Sono un transessuale cattolico che lotta per una chiesa che sappia accogliere tutti, nessuno escluso
Testimonianza di Nick Stevens* (Washington, USA) pubblicata da Transgender Today progetto online del New York Times (USA), liberamente tradotta da Micky C.
Transessuale e cattolico. Queste due parole non vengono spesso usate nella medesima frase (per lo meno non in senso positivo), ma queste due parole descrivono al meglio chi sono.Sì, io sono un cattolico romano in un mondo sempre più secolarizzato. Ma sono anche un cattolico in una comunità transgender che spesso chi ha vissuto la religione come una maschera per il fanatismo o addirittura la violenza.
Perciò quando mi dichiarai maschio transessuale nel piccolo college cattolico di St. Louis, temetti che i miei compagni non avrebbero avuto una reazione positiva. Sia che ci fossero state reazioni di diffidenza o di assoluta esclusione, io sapevo che le cose sarebbero cambiate. E le cose cambiarono per il meglio. I miei compagni cattolici non solo mi tollerarono, ma mi accolsero.
Persino mia nonna, che e’ una cattolica di quelle tradizionaliste, mi diede la sua benedizione. Nelle sue parole e nei suoi gesti mi comunicava le verità fondamentali della nostra fede: e cioè che Dio ci ha creati per essere chi siamo, e se non saremo autentici con noi stessi, allora non saremo autentici nemmeno con Dio. La sua accettazione è stata una testimonianza dell’infallibile amore di Dio e ciò mi ha permesso di essere vero con me stesso.
Attualmente lavoro con una realtà cattolica no profit che promuove la missione sociale della chiesa nella vita pubblica. I miei collaboratori accettano, rispettano e sostengono la mia identità sessuale. Inoltre vivo in una comunità cattolica che ha l’intento di dedicarsi ai valori della giustizia sociale, del vivere in modo semplice e pacifico. Quelli che credono che la chiesa non includerà mai lesbiche, gay, bisessuali, transessuali sono ciechi di fronte ad una chiesa che già lo fa.
I cattolici che includono e accolgono in questa comunità non stanno agendo contro la loro fede, ma in accordo con i più alti valori della fede. La mia fede cattolica provvede al fondamento morale della mia vita. Essa mi ha insegnato il valore della radicale dell’inclusione, soprattutto verso quelli che sono discriminati a causa del luogo di provenienza, del “come” sono identificati o per chi amano.
Io sono stato testimone in prima persona di come la chiesa cattolica può essere casa e provvede alla comunità LGBT(lesbica, gay, bisessuale, transessuale). Per tale motivo mi causa dolore leggere titoli e titoli (di giornali), in prima pagina, sui transessuali vittime di violenza, soprattutto in nome della religione. Perciò non mi stancherò mai di lavorare a favore di una chiesa che accolga tutti senza escludere nessuno.
Perché? Perché questa è la mia fede, e questa è la fede della chiesa.
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* Nick Stevens è un transgender FtM (in trasizione da donna a maschio) che lavora nei Loretto Volunteer della Catholics Alliance for the Common Good (Alleanza per il Bene Comune) di Washington (Stati Uniti).
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Testo originale: Nick Stevens. Transgender and Catholic