Le risposte al Sinodo della Diocesi di Muster: “misericordia invece di discriminazione”
Articolo pubblicato sul sito Westfählische Nachrichten (Germania) il 24 marzo 2015, traduzione di finesettimana.org
La diocesi di Münster (Germania) pubblica le risposte al questionario in preparazione del Sinodo sulla famiglia del prossimo ottobre. I cattolici della diocesi di Münster si augurano una Chiesa che accolga tutti con misericordia e amore, indipendentemente dalle situazioni familiari o dalle forme di relazione in cui vivono. Questo dovrebbe valere in particolare per quelle persone il cui matrimonio è fallito, che sono separate e si sono risposate o vivono una relazione omosessuale. Questo è il tenore delle risposte che hanno dato i cattolici della diocesi di Münster al questionario per la preparazione del sinodo sulla famiglia che si svolgerà a Roma in ottobre. La diocesi ha pubblicato le risposte sul suo sito internet .
Il Vaticano aveva chiesto a tutte le diocesi alla fine dello scorso anno di coinvolgere i loro membri per esprimere le loro idee sull’argomento. La base per il questionario era la relazione finale del sinodo dei vescovi dello scorso anno. I risultati del questionario di quest’anno costituiscono la base per la prossima riunione generale del sinodo dei vescovi, che avrà luogo dal 4 al 25 ottobre a Roma.
La diocesi di Münster aveva pubblicato il questionario del Vaticano sul suo sito internet. In seguito sono stati consultati: il consiglio diocesano, che è l’organismo sinodale della diocesi e, su singoli temi, anche degli esperti in consulenza coniugale e familiare. Complessivamente sono giunte circa 100 risposte, soprattutto da gruppi di famiglie, associazioni e consigli parrocchiali. La cosa che più di tutte è stata considerata positiva è stata la possibilità di poter partecipare alla discussione della Chiesa sul tema matrimonio, famiglia, convivenze. Tuttavia in molti punti la lingua usata nel documento viene criticata come di difficile comprensione.
In generale, come risulta dalle risposte, i cattolici nella diocesi di Münster si augurano dalla loro Chiesa un atteggiamento di ascolto, di sensibilità per le situazione di vita delle persone, un atteggiamento di dialogo aperto con loro. Si afferma che, anche oggi, “matrimonio e famiglia vengono ritenuti fondamentalmente positivi da molte persone”.
Ma si ritiene importante che si comprenda che la famiglia è “in ogni luogo in cui le persone si assumono responsabilità reciproca in maniera durevole e sicura e superando le differenze generazionali”. Viene invece criticata una “ipervalutazione” del matrimonio da parte della Chiesa. Risulta evidente da dichiarazioni come le seguenti: “È scoraggiante che la Chiesa preveda un unico modello di vita comune tra persone. Questo porta automaticamente ad una emarginazione delle persone che hanno una visione diversa del loro rapporto di coppia”. “È necessario… riconoscere che ovunque viene vissuto l’amore – anche in relazioni non regolari secondo la Chiesa – Dio è presente”. “Non è immaginabile che persone che (per un certo periodo di tempo) non vivono secondo una determinata forma di vita siano considerate cristiani e cristiane di seconda classe”.
Inoltre i cattolici che hanno inviato le loro risposte nella diocesi di Münster esprimono la loro critica in relazione soprattutto ai gruppi dei divorziati risposati e delle persone che vivono relazioni di coppia omosessuali. Viene quindi espresso il desiderio che “sia reso possibile anche ai divorziati risposati l’accesso ai sacramenti”. La motivazione che ne viene data è la seguente: “Dio non esclude nessuno dalla sua misericordia. Questo significa anche che lui conosce l’imperfezione e la fragilità delle persone. Ci sono dei momenti soprattutto nelle questioni relazionali in cui non è possibile una soluzione semplicistica. Divorzi e seconde nozze sono fatti che devono essere accompagnati in maniera positiva e non semplicemente giudicati. Se Dio non esclude nessuno, neanche la Chiesa ha il diritto di farlo”. Se la Chiesa continuerà a mantenere un “atteggiamento severo” sul tema dei divorziati risposati, allontanerà molte persone. Invece, dovrebbe aprirsi a queste persone: “Le persone che rischiano la separazione o già vivono la separazione, dovrebbero poter continuare a sentirsi a casa propria nella Chiesa” e dovrebbe essere esplicitato inoltre che non vanno incontro ad una colpa irreversibile.
Come i divorziati risposati, anche le persone che vivono relazioni omosessuali non dovrebbero essere emarginate, si afferma nelle risposte: “Non è ammissibile una svalutazione della sessualità lesbica o omosessuale, dato che lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali sono anch’essi figli di Dio come le altre persone”. “Le persone dello stesso sesso che si amano non devono essere compatite o colpevolizzate, ma essere accolte e prese sul serio nel loro modo di amare e di vivere”. “Non dovremmo piuttosto dare importanza ai valori cristiani come base per una buona relazione, omosessuale o eterosessuale?”.
A questo proposito si riflette anche con una certa vivacità su “come dovrebbero essere delle celebrazioni di benedizione che aiutino le coppie a riconoscere la presenza di Dio nella loro vita e al contempo non siano confuse con delle nozze”.
Nelle risposte inoltre, mentre si critica la morale sessuale della Chiesa sempre solo “negativa”, si sottolinea invece che affidabilità, fiducia, fedeltà, attenzione, disponibilità alla riconciliazione sono ancora considerati “valori apprezzati e richiesti”. Per permettere che anche in futuro l’importanza di questi valori sia resa evidente, è anche necessario un cambiamento del linguaggio ecclesiale: “Il linguaggio della Chiesa deve essere sensibile e comprensibile”. La Chiesa dovrebbe imparare “a parlare come parla la gente”.
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> Le risposte della diocesi di Münster – Sintesi in Tedesco (PDF)