Sei gay o lesbica? Non vergognarti di come Dio ti ha creato!
Riflessioni di Fray Bernardo (Valencia, Spagna) pubblicate sul sito cristianosgays (Spagna) il 25 agosto 2009, liberamente tradotte da Dino
Di umiliazioni ne sappiamo qualcosa, noi che siamo omosessuali. Alcune sono reali e altre ce le immaginiamo. L’umiliazione pubblica, spesso, ci si presenta nell’immaginare il volto pieno di disprezzo degli altri…
Inoltre, mentre camminiamo per la strada abbiamo l’impressione di essere rifiutati e criticati dalle persone che ci guardano. Si nota che sono gay? Richiamo l’attenzione per il mio abbigliamento? Tutti mi osservano?
E’ una vera piaga nel nostro amor proprio. E’ come se non potessimo accettarci nè immaginare un futuro felice. Vorremmo sparire. Magari stiamo trascorrendo una buona giornata, ma improvvisamente icordiamo quell’umiliazione e l’allegria svanisce. O ascoltiamo un elogio a qualcuno e nasce in noi il dolore di essere omosessuali, il timore che qualcuno se ne accorga.
Questi sentimenti di solito si trasformano in un’amarezza che di colpo trafigge l’anima, nel bel mezzo di un buon pranzo, di una passeggiata, di un momento piacevole. Oppure si presentano durante il lavoro e ci fanno sentire che la nostra attività è inutile poiché siamo stanchi di indossare sempre una maschera.
Questi ricordi ci tolgono l’allegria, l’entusiasmo, l’iniziativa. Può trattarsi di un ricordo molto vecchio, ma che non smette di ritornare ogni tanto alla nostra memoria e ci tormenta. Ci mettiamo allora di fronte a Dio e ci lamentiamo di essere omosessuali. “perché io? perché non me l’hai evitato?”.
Questo vuol dire negare la nostra storia, vuol dire condannare noi stessi per il fatto di esistere. Signore, non ho imparato a guardare a me stesso con occhi di comprensione e con tenerezza. Punisco me stesso per essere come Tu mi hai fatto.
O Signore, voglio accettarmi, ed essere felice di essere come sono.
Testo originale: Humillaciones