Il cardinale di Torino e gli omosessuali: ‘per la chiesa è il momento di affrontare questo nodo’
Articolo tratto Gaynews24 del 24 ottobre 2009
«E´ ormai il momento di affrontare anche questo nodo, del tutto particolare, nelle nostre parrocchie e comunità, sia perché queste persone hanno il diritto di essere aiutate, sia perché è con i fatti che dimostriamo di essere Chiesa che si fa davvero germe di unità e di salvezza per tutto il genere umano…».
L´arcivescovo di Torino, Severino Poletto, ha scritto poche righe di prefazione per «Fede e omosessualità», il libro di Valter Danna, direttore della Pastorale della famiglia della sua diocesi, che vuole essere prima di tutto un manuale per chi lavora nelle parrocchie e nelle comunità e entra in contatto con persone omosessuali.
Ieri sera (ndr 23 ottobre 2009), il libro, edito da Effatà, è stato presentato al Gruppo Abele dal centro studi «Ferruccio Castellano», il gruppo di gay credenti che nei mesi scorsi ha riavviato un paziente lavoro di dialogo e di mediazione su questo tema.
Un segnale di apertura debole, ma ben percettibile e comunque innovativo, è dunque arrivato dalle stanze di via dell’Arcivescovado dopo i momenti di rottura intorno al Gay Pride e a altre manifestazioni e iniziative pubbliche.
Spiega Gustavo Gnavi, che del centro è il presidente: «Come è precisato nella prefazione dell’ autore, don Valter Danna direttore del suddetto ufficio e preside della sezione di Torino della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, il testo «è una meditata rielaborazione di una serie di contributi e scritti nell’ ambito di un’ esperienza biennale di incontro, ascolto e di condivisione tra due sacerdoti (lo stesso don Danna e don Ermis Segatti) che hanno ricevuto un mandato specifico dall’Arcivescovo, ed alcuni membri del Gruppo di Lavoro ‘ Fede e Omosessualità’ costituitosi in occasione del TorinoPride2006».
Insomma, un lavoro sotterraneo, che affronta alcuni temi e non altri. Ma, intanto, il libro contiene un glossario e una bibliografia,e lo stesso cardinale si augura che, grazie al suo carattere ‘ sperimentale’ , possa essere integrato con le osservazioni di chi ogni giorno lavora a contatto con i fedeli.
Un passo, forse timido, certo assai discreto, verso il “politicamente corretto”, anche in parrocchia.