Il teologo André Paul: “la famiglia cristiana non esiste”. La Chiesa e la sfida della società attuale
Intervista di Bernadette Sauvaget al teologo cattolico André Paul pubblicata su Libération (Francia) il 4 ottobre 2015, liberamente tradotta da Marco Galvagno
Mentre a Roma si è appena aperto il sinodo sulla famiglia, il teologo André Paul afferma che la nozione stessa di famiglia cristiana sia una finzione, contrariamente al matrimonio non avrebbe fondamenti storic,i né teologici. Iconoclasta, dall’aria lievemente dandy André Paul, con i suoi ottanta anni passati, ha mantenuto l’energia per indignarsi, la freschezza del pensiero che gli consente di dissodare sentieri pieni d’insidie nella chiesa cattolica, cioè quelli che riguardano l’etica sessuale e famigliare.
Teologo e specialista dei primi secoli del cristianesimo ha pubblicato l’anno scorso un saggio appassionante intitolato “Eros enchainé, les chrétiens, la famille et le genre” (Eros incatenato, i cristiani , la famiglia e il genere) in cui ripercorre la storia della lunga diatriba del cristianesimo nei confronti della sessualità, il suo modo per rispondere ai cattolici che si sentivano oltraggiati dal varo della legge sul matrimonio per tutti.
A settembre al ritorno dalle vacanze André Paul, recidivo, pubblica un libro intitolato “La famille chrétienne n’existe pas, l’église face au défis de la société réelle” (La famiglia cristiana non esiste, la chiesa di fronte alle sfide della società reale) un modo per aggiungere un pizzico di sale in un dibattito attuale molto acceso. A Roma si è aperto il sinodo dei vescovi e cardinali convocati per riflettere sull’evoluzione della dottrina cattolica su questi temi. Favorevole ad un’apertura, papa Francesco ha coalizzato contro di sé gli ambienti conservatori e vari cardinali influenti.
Perché lei afferma che la famiglia cristiana non esiste?
Perché vi è una cesura sia sulla forma sia sulle questioni di fondo tra la chiesa e la realtà contemporanea. Nei fatti non vedo più una famiglia cristiana. I vari papi e soprattutto i cardinali hanno dipinto una famiglia e una società come volevano che fosse.
I sociologi oggi descrivono una società dove predomina lo “smatrimonio” cioè l’essere single, ma non solo, ognuno è libero di sposarsi quando e come vuole e pure di non sposarsi, il matrimonio non è più un obbligo sociale. Se l’individuo non si sposa può optare per una forma di convivenza sia con una persona dell’altro sesso che del proprio. La chiesa si ostina a mantenere un modello di famiglia obsoleta come se fosse una protesi ideologica, cioè una finzione.
Ma questa famiglia cristiana non è mai esistita nella storia?
Non penso, nella storia vi è stata la gestione di un’entità umana e sociale intorno alla filiazione con ramificazioni orizzontali e verticali e la si è chiamata famiglia. Ma un’entità teorica e strutturata, canonizzata come dice la chiesa non si può dire che sia esistita.
Varie situazioni di fatto progressivamente sono diventate la norma. Nella chiesa le regole sul matrimonio sono state fissate nel corso del tempo. In origine i cristiani si basavano sulla società romana e sulle sue regole matrimoniali. Poco a poco questa cerimonia ha acquisito un sapore cristiano. Ma bisogna aspettare l’anno Mille perché esista davvero un matrimonio cristiano. Ed è solo nel XIII secolo che diventa un sacramento.
Bisogna poi aspettare il Concilio di Trento nel XVI secolo perché venga definita in maniera dogmatica e dottrinaria l’indissolubilità del matrimonio cristiano. Ma non si parla di famiglia. A partire dal 1930 con Pio XI si è smesso di codificare il sesso nella coppia come mero fine procreativo. Ma il primo papa ad aver pubblicato un testo sulla famiglia è Giovanni Paolo II nel 1981 con l’esortazione apostolica Familiaris Consortio. Ma ancora la preoccupazione di controllare la sessualità all’interno del matrimonio è predominante su una visione globale delle problematiche famigliari.
Da dove proviene la concezione repressiva del sesso nel cristianesimo?
È una vecchia storia. In origine risale a una cattiva interpretazione del Vangelo fatta da Clemente Alessandrino alla fine del secondo secolo dopo Cristo. Questo padre della chiesa è il primo ad aver concepito e scritto un libro di morale cristiana intitolata il Pedagogo.
