La misericordia non è populismo, è Vangelo. Intervista al vescovo di Gozo
Articolo di Bob Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 9 dicembre 2015, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
L’Anno della Misericordia in corso “darà avvio a una nuova era per la Chiesa”, come spera un vescovo maltese che recentemente è intervenuto numerose volte sul tema dell’accoglienza verso le persone LGBT e le loro famiglie.
Mario Grech, vescovo di Gozo nella nazione insulare mediterranea di Malta, afferma che deve cambiare non solamente lo stile ma anche il contenuto dell’insegnamento della Chiesa. In un’intervista al quotidiano Times of Malta, interrogato se si debbano accogliere nella Chiesa le coppie omosessuali unite civilmente, ha detto: “Certo che sì. Fanno parte del popolo di Dio e, come tutti, stanno percorrendo un cammino. La Chiesa deve sostenerle rivelando il volto nascosto di Dio. Non possiamo fissare in anticipo le tappe di tale cammino ed erigere barriere: è una strada spalancata per chi cerca sinceramente di seguire le orme di Dio, a prescindere dall’orientamento sessuale”.
Monsignor Grech afferma che “possono esserci varie forme di relazione” oltre al matrimonio, anche se l’unione eterosessuale rimane la norma. La Chiesa, in ogni caso, deve chiarire “la differenza tra matrimonio civile e religioso”. Cosa molto importante, il vescovo pone le questioni su matrimonio e relazioni nel più ampio contesto della vita cristiana: “Non stiamo né condonando né condannando nessuno. Fin quando l’individuo cerca di imitare i valori predicati da Dio, noi lo accogliamo. Ci sono altri valori nel Vangelo che sono difficili da perseguire, come perdonare i nemici. È un obiettivo che dobbiamo sforzarci di raggiungere. Sembriamo avere le idee molto chiare sulla giustizia e sull’amore, eppure inciampiamo sulla gentilezza. Sono tutte proposte fatte da Dio, come il matrimonio tra un uomo e una donna che formano la famiglia naturale”.
Monsignor Grech ha respinto le insinuazioni secondo le quali l’insistenza di papa Francesco sulla misericordia sarebbe solo un contentino per una cultura in transizione: la misericordia non è populismo, è Vangelo, e ha criticato le visioni ecclesiali che mettono al primo posto il giudizio etico: “Prima di essere un’agenzia morale, la Chiesa è esperienza di Dio. Temo che a un certo punto abbiamo messo il carro davanti ai buoi, parlando di obblighi morali senza lasciare spazio alla misericordia e al perdono. La Chiesa deve essere diversa. Se Dio sta al centro della nostra vita, tutto il resto seguirà”.
Commentando il Sinodo sulla Famiglia, monsignor Grech ha affermato che l’omosessualità non venne discussa perché “avrebbe seriamente compromesso l’approvazione dell’intero documento”, poi ha continuato: “In molti casi, le questioni accidentali hanno preso il posto della sostanza. Quello di cui abbiamo bisogno è purificarci di determinate cose in modo da essere più vicini agli ideali. Dovremmo considerare più urgente raggiungere le persone là fuori, in quanto molte di esse cercano Dio in un modo o nell’altro.” Anche i figli dei genitori LGBT devono essere raggiunti dalla Chiesa, come “già sta accadendo”: costoro sono “pienamente accettati” e naturalmente è necessario che siano pienamente ammessi ai sacramenti. I figli “non sono responsabili per le azioni, le decisioni o lo stile di vita dei loro genitori” e perciò “Perché la Chiesa dovrebbe negare l’opportunità di fornire un’educazione cristiana ai figli adottivi dei genitori omosessuali? Sono più che benvenuti”.
La visione pastorale ed ecclesiale di monsignor Grech è inclusiva e va oltre le questioni LGBT; egli propone una Chiesa Cattolica rinnovata e riformata, che comprenda che la vita è complessa e che la Chiesa stessa è composta di esseri umani. Secondo le sue parole: “La vita non è bianca o nera, è fatta di molte sfumature intermedie. Cosa rende un cristiano un buon cristiano? La perfezione? Se fosse davvero così, probabilmente nessuno potrebbe diventare un buon cristiano […] La vita è un cammino che va da un livello al successivo e la Chiesa deve sostenere il credente nella sua ricerca di Dio”.
Potete leggere l’intera intervista (in inglese) cliccando qui.
Come l’intervista all’arcivescovo di Mumbai, cardinale Oswald Gracias, anche l’intervista a monsignor Grech ci fa scoprire un leader della Chiesa che si impegna a capire la vita dei cattolici e cerca di accompagnarli. Pur essendo imperfetta agli occhi degli attivisti LGBT, la sua visione di una Chiesa dove sono prioritari l’inclusione e la coscienza, dove tutti i fedeli, per quanto diversi, vengono sostenuti, è molto buona. Che molti altri leader possano convertirsi a questa visione durante l’anno della Misericordia!
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Testo originale: Bishop Hopes Year of Mercy Will “Start a New Era for the Church”