Gesù Cristo non fu sì e no, ma in lui vi fu il sì (2Cor 1,18-22)
Riflessione biblica di suor Stefania Baldini*
Paolo sa che nella comunità di Corinto ci sono tensioni e che alcuni dimostrano ostilità nei suoi confronti, per cui rivendica da subito la chiarezza e la coerenza nel suo operare: chiamato a parlare a tutti della sua esperienza di incontro con il Cristo, egli non può che modellare la sua vita su quella di Colui che gliel’ha cambiata, dire il “si” incondizionato che Gesù ha detto al Padre.
E’ un “si” a uno spendersi senza niente trattenere, senza niente pretendere in cambio, ma con il desiderio che le comunità si lascino invadere dallo stesso amore che il Signore ha per ciascuna creatura, che Egli corregge perché non perda la bellezza di cui l’ha rivestita. Paolo intuisce il rischio di tradire questo sogno. Il pericolo di considerarlo una utopia, bella ma inattuabile, si presenta subito. E’ il rischio che corre ogni potere, ogni autorità anche minima, che almeno di alcuni pezzetti di vita si sente padrona.
Forse per questo Paolo conclude il discorso con una dichiarazione appassionata, uno splendido progetto di vita per chiunque: non si è padroni della fede dell’altro ma collaboratori della sua gioia.
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Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (2Cor 1,18-22)
Fratelli, Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è «sì» e «no». Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timòteo, non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì». Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono «sì». Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro «Amen» per la sua gloria. È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori.
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* Stefania (Leda) Baldini, è suora dal 1956 dell’Unione delle Suore Domenicane di S. Tommaso d’Aquino. Vive nel convento domenicano di Prato e collabora con la comunità delle Piagge di Firenze.