Il testo che contiene un capitolo sulla sessualità era destinato ad educare i giovani. Clemente Alessandrino non vi ha scritto cose molto evangeliche. Ad esempio nella sua visione in una coppia di sposi quando l’uomo procura piacere alla moglie si dice che è come se la trattasse alla stregua delle cortigiane o delle prostitute.
Di chi è l’erede?
È l’erede di una cultura ebraico- greca, è stato educato alla scuola neoplatonica di Alessandria ed ha subito gli influssi di un contemporaneo di Gesù, Filone Alessandrino, che ha un’idea molto repressiva del sesso ed è stato il trait d’union tra la scuola pitagorica e i padri della chiesa. Filone sosteneva che il sesso è stato creato solo per la riproduzione della specie, quello che chiamiamo oggi procreazionismo.
Il procreazionismo è lo zoccolo duro del pensiero cattolico sulla coppia e sulla famiglia?
Certo, nel XVI secolo la scuola francese degli spirituali si iscrive in questa linea. Ispirandosi a Plinio il Vecchio San Francesco di Sales asseriva che il modello della coppia cristiana sono gli elefanti che si accoppiano ogni 2 anni per perpetuare la specie. Lo trovava stupendo. Bisognerà aspettare papa Pio XII, nella seconda metà del XX secolo, perché la chiesa ammetta che non è un peccato se gli sposi hanno rapporti in periodi non fertili per la donna. Papa Pio XII l’ha concesso, ma dopo varie esitazioni.
Dall’antichità fino a Giovanni Paolo II i testi della chiesa cattolica si iscrivono in questo solco. È nel catechismo della chiesa cattolica elaborato a Roma sotto la guida del cardinale Ratzinger negli anni novanta, ma avvallato da Giovanni Paolo II, che troviamo i testi più repressivi sulla sessualità. Vi sono idee omofobe al limite della denuncia penale!
Nella visione cattolica tradizionale la famiglia è la censura dell’eros?
Esattamente e io spingo per una riabilitazione della dimensione erotica all’interno del cristianesimo, perché la chiesa tenti di elaborare una dottrina del piacere. La chiesa dovrebbe dichiarare che il peccato non è legato al sesso.
Ed è per questo che lei afferma che la famiglia cristiana non esiste?
Sì glielo ripeto la famiglia cristiana è una finzione, perché i testi base della chiesa cattolica negano la sua base fisiologica, la sua base antropologica, cioè l’atto coniugale e il piacere fisico dell’amore.
La Manif pour tous si iscrive nel solco della tradizione cattolica del procreazionismo?
Non esattamente. Certo è una crociata, ma una crociata che non è esclusivamente cattolica. La Manif pour tous è piuttosto il segno di un panico interiore profondo. Questa gente si è sentita minacciata nelle sue regole di vita rassicuranti, nella sua vita piccolo borghese in cui anche la religione trova posto.
Papa Francesco farà evolvere la chiesa cattolica sui temi della famiglia?
Sono abbastanza pessimista. Le dimissioni di Benedetto XVI nel febbraio 2013 sono state un atto coraggioso e interessante, un’apertura verso nuove prospettive. I conservatori non sempre sono quelli che crediamo. Dimettendosi Benedetto XVI ha dato una lezione anche a molti vescovi.
Nel 1978 l’elezione di Giovanni Paolo II aveva suscitato grandi speranze. Karol Woitiŵa era il grande liberatore, il papa dei giovani, però alla fine del suo pontificato si è rivelato essere un papa profondamente conservatore e nel caso dei legionari di Cristo ha coperto anche preti pedofili.
Papa Francesco ha una personalità seducente e molto simpatica, ma non credo che cambierà le cose in profondità. Dubito che andremo molto lontano nel campo della morale. Lo vedo dai suoi riferimenti all’enciclica Humanae Vitae di Paolo VI che vietava l’uso dei contraccettivi nel 1968. L’aborto neanche a parlarne, lo condanna sempre con fermezza.
Inoltre papa Francesco deve fare i conti con la curia romana che esiste da mille anni. I suoi oppositori hanno molto potere lì. Il papa fa discorsi estremamente interessanti e degni di ammirazione su vari temi: l’ecologia, la giustizia sociale, ma in ambito morale potrà cambiare qualcosa o oserà farlo?
* André Paul, nato nell’aprile 1933, è uno storico, teologo, esegeta e biblista francese, studioso di giudaismo antico e rabbinico. E’ dottore in teologia e in lingue semitiche (ebraico, etiopica, siriaca, l’aramaico). Ha all’attivo numerose pubblicazioni.
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Testo originale: André Paul: «Aujourd’hui, je ne vois pas où est la famille chrétienne»