Il matrimonio gay non è una “sconfitta dell’umanità”, ma una felicità che si moltiplica
Articolo di Bob Shine pubblicato sul blog di New Ways Ministry (USA) il 29 maggio, liberamente tradotto da Luca B..
Un vescovo irlandese ha criticato le parole del cardinale segretario di stato vaticano Pietro Parolin che la settimana scorsa ha giudicato il passaggio dell’Irlanda al matrimonio egualitario come una “sconfitta dell’umanità”. Il vescovo irlandese sostiene infatti che il commento fosse inappropriato e non approvato da Papa Francesco. Willie Walsh, vescovo emerito della diocesi di Killaloe ha dichiarato, in un’intervista alla televisione nazionale irlandese, che le conclusioni di Parolin sono incompatibili con la linea di Papa Francesco solitamente più inclusiva. Walsh ha detto al giornalista: “Questa affermazione [di Parolin] mi ha messo molto a disagio. Voglio dire, ci sono stati un sacco di disastri in tutto il mondo, ma di certo non avrei mai sostenuto la convinzione che il referendum fosse tra questi.
Suggerire che più di un milione di persone che si sono recate alle urne e hanno votato sì fossero così false nella loro giudizio da generare un disastro per l’umanità non è qualcosa che posso accettare […]” Si tratta di una dichiarazione inadeguata … [e] non uno penso che rappresenti il pensiero del pontefice nonostante provenga da una figura molto importante all’interno della Chiesa. Si tratta di un giudizio molto pesante su tutta la questione”.
Secondo l’Irish Times, Walsh ha rifiutato di dire se abbia votato o meno a favore dei diritti del matrimonio parità, dicendo solo: “Una persone difficilmente può assistere alle celebrazioni e sostenere che esse non abbiano aumentato la somma della felicità umana [in Irlanda].”
Walsh ha già parlato positivamente a proposito di temi LGBT e altre questioni controverse nella Chiesa. Parlando ad un ricevimento del 2010 Walsh ha detto ai gay che la Chiesa deve “essere sempre consapevole del fatto che molto spesso noi della chiesa li abbiamo feriti e fatto loro del male, e la cosa mi rattrista profondamente”
Padre Seán McDonagh dell’Associazione preti cattolici irlandesi ha fatto eco alla critica di Walsh di Parolin, ha riferito theIrish Times, dicendo che l’esito del referendum è stato “una sorpresa”, e che potrebbe essere aggiunto alla discussione sulle tematiche LGBT nel Sinodo dei vescovi di questo ottobre. Il direttore esecutivo di DignityUSA Marianne Duddy-Burke ha anche condannato il commento di Parolin, dicendo in una dichiarazione: “Purtroppo, i commenti del Cardinale Parolin dimostrano esattamente il tipo di rigidità e di arroganza che guidano così tante persone della Chiesa… È molto offensivo nei confronti dei sostenitori del matrimonio egualitario che vengono considerati come persone prive di valori cristiani e disumani addirittura… Il loro voto non è ‘sconfitta per l’umanità’, ma una vittoria per i valori cattolici fondamentali di amore, di inclusione, e di dignità di tutte le persone “.
L’editrice Jamie Manson (National Catholic Reporter) ha suggerito un collegamento tra Parolin e Papa Francesco come di una situazione di routine dell’agente buono e l’agente cattivo.
“Francesco è chiaramente d’accordo con Parolin nella sua “sconfitta per l’umanità” sui risultati del matrimonio egualitario in Irlanda di Parolin… Ma piuttosto che rispondere di persona all’Irlanda, questa volta, ha messo la linea di condanna più dura nella bocca del suo segretario di stato, mentre lui fa il lavoro di evangelizzazione dei giovani circa la verità e la bellezza degli insegnamenti della Chiesa sul matrimonio. é […] Parolin ha assunto il ruolo di reazionario vecchio stile del Vaticano mentre Francesco prende il nuovo approccio, più mite e catechetico. Ma alla fine sono entrambi d’accordo con l’opposizione della Chiesa Istituzionale per il matrimonio egualitario. Entrambi credono che le relazioni omosessuali violino la tradizionale comprensione delle leggi naturali e della complementarietà di genere. “
Secondo Manson, Francesco e Parolin, hanno decisamente fallito nell’evangelizzazione dei cattolici emarginate perché, soprattutto quelli che sono dichiarati LGBT, non tollereranno una chiesa che li accoglie negando però un’eguaglianza per tutti.
Questa prospettiva è in contrasto con quella dei sostenitori LGBT entusiasmati da Papa Francesco per le linee pastorali vicine ai cattolici LGBT, come il suo commento: “Chi sono io per giudicare?“, o per la concessione di posti VIP per i pellegrinaggi LGBT in una udienza papale.
Qualunque sia la strategia, speriamo che le parole del Vescovo Walsh si dirigano verso Roma. Opporsi al matrimonio egualitario è una cosa, ma farlo con un linguaggio iperbolico è davvero poco edificante. La buona notizia è che tra i cattolici d’Irlanda vi è davvero una felicità crescente, non solo nel proprio paese, ma in tutto il mondo per la promozione e l’accoglienza dei diritti LGBT.