La Bibbia e il peccato di Sodoma: l’inospitalità
Testo tratto dal libro di Daniel A. Helminiak*, What the Bible really says about Homosexuality, Alamo Square Press, USA, 2000, liberamente tradotto da Luca C.
L’analisi (biblica) che segue adotta, dunque, un approccio che procede dal basso verso l’alto anche per interpretare la storia di Sodoma e qualsiasi altro riferimento presente nella Bibbia che sia stato usato tradizionalmente per condannare l’omosessualità. La storia di Sodoma è contenuta nel libro della Genesi al capitolo 19 versi 1 – 11.
I due angeli arrivarono a Sodoma nel tardo pomeriggio; Lot sedeva all’ingresso della città. Quando Lot li vide andò loro incontro, e si prostrò a terra. Egli disse “Prego, miei signori, venite nella casa del vostro servo e trascorretevi la notte, rinfrescatevi e al mattino presto potrete alzarvi e riprendere il vostro cammino”.
Essi gli risposero “No; trascorreremo la notte nella piazza.” Ma lui insistette con forza, così essi lo seguirono ed entrarono nella sua casa. Lot preparò per loro un banchetto infornò il pane ed essi si saziarono. Ma prima che fossero andati a coricarsi, gli uomini della città, gli uomini di Sodoma, sia giovani che anziani, tutti fino all’ultimo uomo, circondarono la casa e chiamarono Lot, “Dove sono gli uomini che sono venuti da te stanotte ?
Falli uscire così che possiamo conoscerli” Lot uscì fuori dalla porta e la richiuse “Vi prego, ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo, prendete anzi loro, e fate loro quello che volete, ma non toccate quegli uomini” Ma loro replicarono “Stai indietro!” e aggiunsero “Sei venuto come uno straniero in mezzo a noi e vorresti fare anche da giudice! Ora faremo a te peggio di quanto avremmo fatto loro” Così gli si fecero addosso e spingevano tanto da far crollare la porta di casa. Ma gli uomini che stavano dentro misero all’esterno le loro mani e portarono Lot dentro casa richiudendo la porta. Allora colpirono gli uomini davanti alla porta rendendoli ciechi, sia grandi che piccini, così che non furono più in grado di comprendere dove si trovavano.
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L’interpretazione comune della Storia!
Peter Cantor, come si è visto, seppe trasformare questo passo della Bibbia in una condanna inequivocabile del sesso omosessuale. Forse, il suo successo più grande la parola “sodomita” attribuita inequivocabilmente a chi pratica il sesso omosessuale ed il peccato di Sodoma comunemente associato alla pratica del sesso omosessuale.
Tuttavia, è possibile superare Peter Cantor attraverso un’analisi accurata del passo sopra citato e con un approccio “down to earth”. Infatti, rileggendo la storia il passo più scioccante non è l’intenzione degli uomini della città di presumibilmente sodomizzare i due viandanti bensì pensare che Lot avesse potuto offrire le sue figlie ai Sodomiti !
Come l’uomo più giusto di Sodoma poteva offrire le sue due figlie al soddisfacimento delle voglie degli uomini della città di Sodoma ?
Per comprendere come ciò fosse possibile è necessario ancora una volta analizzare criticamente il passato e comprendere l’ambiente culturale cui Lot apparteneva. Infatti, a quel tempo il padre di famiglia di fatto possedeva le persone che appartenevano alla Sua famiglia. I membri di quest’ultima erano di fatto e di diritto una proprietà del capo famiglia di cui egli era libero di disporre a suo piacimento.
Lot decidendo di donare le sue due figlie ai Sodomiti era pronto a sostenere un costo personale, che non era forse tanto di tipo emotivo, ma soprattutto di natura finanziaria. Infatti, nessun uomo sarebbe stato in seguito disposto a prendere in moglie ciascuna di loro essendo “usate” e Lot non avrebbe potuto percepire il prezzo che un potenziale marito sarebbe stato disposto a pagare. La parte rilevante della storia non è, dunque, l’aspetto sessuale in quanto anche le figlie di Lot erano “sconosciute” ai Sodomiti e Lot pensava che ai Sodomiti fare sesso con un uomo o con una donna fosse indifferente.
Cosa, dunque, volevano gli uomini della città di Sodoma dai visitatori di Lot ? Il verbo conoscere biblicamente inteso chiaramente allude alla natura sessuale della loro curiosità, tuttavia nel contesto del versetto si capisce che la gente del posto era infastidita soprattutto dal fatto che Lot, forestiero, stesse ospitando altri forestieri.
Il Peccato di Sodoma non è la pratica del sesso con persone dello stesso genere, piuttosto la d!urezza del cuore e l’abuso compiuto su persone foreste.
