L’omofobia interiorizzata ci uccide. Accettarci come siamo ci salva
Intervista di Daniel Shoer Roth allo psicoterapeuta Omar Mejía pubblicata sul sito About.com en español (Stati Uniti), liberamente tradotta da Francesca Macilletti
Noi gay parliamo spesso dei pregiudizi che la società ha nei nostri confronti, gli stereotipi, la discriminazione, l’omofobia. Però si sente poco parlare riguardo ai nostri pregiudizi sugli omosessuali.
Questi pregiudizi derivano dal fatto che tanti gay nel mondo hanno difficoltà ad accettarsi per come sono. La conseguenza di ciò è che spesso preferiscono condurre una vita miserabile nascondendo la loro identità e ingannando le persone che li circondano. In casi estremi sviluppano un complesso d’inferiorità e sentimenti di vergogna. Questo fenomeno è chiamato omofobia interiorizzata. Per capire meglio per quale motivo i gay hanno pregiudizi su loro stessi e per apprendere quali sono i primi passi da compiere per superare questo, About en Español intervista il dottor Omar Mejía, psicoterapeuta di origini colombiane residente a Miami, che tiene conferenze negli Stati Uniti e in America Latina sulla condotta umana e sulle dipendenze.
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Cosa significa, in generale, l’accettazione di sé stessi?
Accettazione non è solo riconoscimento. Riconoscere di essere gay non è sufficiente, è molto più di questo. L’accettazione non è neanche rassegnazione. Quando ci rassegniamo, non ci stiamo accettando, ma conformando. L’accettazione è compassione e la compassione non è pena, è comprensione. E quando c’è comprensione e compassione, c’è spazio per accettare la realtà invece di combatterla.
Per esempio, quando accettiamo il fatto di avere paura di un’iniezione, che le nostre mani sudano, il nostro cuore palpita, ci rilassiamo e l’iniezione non risulta poi così tanto dolorosa. Però, per accettarlo, dobbiamo iniziare a rendercene conto, dobbiamo aprire la mente, esserne consapevoli.
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Perché a molte persone gay costa tanto accettare il proprio orientamento sessuale?
A causa dei pregiudizi che abbiamo appreso nei confronti delle persone omosessuali, delle religioni, del colore della pelle e dei generi. Il cervello ha assorbito tutti questi pregiudizi che sono incisi nelle menti degli eterosessuali così come in quelle degli omosessuali. È impossibile cancellarli dal nostro “disco rigido”.
Oltre a questo, l’importante per i gay non è cercare l’accettazione dagli altri, ma accettarsi. La mia responsabilità non è cambiare il mondo. L’unica cosa che posso fare è ammettere di avere dei pregiudizi e non identificarmici; non si deve tenere conto di queste credenze, altrimenti si soffre, ci si isola, ci si deprime e si cade vittima dell’alcool e della droga.
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Quali sono le conseguenze alle quali le persone gay che non si accettano vanno incontro? Come questo può portarli ad avere un comportamento autodistruttivo?
Per prima cosa, soffrono. C’è una differenza tra dolore e sofferenza: quest’ultima è causata dalla mente quando pensiamo al futuro, creando ansia e angoscia, o quando pensiamo al passato, facendoci provare sentimenti di colpa e vergogna. Il dolore è qualcosa di più profondo che non possiamo sperimentare fino al momento presente e non è relazionato con la mente. Oltre alla sofferenza, le conseguenze sono: depressione, autocommiserazione ed evasione. Evasione dal lavoro e dalle situazioni: avere paura di socializzare, paura dell’intimità, paura di camminare tenendo la mano del proprio compagno.
Queste persone non vogliono sentire il dolore provocato dalle critiche e dai giudizi altrui e dipendono molto da quello che la gente pensa e dice. Successivamente possono fare ricorso ad alcol e droghe, perché sotto i loro effetti si disinibiscono e agiscono più liberamente. Alcuni fuggono con comportamenti di compensazione, come la dipendenza sessuale, per non avere a che fare con determinati sentimenti. Altri si rifugiano nel lavoro, nel materialismo, nel consumismo, nella passione per le automobili, nella pornografia. La non accettazione della paura, il rifiuto e la vergogna portano alla sofferenza, la quale può portare al suicidio.
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Testo originale: Nuestros prejuicios sobre los homosexuales