Oltre le etichette. La mia vita, l’amore per una donna e Dio, se c’è
Dialoghi di Angela con Marcella
Ognuno ha la sua storia e ogni storia è diversa. Ho deciso di intraprendere una serie di dialoghi e confronti con diverse persone sulla loro omosessualità, la scoperta di se stessi e il rapporto con Dio e con la fede.
Inizio con una breve conversazione con una amica di vecchia data, che ho rincontrato di recente dopo qualche anno di lontananza.
.
Carissima, io e te ci conosciamo da 19 anni, una vita ormai. Quindi non ti nascondo che mi hai un po’ stupito, ho sempre visto vari ragazzi nella tua vita e ora ti vedo con una compagna. Quindi, perdona la mia domanda, ma tu sei bisessuale o semplicemente hai preso tardivamente coscienza della tua omosessualità? Da quello che ho imparato nella vita, non esistono schemi o categorie, alla fine ognuno segue un percorso suo, e alcuni possono essere molto diversi.
Partendo dal presupposto che non amo le etichette capisco anche che un nome alle cose o alle persone bisogna pur darlo, anche se una rosa pur non chiamandosi rosa profumerebbe ugualmente. Ho conosciuto la mia compagna in un periodo stranissimo della mia vita è vero, ma tra tutti i problemi che avevo con il mio compagno di allora e il genere maschile, il sesso non era sicuramente tra quelli. Il fatto è che ho incrociato i miei occhi con quelli di lei e me ne sono innamorata, semplicemente e l’ho voluta fortemente. Ho provato per 4 mesi, tra molti litigi e anche tanti momenti magici a conquistarla, ma lei non mi voleva, non le piacevo e poi, magicamente, nel pomeriggio in cui avevo deciso di mollare è stata lei a scegliere di non lasciarmi andare e stiamo così da due anni!
Ti dicevo non amo le etichette, io amo l’amore ed è stato l’amore a portarmi da una persona, perché ai miei occhi anche se lei è una donna, non è solo questo, è la PERSONA che amo, incredibilmente tanto. Indubbiamente, come tutte le cose su questa terra che finiscono, potrebbe finire anche con lei e non posso escludere di potermi innamorare di nuovo magari di un uomo. Le etichette limitano incredibilmente i nostri spazi, l’amore c’è e non ha confini a mio parere, soprattutto fisici. Se due anime sono affini è giusto che stiamo insieme, il sesso e il contatto fisico vengono di conseguenza!
.
Nel corso del tempo, e delle varie vicende della tua vita, il tuo rapporto con la fede com’è? Ricordi ai tempi della prima superiore, quando cantavi “fratello sole e sorella luna”? Esiste ancora nel profondo del tuo cuore quella parte di te? Premesso che quando ti parlo di fede, intendo il tuo rapporto con Dio, non con la Chiesa come istituzione.
Mamma mia ma come fai a ricordarti? A quella canzone sono particolarmente legata per due motivi e nessuno dei due per la fede. Il primo è che quando ero molto piccola, a causa delle lotte fratricide tra i miei genitori in cui usavano me come bottino, purtroppo soffrivo di attacchi di panico e vomito. L’unica cosa che mi calmava era il suono della voce di mia mamma che mi cullava cantando quella nenia. Potere della voce o della canzone non lo so, sta di fatto che ancora oggi se ci penso provo pace.
Il secondo motivo mi lega alla mia maestra delle elementari, fratello sole e la canzone di san Damiano sono state le prime due canzoni che sapevo cantare e la maestra di cose me ne ha insegnate tante. A lei devo molta della mia sete di conoscenza e voglia di crescere.
Precisato questo la fede è una questione talmente intima che è difficile se non impossibile riuscire a spiegarla. Secondo me credere in qualcosa che non si vede richiede molto coraggio, se mi chiedi se credo in Dio e nella storia di Gesù, ti dico che spero ci sia un Dio lassù o comunque una entità che ascolti le nostre preghiere, ma non so dirti se ci credo davvero. Ma credo invece, e spero vivamente, che Gesù più che una figura spirituale sia stata una figura umana come me e te. Un uomo di grande carisma e di grande sensibilità, onestamente ai cosiddetti miracoli non credo moltissimo, a mio parere i miracoli si trovano nella quotidianità. Un fiore che nasce, un bambino che cresce in definitiva.
Mi piace credere in Gesù o in figure come san Francesco perché estremamente umane ed incredibilmente affini al mondo in cui viviamo, animali, natura e persone. Non amo molto la categorizzazione del Dio immortale che la chiesa gli attribuisce. Mi fa sentire piccola ed impotente, rapportarmi con una figura empirica come me mi da più sicurezza, se poi ci mettiamo che la storia, come materia, mi ha sempre aiutata a rispondere alle mie domande il gioco è fatto.
La chiesa cattolica rovina tante cose ed impone, non è assolutamente un atteggiamento positivo, c’è da dire che io credo, anzi spero, che non finisca tutto quaggiù e che ci sia qualcuno o qualcosa pronto ad accoglierci alla fine di questo percorso. Ad esempio mi piace pensare che mio padre stia vivendo di nuovo magari in “paradiso” o in un “aldilà”, che chiamar si voglia. Questo concetto non è strettamente legato ad un Dio come figura fisica, ma è legato ad una speranza, che si chiami fede o in un altro modo non lo so. La mia fede è credere nella vita, più che in quello che potrebbe o non potrebbe essere, però davvero è un concetto talmente ampio, profondo e personale che forse non esistono parole adatte. Forse non so spiegarmi ma sicuramente in qualcosa credo. In me stessa che, da quello che ho sentito, se sono davvero figlia del Signore equivale ad amare anche lui. Se c’è!