«Misericordia vuol dire anche apertura verso divorziati e gay»
Intervista al teologo Gianni Gennari a cura di Franca Giansoldati pubblicata su “Il Messaggero” del 17 marzo 2015, pag.11
Gianni Gennari, teologo e giornalista. A lei cosa fa venire in mente il Giubileo della misericordia? «Che Francesco ne ha parlato sin dal primo Angelus, con quell’elogio del libro del cardinale Kasper proprio sulla misericordia. Il riferimento a questo tema, soprattutto questo Giubileo, sarà di grande interesse: la Misericordia di Dio è infinita. Dio ci perdona sempre nonostante siamo fragili».
Secondo lei esiste un nesso con il Sinodo sulla famiglia? «Ovvio. Anche perché il Giubileo seguirà di poco la conclusione del Sinodo. Mi pare che il Papa abbia indicato che la linea, la bussola, la stella polare da seguire è la misericordia. Difficile immaginare che le conclusioni sinodali non saranno in linea col Giubileo che si aprirà l’8 dicembre».
Quindi è come dire che il Sinodo si concluderà con una apertura ai divorziati risposati, alle coppie gay, insomma ai lontani? «La dottrina non è una gabbia rigida, astratta, d’acciaio. Un Giubileo della Misericordia che inizia dopo la conclusione del Sinodo sembra dirci che non si può parlare di Giustizia di Dio senza la dimensione della misericordia, il che non significa lo smantellamento dei sacramenti o l’indebolimento della dottrina, ma il tener a mente la vita, il cuore, l’amore di Cristo per chi sbaglia e torna a Lui».
Ma non tutti i vescovi sono d’accordo con questa impostazione… «Il riconoscimento di una realtà come la famiglia va al di là di schemi rigidamente interpretati secondo il diritto canonico, o anche il diritto civile. Penso che l’intenzione di Francesco non una chiusura anche se il modo verrà deciso anche dai padri sinodali. Tutto fa pensare a questo. E poi c’è altro elemento che mi porta a pensare che Francesco sceglierà questa strada».
Quale? «Il fatto che sia un devoto di Teresa di Lisieux, la grande santa francese, la cui spiritualità è intessuta di misericordia infinita. Il cardinale Menichelli ha raccontato che Francesco riceve ed ha ricevuto dei “segni” da Santa Teresina. Nella sua Veglia di preghiera per la Siria per scongiurare i bombardamenti su Damasco, l’anno scorso, aveva introdotto ben cinque citazioni tratte dai pensieri di Santa Teresa. Due giorni dopo egli stesso ha raccontato a Menichelli che alla domenica aveva ricevuto un “segno”: una rosa bianca. Un giardiniere gli ha offerto una rosa bianca presa nei giardini; qualcuno aveva ascoltato le sue preghiere».
E infine: che ne pensa di quello che ha detto pochi giorni fa a proposito delle dimissioni? «Penso che sia scontato che un Papa possa dimettersi: contemplato nel Codice di diritto canonico. Tuttavia almeno fino a quando è in vita anche il Papa emerito, Benedetto, penso che sia del tutto irreale: avremmo tre Papi: due emeriti e dopo il nuovo Conclave anche un altro in funzione! Ora due: il Signore dia vita ad entrambi e ce li conservi».