Purificare il tempio, i corpi e le nostre menti dai falsi idoli (Giovanni 2: 13-25)
Riflessioni bibliche di Matthew Myers pubblicate sul sito cattolico LGBT New Ways Ministry* l’8 marzo 2015, liberamente tradotte da Marius
Talvolta si menziona la lettura del Vangelo di oggi come la “Purificazione del Tempio” che è un episodio registrato da tutti e quattro gli evangelisti. Giovanni evangelista dice che Gesù “fece una frusta di cordicelle” e scacciò i cambiavalute e gli animali fuori dal tempio. Agendo in maniera così energica, immagino che Gesù sia riuscito a sconvolgere amici e seguaci. E comunque, le sue parole e azioni mi lasciano sempre un senso di turbamento. Gesù è ovviamente sconvolto da ciò che vede, ma perché? Le spiegazioni sono molte e svariate. Alcuni commentatori suggeriscono che fosse infuriato per la commercializzazione e lo sfruttamento economico che si verificavano sul suolo del tempio. Altri sostengono che stesse dimostrando la sua opposizione all’occupazione romana di Gerusalemme. Seppure queste spiegazioni abbiano un certo valore, penso che ci sia una ragione ben più profonda per la rabbia di Gesù: l’idolatria. Le azioni di Gesù sono un’esaltazione del comandamento dell’Esodo: “Non avrai altro dio all’infuori di me”. Egli comanda al popolo: “Non fate della casa del Padre mio un mercato”. In altre parole, egli ordina di smettere di distrarre la gente da Dio. In un mercato accade molto di più che semplice commercio. La gente fa pettegolezzi, programmi per la cena, parla dei politici locali, brama ciò che non può permettersi, ecc. Il brusio dell’attività nel tempio non avvicinava le persone a Dio; al contrario, le loro menti erano così piene di distrazioni da dimenticare Dio. Questa idolatria “superficiale” non comporta l’adorazione di vitelli d’oro, ma è comunque idolatria, perché Dio è escluso dai nostri cuori per questioni relativamente banali.
Ricordo una famosa frase di Dorothy Day: “La più grande sfida del giorno è: come fare una rivoluzione del cuore, una rivoluzione che deve iniziare con ognuno di noi?”. Penso che Dorothy fosse profondamente consapevole dei tanti piccoli “dei” che invadono la nostra vita quotidiana e che ci allontanano dal nostro Creatore. La sua rivoluzione del cuore comporta che tutti noi esultiamo per ciò che ci avvicina a Dio, rifiutando ciò che ci allontana da lui. La sfida che dobbiamo affrontare consiste nel prenderci del tempo per riuscire a discernere ciò che ci conduce oppure no a una più piena vita con Dio.
Mi confortano le parole di Giovanni che Gesù “non aveva bisogno di nessuno che gli desse testimonianza della natura umana. Egli la comprendeva bene da solo”. Gesù sa quanto sia difficile rimanere centrati in Dio quando si è circondati da un mondo pieno di distrazioni. Egli conosce le sfide che affrontiamo per via del comandamento che non si deve anteporre nulla a Dio.
Mentre operate per la giustizia e per l’uguaglianza delle persone LGBT nella Chiesa e nella società, quali sono le distrazioni o gli idoli che vi distraggono dall’opera che occorre realizzare? Se volete condividere i vostri pensieri con gli altri lettori, lasciate un commento a questo post. Durante il nostro cammino quaresimale, possiamo noi con fiducia unirci a Gesù, nostro fratello in tutte le cose, nel purificare il tempio della nostra mente e del nostro corpo da tutto ciò che ci distrae da Dio. E’ una grande sfida, ma ne vale la pena.
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* Nelle domeniche di Quaresima, Bondings 2.0 pubblicherà le riflessioni dei membri dello staff di New Ways Ministry. Le letture liturgiche per la terza Domenica di Quaresima sono: Esodo 20: 1-17; Salmo 19: 8-11; 1 Corinzi 1: 22-25; Giovanni 2: 13-25.
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Testo originale: Cleansing the Temple–and Our Bodies and Minds–of Idols