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Il dovere dell’Ospitalità
Perché Lot avrebbe voluto esporre le proprie figlie allo stupro ? Lot secondo le scritture era un uomo giusto, faceva quanto era giusto al meglio che poteva. Essere giusto agli occhi di Dio significava, dunque, essere gentile abbastanza da invitare dei viaggiatori sconosciuti a trascorrere la notte presso la proprio casa in un tempo in cui trascorrere la notte all’aperto avrebbe potuto significare la morte per i viandanti. Infatti, una regola fondamentale di ogni società Semitica,
compresa quella Araba, è offrire ospitalità, una regola talmente ferrea che rendeva immune da qualsiasi offesa anche un nemico al quale fosse stata concessa ospitalità.
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Il sesso anale maschile: l’inferiorità del corpo femminile
Qualora i Sodomiti avessero voluto avere sesso anale con i viandanti, l’offesa contro di loro sarebbe stata moltiplicata in quanto forzare il sesso sugli uomini era un modo comune al tempo per sottoporli ad umiliazione.
Infatti, al termine di una guerra i vincitori oltre ad abusare le donne e ad uccidere i bambini erano soliti pure sodomizzare i soldati sconfitti. L’idea sottostante era insultare gli uomini trattandoli sessualmente come fossero delle donne.
Una logica conseguenza della struttura famigliare descritta in precedenza che subordinava la donna e la disponeva insieme ai bambini ed ai servi alla proprietà del capo famiglia. !
Tale idea è sostenuta parimenti da tutti i maggiori oppositori del sesso omosessuale nel mondo Occidentale: San Giovanni Crisostomo, Sant’Agostino e lo stesso Peter Cantor i quali per citare Sant’Agostino pensavano che “il corpo di un uomo è tanto superiore a quello di una donna, quanto l’anima è superiore al corpo”.
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Il peccato di Sodoma!
Qual’è, dunque, il peccato di Sodoma ? Il punto della storia è che il vero peccato di Sodoma consiste nell’abuso e nell’offesa contro gli stranieri, nell’insultare i viandanti nel non offrire ospitalità ai bisognosi.
Questa è pure l’interpretazione storicamente valida, si legga il profeta Ezechiele (16:48-49): “Questa era la colpa di tua sorella Sodoma: lei e le sue figlie erano piene di orgoglio, abbondanti di cibo e di ogni bene, ma non aiutavano i poveri ed i bisognosi”.
Alcune persone puntano al fatto che Ezechiele parla di abominio di Gerusalemme, così come nel Levitico 18:22 si parla di abominio per gli atti sessuali compiuti tra persone dello stesso sesso “Non devi coricarti con un uomo come con una donna: è un abominio”.
Tuttavia, la Bibbia ebraica usa la parola abominio per riferirsi a molte cose e nel caso in questione il riferimento è alla Gerusalemme città santa che è invece rappresentata come infedele al suo Dio e dedita all’idolatria dei Baal, ovvero ai sacrifici umani, ed al peccato di Sodoma che come già detto allude alla mancanza di ospitalità e di soccorso per i bisognosi.
Anche il Libro della Sapienza 19:13 dice che il peccato di Sodoma era “l’odio acceso verso gli stranieri” e “rendere schiavi quegli ospiti che erano invece dei benefattori”. Era necessario ricordare che gli stranieri e gli ospiti dovevano apparire come angeli in missione per conto di Dio ed il peccato più grave era trattarli con abuso.
Lo stesso Gesù fa riferimento a Sodoma ed il tema cruciale è appunto il rifiuto dei messaggeri di Dio (Matteo 10:15).
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Il Peccato di Sodoma Oggi
Malgrado Gesù stesso abbia compreso il peccato di Sodoma come il peccato della mancata ospitalità e che altri passi nella Bibbia puntino allo stesso significato ancora oggi molte persone continuano a citare la storia di Sodoma come una condanna delle persone omosessuali e lesbiche.
Ciò è molto strano perché ai giorni nostri, le persone si oppongono talvolta in termini offensivi ad uomini e donne omosessuali in quanto diversi, strani e di fatto degli esclusi relegati ai margini della società.
Sono spesso disconosciuti dalle loro famiglie, allontanati dai loro figli, licenziati dai posti di lavoro, scacciati dalle loro abitazioni, picchiati a scuola, uccisi nelle strade e tutto ciò è compiuto in nome della religione e di una supposta moralità Giudaico-Cristiana.
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* Daniel A. Helminiak, autore di “What the Bible really says about Homosexuality, ha conseguito al Boston College e all’Andover Newton Theological School un dottorato in teologia sistematica, ed un altro in psicologia pedagogica ad Austin nell’Università di Texas. Per 28 anni ha servito la Chiesa cattolica romana come sacerdote. Attualmente è membro di Dignity l’associazione dei cattolici LGBT degli Stati Uniti.