A Napoli abbiamo vegliato. Ponti Sospesi tra … paura e amore
Ponti Sospesi tra … paura e amore. Questa la dicotomia scelta dal Gruppo Ponti Sospesi di Napoli per celebrare i due momenti della Veglia in memoria delle Vittime dell’omofobia, svoltasi presso il Tempio Valdese di Via Duomo (ndr a Napoli).
“Sono esseri umani, ha capito?”. Queste parole, semplici, pronunciate dalla madre di uno di noi, ad epilogo di un appello rivolto ad un rappresentante della comunità politica locale racchiudono, come in un flash, il mio ricordo della Veglia in memoria delle Vittime dell’omofobia, svoltasi, qualche giorno fa presso il Tempio Valdese di Via Duomo.
Cosa stava facendo in quel momento la mia famiglia? Mia madre probabilmente era intenta a preparare la cena apparecchiando per quattro perché “ero a studiare a Napoli da amici”, papà forse a fare qualche conteggio di economia domestica.
Posso intravedere i loro volti. Chissà se mi stanno pensando. Chissà se riescono a percepire le mie emozioni.
Ho saputo, qualche giorno dopo, che quella madre, pur avendo partecipato alle precedenti Veglie, era la prima volta che prendeva la parola e che le ci era voluto un po’ di tempo per arrivare a pensarla così, per arrivare a dichiararsi pubblicamente “madre di uno di noi”.
Le sue parole, pronunciate con grazia ma allo stesso tempo con fermezza, figlie dell’amore che solo una madre può nutrire, nonostante tutto, hanno alimentato in me la speranza che solo con l’amore e la testimonianza possiamo scalzare la paura ed abbattere il mostro dell’omofobia.
In quel momento l’ho invidiata. Ho 28 anni, sono giovane, ma non ho ancora il coraggio di rivelare ai miei chi veramente sono. Fa male, sì, tanto. Ma sono occasioni come questa che ti danno la forza per fare qualche passo avanti nel lento percorso di coming out.
La Veglia a Napoli quest’anno si è ispirata alla dicotomia paura/amore. La paura ha rappresentato e rappresenta tutt’oggi lo strumento di cui troppo spesso il potere politico si serve per il mantenimento di quello che è considerato “l’ordine naturale delle cose”.
L’amore, dall’altro lato, non conosce la paura perché “è sovvertitore di ogni buon ordinamento sociale della nostra vita”.
Così, dopo il primo momento dell’incontro, scandito, tra l’altro, dalla lettura di un passo del libro di padre Alberto Maggi, “Come leggere il Vangelo e non perdere la fede”, in cui si affrontano le due figure contrastanti di Dio nella Bibbia, quella del Dio Creatore (che si entusiasma della sua creazione, ama la vita, innalza l’uomo al suo stesso livello) e quella del Dio Legislatore (che non fa che porre cartelli di divieto, rende impossibile la vita, allontana l’uomo da sé), dalla spiegazione del significato del triangolo rosa appuntato dai nazisti sulle camice dei deportati ritenuti omosessuali e dalla lettura di alcune storie di quotidiana omofobia, si arriva a toccare il tema dell’amore, inizio e fine della vita del cristiano, nonché quello della speranza per la comunità GLBT, espressa dalla lettura dei discorsi di Barack Obama e Josè Rodriguez Zapatero.
A conclusione dell’incontro, l’intervento dei pastori della Chiesa Valdese, Odoardo e Maria Adelaide.
Grazie Odoardo per averci ricordato che nel regno dei cieli non ci sarà posto per le differenze. Grazie Maria Adelaide per aver riproposto, a conclusione di un incontro molto triste e doloroso, un brano di speranza dall’Apocalisse, per troppo tempo stipato chissà dove dalla mia mente.
“Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c’era più. E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scender giù dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio.
Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate».E colui che siede sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».
Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere», e aggiunse: «Ogni cosa è compiuta. Io sono l’alfa e l’omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell’acqua della vita. Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio” (Apocalisse 21:1-7)