maniera pacifica all’esterno dell’evento organizzato dall’Anglican Mainstream and Care, in cui gli oratori hanno perorato i metodi per “curare” l’omosessualità.
Il sito web dell’Anglican Mainstream sostiene: “Siamo molto preoccupati del continuo progresso dell’agenda gay – in realtà lesbo, gay, bisex e trans (LGBT) – nel Regno Unito. Vengono presi di mira tutti i settori sociali, culturali, politici e religiosi e alcuni di essi stanno capitolando”.
Il principale oratore è stato il dottor Joseph Nicolosi della National Association for Research and Therapy of Homosexuality (NARTH, “Associazione Nazionale per la Ricerca e Terapia dell’Omosessualità) e autore di Shame, Homosexuality and the Practical Work of Reparative Therapy (“Vergogna, omosessualità e esercizio pratico di terapia riparatrice”). L’Anglican Mainstream ha affermato che “egli ha realizzato un comprovato percorso quasi trentennale nell’aiutare le persone ad uscire dal mondo gay”.
La Chiesa d’Inghilterra sostiene di non aver promosso una terapia del genere e il Royal College of Psychiatrists ha raccontato alla BBC che non esiste “una prova scientifica” che la cura funzioni. Ha anche suggerito che “le cosiddette cure dell’omosessualità creano un ambiente in cui possono prosperare pregiudizi e discriminazione”.
Il mese scorso il BMC Psychiatry Journal ha pubblicato una nuova ricerca finanziata da Welcome Trust, secondo la quale non esiste una vera prova che le cure per l’omosessualità siano efficaci. Anzi, queste potrebbero essere addirittura nocive.
Prima dell’evento, Nicolosi difendeva il proprio operato, affermando di curare le persone che non volevano essere omosessuali. Ha rivelato alla BBC che “c’erano molte prove le quali dimostravano che questi individui non sono nocivi e che la terapia funziona”.
Sono intervenuti durante il convegno anche Jeffrey Satinover, il quale crede che l’orientamento sessuale sia una “finzione”, il suo libro Homosexuality and the Politics of Truth (“L’omosessualità e la politica della verità”) è stato consegnato ai vescovi presenti alla Lambeth Conference del 1998, e Arthur Goldberg, segretario esecutivo della NARTH e fondatore di Jews Offering New Alternatives to Homosexuality (Gli ebrei offrono nuove alternative all’omosessualità), secondo lo UK Gay News, si è mescolato ai dimostranti e ha insistito sul fatto che “noi non curiamo”.
Nel giugno del 2007, l’Anglican Mainstream ha portato il dottor Nicolosi a Londra per un convegno intitolato “Time for Truth: Is Gay Real” (L’ora della verità: gay è reale?).
Gli organizzatori hanno cercato di tenere segreta l’ubicazione dell’evento ma pochi giorni prima che avesse luogo, tutti i particolari sono stati pubblicati sul social network di Facebook, dove lesbiche, gay e eterosessuali si sono impegnati a protestare tutti insieme in maniera pacifica.
L’evento è coinciso con il convegno annuale del Lesbian and Gay Movement (LGCM), cosa che secondo alcuni è stato intenzionale, allo scopo di ridurre al minimo la protesta cristiana gay.
I dimostranti radunati all’esterno dell’Emmanuel Centre in Marsham Street, a Westminster, hanno cantato: “2, 4, 6, 8; noi predichiamo l’amore, voi predicate l’odio”.
“È una realtà triste e inutile quella secondo cui esistono persone le quali credono nella bugia che sarebbero stati più meritevoli se non fossero stati gay e le quali si sono disperate per trovare una cura.
Dopo aver vissuto così per 17 anni, mi sono reso conto che esiste una strada migliore”, ha raccontato ad Ekklesia Peterson Toscano, un attore cristiano gay sopravvissuto alla “terapia per curarlo”.
Mark Russ, 26 anni, che regge un cartello su cui si legge “Gay e Cristiano”, afferma: “Sono qui per le persone interiormente vulnerabili; queste devono capire che la sessualità e la cristianità non si escludono a vicenda”.
“Mi oppongo ad alcune cose che rappresenta questo convegno. Non mi oppongo alla religione bensì alle persone che usano la religione per sostenere il fanatismo e l’intolleranza… Sono agnosta ma non ho nulla contro la cristianità” afferma Kitty, 21 anni.
Nicolas Chinardet, organizzatore della protesta, ha affermato che quest’ultima è andata “sorprendentemente bene” e che “è stato investito dalla gentilezza e dal sostegno delle persone”. “Non è stata una protesta anti-cristiana”, sostiene. “C’erano cristiani ed ebrei tra di noi. Non si tratta di religione. Si tratta di ciò che queste persone stanno facendo in nome della religione”.
L’Anglican Mainstream ha proibito al reporter dell’Ekklesia di prendere parte al convegno nonostante fosse un membro accreditato della stampa e avesse mostrato agli organizzatori il cartellino da giornalista. Gli è stato detto che, poiché non vi aveva assistito dall’inizio, avrebbe potuto farsi un’ “impressione sbagliata”.
Testo originale
Christians protest at Sex and the City