Musulmani e gay: “io sono Charlie”
Articolo di Cédric Douzant pubblicato sul mensile Tétu del marzo 2015, pag.49, libera traduzione di Marco Galvagno.
Né lo stupore, ne la rivolta di vedere la loro religione presa in ostaggio ne la paura di generalizzazioni hanno intaccato la determinazione di queste personalità LGBT a battersi per la libertà. Sono gay sono musulmani e sono Charlie. Dagli attentati di gennaio varie voci musulmane lgbt si sono levate per condannare questo 11 settembre francese e associarsi al dolore delle famiglie delle vittime.
Tristezza e rivolta segnano la rubrica pubblicata da Ludovic Mohamed Zahed su Tétu.com, imam fondatore dell’associazione H2Mf e coordinatore internazionale della confederazione Calem. Ci confida che come la maggior parte degli omosessuali di origine araba e musulmana non era un fan dell’humour di Charlie Hebdo. Tuttavia non ha esitato a unirsi al corteo. Quella sera la maggior parte di noi provava un senso di rivolta e di disgusto. Eravamo sconvolti nel vedere tanti nostri sforzi per il dialogo e la lotta contro le facili generalizzazioni spazzati via da volgari criminali convertiti al terrorismo. Abbiamo fatto corpo con la Repubblica (francese) senza esitare. Eravamo allora Charlie.
La paura delle generalizzazioni ossessiona ugualmente il palco dell’artista franco marocchino 2 Fik. È tornato anche lui su Tétu per esprimere la sorpresa, il panico che l’hanno assalito il 7 gennaio. «L’arabo in me è andato in vacanza», deplora ricordandosi del dopo 11 settembre. «In effetti sono agnostico, ma visivamente parlando appartengo alla tradizione musulmana». Ora che abita in Canada ha pensato al fratello e alla sorella che abitano in Francia: «Sono triste nel sapere che la mia sorellina sarà preoccupata quando passeggia per strada o che mio fratello dovrà vivere la sua fede di nascosto».
Passato lo shock e l’emozione tutti si fanno la domanda del che fare dopo? Su Le Monde lo scrittore Abdellah Taia chiede alla Francia, in cui i musulmani sono molto stigmatizzati, di fare una riflessione sulle sue politiche d’integrazione soprattutto lui che si definisce un omosessuale musulmano, molto legato all’Islam, chiama i suoi correligionari a non tacere più e ad abbandonare un atteggiamento rassegnato. «I musulmani non possono prendersi il lusso di restare nell’angolino in cui gli altri li hanno confinati e poi fare le vittime. A un certo momento devono essere coraggiosi e guardarsi nudi. .. C’è qualcosa che sembra un’intimidazione permanente, l’islam è così se no sei un miscredente… Spesso si pensa che nella civiltà musulmana non vi siano mai stati momenti di ribellione reale. Ma è falso leggete le “Mille e una Notte” che è pieno di trasgressione, libertà e sessualità di tutti i tipi e di resistenza alle minacce di morte.
Armarsi della propria libertà è anche il leit motiv di 2fik che per le sue opere ha già subito minacce di morte: «Conosco quel piccolo momento di sudore freddo in cui ci si chiede se bisogna continuare o no, spiega. Istintivamente la mia reazione è “fuck it”. Farò ancora di più e farò infuriare quei ritardati al massimo».
Calem vuole proseguire le sue missioni di formazione degli imam e d’accoglienza dei rifugiati provenienti dai paesi arabo- musulmani. Nonostante l’inquietudine Ludovic Mohamed Zahed non perde la speranza, vogliamo credere che il nostro lavoro da formica porterà un giorno i suoi frutti.
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Testo originale: Musulmans et homos, ils sont “Charlie”