I pregiudizi sui migranti hanno un odio tenace
Riflessioni di Sally Ganem pubblicate sul sito della rivista cattolica Temoignage Chretien (Francia) il 1° giugno 2015, traduzione di finesettimana.org
Decisamente, non è una cosa piacevole immigrare in Europa. Tra i morti che si moltiplicano nel Mediterraneo e l’aumento inquietante degli atti razzisti, evidenziato dall’ultimo rapporto della Commissione nazionale consultiva dei diritti umani (CNCDH), è urgente cambiare l’immagine che alcuni si fanno dell’immigrazione.
Nel Regno Unito, con l’avvicinarsi delle elezioni legislative, il collettivo “Movimento contro la xenofobia” decide di agire mostrando un’immagine positiva degli immigrati. Il 12 aprile lancia la campagna “I am an immigrant”, per valorizzare positivamente gli immigrati, mentre la mentalità corrente li demonizza. In 400 stazioni del metro londinese vengono affissi i ritratti di quindici immigrati che si sono perfettamente integrati.
Lukas Belina, di origine polacca, è pompiere da sette anni. Baljeet Ghale, kenyana, insegna inglese a studenti universitari; Rosemaire Ramkissoon, originaria di Trinidad and Tobago, aiuta da quindici anni le persone affette da depressione, ansia, schizofrenia…
In Francia, la Cimade aveva realizzato la campagna “Valore aggiunto” nel novembre 2014 sullo stesso tema. I suoi manifesti proclamavano: “In Francia, ‘lo straniero’ non è né un problema né una minaccia”. “Bisogna dare dei migranti un’immagine positiva, noi tentiamo di fare questa lotta quotidianamente. Ma i politici e la schiacciante maggioranza dei media remano in senso opposto con mezzi ben maggiori dei nostri”, deplora Rafael Flichman della Cimade. La lettura dell’ultimo rapporto della CNCDH è istruttivo. La Francia è chiusa in una visione arcaica dello straniero. Il rapporto fa notare una “rivitalizzazione dei vecchi cliché antisemiti, una persistenza dei pregiudizi anti-rom e un rifiuto delle pratiche legate all’islam”. Gli atti razzisti, antisemiti e antimusulmani, sono aumentati del 30% nel 2014 e il 72,1% dei francesi ritiene che ci siano “troppi immigrati”.
Questo problema d’immagine è cruciale. Ogni naufragio nel Mediterraneo riversa la sua dose di immagini e di reportage catastrofici di uomini e donne in pericolo. Gli uomini politici si basano su quello per intonare i loro discorsi anti-immigrazione, e fingono di credere che sarebbe possibile impedire a questi migranti di lasciare il loro paese d’origine.
Un sondaggio dell’Ifop datato 27 aprile, mostra un atteggiamento preoccupante: per il 47% dei francesi, occorre “rafforzare i controlli alle frontiere e lottare contro l’immigrazione clandestina proveniente dal Mediterraneo”. Il 46% vuole un “aiuto allo sviluppo e alla stabilizzazione dei paesi del sud del Mediterraneo per trattenere sul posto le popolazioni”. Solo il 7% è “per lo sviluppo dei programmi di aiuto e di accoglienza”. Finché la linea dei politici e dei media non cambierà, ci saranno poche possibilità che l’opinione pubblica abbia un’evoluzione positiva. Eppure, il movimento è ineluttabile.
In Francia, il 40% delle persone nate tra il 2006 e il 2008 hanno almeno un genitore o un nonno immigrato (secondo l’Insee). Lo storico Pascal Blanchard ritiene che nel 2015, tra i 12 e i 14 milioni di francesi abbiano almeno uno dei loro nonni nato in territorio non europeo. Ossia tra il 18% e il 22% della popolazione totale.
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Testo originale: Les clichés sur les migrants ont la haine tenace