Il Sinodo apre la porta ad una pastorale familiare inclusiva delle persone LGBT
Comunicato stampa del Global Network of Rainbow Families del 25 ottobre 2015
Il Global Network of Rainbow Families prende atto della relazione finale del Sinodo dei Vescovi 2015 su “La vocazione e missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo“. Riconosciamo che la presentazione dei vescovi a Papa Francesco è solo un passo nel processo sinodale e necessita quindi di una riflessione più completa, da parte di da Papa Francesco, nelle modalità che deciderà.
Siamo incoraggiati dal messaggio del Papa a conclusione del Sinodo, in particolare il passaggio in cui ha detto:
“Significa anche aver spogliato i cuori chiusi che spesso si nascondono perfino dietro gli insegnamenti della Chiesa, o dietro le buone intenzioni, per sedersi sulla cattedra di Mosè e giudicare, qualche volta con superiorità e superficialità, i casi difficili e le famiglie ferite (…)
Significa aver cercato di aprire gli orizzonti per superare ogni ermeneutica cospirativa o chiusura di prospettive, per difendere e per diffondere la libertà dei figli di Dio, per trasmettere la bellezza della Novità cristiana, qualche volta coperta dalla ruggine di un linguaggio arcaico o semplicemente non comprensibile.”
E’ evidente che i Vescovi non siano stati in grado di raggiungere un consenso più allargato sull’inadeguatezza delle terminologia utilizzata in precedenza per descrivere le varianti dell’orientamento sessuale.
Ciononostante leggiamo chiaramente nel Rapporto Finale del Sinodo (Paragrafo 76) l’inizio di una nuova era di cura pastorale inclusiva per e con le persone LGBT e le loro famiglie, che speriamo sarà avviata presto dalle varie diocesi del mondo.
Poiché è esplicitamente menzionato che ‘particolare attenzione deve essere rivolta alle famiglie che hanno un membro con tendenze omosessuali al loro interno’, non sussiste quindi più alcun motivo per non includere, nelle attività pastorali, le coppie dello stesso sesso, così come i bambini con genitori dello stesso sesso.
Ci rammarichiamo nel leggere l’implicazione che l’interesse superiore del bambino, in situazioni di adozione o affido, richieda necessariamente la genitorialità da parte di coppie eterosessuali. Tale affermazione sembra sorvolare sui risultati delle molte ricerche fornite dalle scienze sociali e ignorare la generosità delle coppie lesbiche e gay, così come quella delle famiglie monoparentali, nella cura dei bambini non voluti da altre coppie (punto 65).
E’ anche un peccato che il Report Finale dia seria credibilità al termine “ideologia di genere” creato, anche senza alcuna evidenza scientifica, da coloro i quali cercano scusanti per non ascoltare e rispondere pastoralmente alla realtà delle vite delle persone LGBT, dei loro genitori e delle loro famiglie (paragrafo 8).
Respingiamo con forza l’accusa infondata che gli aiuti finanziari ai Paesi poveri sia subordinata all’introduzione di leggi che istituiscano il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso, (punto 76) e siamo costernati dal non ritrovare una netta condanna della criminalizzazione, tortura e pena di morte inflitte alle persone LGBT in troppi paesi del mondo.
Anche se il Sinodo 2015 non è’ riuscito a raggiungere consenso su una più forte dichiarazione di inclusione delle persone LGBT, apprezziamo le scuse espresse durante il Sinodo.
Ci sono state infatti parole di scusa per il linguaggio duro e impreciso rivolto alle persone LGBT e ai loro genitori, come anche l’espressione del desiderio di perseguire uno studio e una riflessione più approfonditi sulle realtà delle relazioni tra persone dello stesso sesso e la vita familiare.
La porta per una attenzione più sensibile alle tematiche LGBT nella Chiesa è stata aperta attraverso i processi sinodali del 2014-2015 e, nonostante l’opposizione, non potrà ora più essere chiusa.
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Per ulteriori informazioni:
E-mail: rainbowcatholicsassembly@gmail.com
Websites: www.rainbowcatholics.org – www.waysoflove.wordpress.com
Twitter: #rainbowcatholics – #waysoflove2015
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* Il GLOBAL NETWORK OF RAINBOW FAMILIES è una rete internazionale di 13 organizzazioni di/con i cattolici LGBT si è riunita per la prima volta durante il Sinodo 2014 a Roma.
Il Global Network of Rainbow Catholics è stato formalmente lanciato in occasione della sua Assemblea Fondativa che ha avuto luogo a Roma dall’1 al 4 ottobre 2015 con i rappresentanti di oltre 30 paesi e di tutti i continenti.