Noi cristiani sull’omosessualità ci facciamo la domanda sbagliata
Riflessioni di Susan Cottrell* pubblicate sul blog FreedHearts (Stati Uniti) il 2 luglio 2013, liberamente tradotte da Silvia Lanzi
Il dibattito sui gay cristiani infuria ogni giorno, con quelle che sembrano vittime impersonali. Come possiamo trovare un terreno comune in questo argomento così profondamente personale che divide profondamente? Penso che ci stiamo facendo la domanda sbagliata. Ci siamo concentrati sul fatto che l’essere gay sia giusto o sbagliato, invece che: chi lo fa essere giusto o sbagliato?
Iniziamo con cosa c’è di speciale nel cristianesimo. Cosa lo rende differente dalle altre religioni? È Cristo. Suona ovvio, ma Egli non è intercambiabile con qualunque altro leader religioso o maestro. Egli ci offre una relazione incomparabile, sia con Lui che con il resto della Trinità. Tragicamente, l’impronta di Cristo viene offuscata quando ci concentriamo sulla mortificazione dei comportamenti o della gestione del peccato.
Solo Gesù Cristo ci offre una relazione personale. Agostino ha detto: “Ho letto in Platone e Cicerone massime che sono bellissime e piene di saggezza; ma non ho mai letto in nessuno dei due: ‘Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi’”.
Di tutte le religioni del mondo, solo Gesù ci offre l’amicizia con Dio. Tutte le altre sono basate sul comportarsi bene. Solo Gesù è la Via, la Verità e la Vita – solo in relazione con Lui, e non grazie ai nostri comportamenti, otteniamo piena accoglienza presso Dio.
Il cristianesimo si distorce quando diventa una lista di cose da fare. Sfortunatamente, vediamo queste liste di cose da fare anche in molte chiese. Chiese fondate sulla fede in Cristo si trasformano in fede in se stessi e nella nostra capacità di far meglio. In Galati 3, 2-3 c’è scritto: “Questo solo io vorrei sapere da voi: è per le opere della legge che avete ricevuto lo Spirito o per aver creduto alla predicazione? Siete così privi d’intelligenza che, dopo aver incominciato con lo Spirito, ora volete finire con la carne?”
Dio ci ha detto chiaramente di non mangiare dall’Albero della Conoscenza del Bene e del Male (la lista delle cose da fare/non fare), ma dall’Albero della Vita (Gesù). Ogni altra religione ci offre l’Albero della Conoscenza, la propria lista delle cose da fare/non fare. Solo il vero cristianesimo offre l’Albero della Vita.
Se si crede che il cristianesimo significhi l’aderenza a un certo numero di regole, è falso. Le regole suonano nobili e di stampo biblico, ma non c’è potere in questa lista. Paolo lo chiarisce in Colossesi 2, 20-23. “Se pertanto siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché lasciarvi imporre, come se viveste ancora nel mondo, dei precetti quali «Non prendere, non gustare, non toccare»? Tutte cose destinate a scomparire con l’uso: sono infatti prescrizioni e insegnamenti di uomini! Queste cose hanno una parvenza di sapienza, con la loro affettata religiosità e umiltà e austerità riguardo al corpo, ma in realtà non servono che per soddisfare la carne.”
Abbiamo visto che, durante i millenni, le regole non possono rimanere intatte. (Se si potesse, che bisogno ci sarebbe di un Salvatore?). Certamente una società civile ha bisogno di regole per mantenere l’ordine, ma provate un po’ a pensare: abbiamo ora più leggi di quante ne abbiamo mai avute e c’è anche più illegalità. Le regole da sole non producono adesione ad esse e certamente non danno vita a relazioni.
L’Albero della Conoscenza del Bene e del Male è semplicemente la nostra interpretazione di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato, lontano dalla relazione con Dio.
Dio dice chiaramente: “Non mangiate da quell’albero”. Ma tutto il giorno ci ingozziamo con i suoi frutti, dicendo: “Non guardare questo film, non aver a che fare con quella gente”. Dio dice di non mangiare dall’albero per una ragione: non siamo abbastanza dotati per prendere queste decisioni. Solo Dio è dotato abbastanza per sapere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, che non è ciò che ci deve essere imposto dalla lista, a dispetto della relazione. Il primo significato della parola “giusto” nel contesto ebraico, significa “giustamente correlato”. Certamente, non sto dicendo che tutto è permesso; ma che la vera giustizia arriva solo tramite la relazione con Lui. Quando rimaniamo in Lui, Egli ci porta esattamente dove abbiamo bisogno di andare, anche quando ci sorprende (come disse a Pietro di essere in comunione con i Gentili).
Il dibattito sull’omosessualità – “è giusta o sbagliata?” – si sta ancora nutrendo dall’albero sbagliato – a prescindere da quale parte si è. Anche se si insiste che è sbagliato (o giusto) si tratta solo del lato buono o cattivo dello stesso albero. Invece, abbiamo bisogno di mangiare all’Albero della Vita, restando in relazione con Gesù e sviluppando le relazioni con gli altri. Dobbiamo tenere le nostre opinioni in mani aperte, con umiltà.
Abbiamo visto abbastanza di come si comportava Gesù per sapere che il suo modo di relazionarsi guardava alla profondità, piuttosto che al giusto e allo sbagliato, e va sempre al cuore della relazione con Lui.
Gesù offre una relazione dolce, intima e fresca, ma solo se ci districhiamo dall’Albero della Conoscenza e lasciamo che s’innesti sull’Albero della Vita.
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* Susan Cottrell è una insegnante cristiana con esperienze nello studio biblico e nel discepolato, ha scritto il libro “Mom, I’m Gay” – Loving Your LGBTQ Child Without Sacrificing Your Faith (Mamma, sono gay. Come potete amare vostro figlio LGBTQ senza sacrificare la vostra fede). Lei e suo marito sono sposati da più di 27 anni e hanno cinque figli, uno dei quali fa parte della comunità LGBTQ. Vivono a Austin, Texas (USA).
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Testo originale: A Tale of Two Trees: Why We Are All Asking the Wrong Question