A Padova in veglia con gli omosessuali. Locandine nelle parrocchie “Contro la diversità, per infrangere il muro di silenzio”
Articolo di Francesca Visentin tratto dal Corriere del Veneto del 14 maggio 2009
PADOVA – Gay in chiesa, a Padova: una veglia di preghiera per le vittime dell’omofobia. Gli omosessuali credenti del gruppo Emmanuele hanno organizzato domani (ndr 15 maggio 2009) a Santa Caterina, chiesa del centro di Padova, una celebrazione con un sacerdote cattolico della diocesi, don Leonardo Scandellari, rettore del Collegio Gregorianum e un pastore metodista valdese, Caterina Duprè, «contro la paura della diversità».
Perchè, spiegano: «Ci sono omossessuali che hanno il coraggio di pregare a viso aperto. E cercano fratelli che a viso aperto preghino insieme a loro».
Locandine che pubblicizzano l’evento sono esposte nelle parrocchie padovane e al l’Università. E l’annuncio dell’iniziativa è stato pubblicato sul settimanale della diocesi di Padova «La Difesa del Popolo».
«Chi ha paura non è perfetto nell’amore», dice lo slogan delle locandine, tratto dalla prima lettera di Giovanni. «Una provocazione forte rivolta ai tanti omosesssuali che nascondendosi trovano un comodo compromesso alla loro condizione», sottolineano dal gruppo Emmanuele.
La veglia si svolgerà in contemporanea anche in altre 20 città d’Italia, nel Veneto, oltre a Padova, aderisce Bassano del Grappa, dove la manifestazione si svolgerà però in una casa. A parte la diocesi di Padova, sono soltanto altre tre le diocesi italiane che hanno messo a disposizione dei gay credenti una chiesa: Milano, Catania, Palermo.
Ma le veglie in chiesa, sono un’abitudine per i gay cattolici del gruppo Emmanuele, che dal 1997 s’incontrano regolarmente due volte al mese nella parrocchia di Mortise, per pregare.
«La condizione di omosessuali non è un ostacolo a un cammino di fede — spiega Luigi Pescina — ma rappresenta anzi uno dei talenti che il Padre ha dato a ciascuno di noi».
Il gruppo Emmanuele in passato ha anche incontrato il vescovo di Padova Antonio Mattiazzo. Nessun veto è mai stato posto alla loro attività di preghiera, veglie, riflessioni spirituali, ma anche volontariato all’interno della parrocchia di Mortise.
Il cammino di fede del gruppo gay è iniziato con don Luciano Carraro, oggi parroco del Duomo di Este. Ed è proseguito con l’attua le parroco don Bruno Piccolo, che l’anno scorso partecipò alla veglia contro l’omofobia, sempre organizzata a Padova nella chiesa cattolica di Santa Caterina. «L’anno scorso la chiesa era piena – fa sapere Luigi Pescina – ci aspettiamo la stessa cosa domani.
La veglia prevede testimonianze sui gay che hanno subito violenze a causa della loro condizione, riflessioni del sacerdote e del pastore, poi preghiere e intercessioni di tutta l’assemblea».
Spiega Pescina: «L’iniziativa mette insieme cristiani con diversi cammini di fede, che vegliano con i gay credenti per infrangere il muro di silenzio che spesso c’è nelle nostre chiese».
Ma il gruppo di omosessuali cattolici Emmanuele è attivissimo all’interno della chiesa padovana: oltre alle veglie, ogni anno collabora all’organizzazione del pranzo per i poveri della parrocchia, è promotore di dibattiti e convegni. Ha pure organizzato un pellegrinaggio in Terra Santa, «sulle orme di Gesù Buon Pastore».
Da parte della Curia di Padova, le varie iniziative sono sempre state accettate. «Nessuna benedizione, è chiaro — precisano i gay cattolici — , ma il solo fatto di non intervenire con condanne o polemiche è confortante».
I gay cattolici parlano di Padova come di una Diocesi ideale, caratterizzata dall’accoglienza e dall’ascolto. E diventata punto di riferimento anche per gli omosessuali di altre province, che si sono uniti al gruppo Emmanuele e s’incontrano a Padova per momenti di preghiera nelle ricorrenze di Avvento, Quaresima, Pentecoste.
«Un esempio illuminato — secondo i gay— di impegno pastorale che non ghettizza, ma abbraccia tutte le componenti del popolo di Dio».
Tanto che un tema tradizionalmente con siderato scomodo dalla chiesa, come quello degli omosessuali credenti, ha trovato ampio spazio di approfondimento in passato sulle pagine del settimanale diocesano La Difesa del Popolo.
«Tutte le attività del gruppo Emmanuele le abbiamo sempre segnalate, senza commenti, nè giudizi — spiega don Cesare Contarini, direttore del la Difesa del Popolo — . Il vescovo sa che questo gruppo c’è e ha autorizzato una parrocchia ad ospitarli. Che siano sindacalisti credenti o omosessuali credenti, è compito della chiesa accompagnare tutte le persone. Essere cristiani si qualifica soprattutto per l’accoglienza».
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