Rete Lenford, avvocati per i diritti di lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT)
Cerchiamo di conoscere meglio la Rete Lenfond parlandone con l’Avvocato Antonio Rotelli, che ne è il presidente.
La rete Lenford, che prende il nome da un avvocato jamaicano ucciso perché difendeva persone sieropositive, quando è nata in Italia e quali obiettivi si propone?
Tra un mese l’associazione festeggerà due anni dalla fondazione. Sembra un tempo breve e passato in fretta, però girandoci indietro vediamo che siamo riusciti a fare tante cose di cui siamo contenti e fieri.
Motivo di fierezza è essere riusciti, in due anni di storia, ad ottenere la fiducia di oltre settanta avvocati che hanno scelto di diventare soci.
Gli obiettivi che l’associazione si propone sono molteplici.Al primo posto, però, ne pongo uno che in genere trascuriamo di sottolineare, ma che la sua domanda mi permette di mettere a fuoco.
Attraverso il nostro impegno, sulla scia dell’esempio di Harvey Lenford, svolgiamo una funzione etica molto speciale che nell’avvocato non può mancare mai: l’amore per il diritto, un forte senso della giustizia, un impegno sociale che non può mai essere disgiunto dalla professione.
Con il nostro impegno inseguiamo non solo l’affermazione continua nella pratica e nella legge dei principi della pari dignità e pari uguaglianza di ogni individuo, ma contribuiamo anche con convinzione alla crescita della dignità professionale della classe forense italiana.
In questa prospettiva noi ci occupiamo di auto-formazione e di formazione dei colleghi, così come compiamo un’opera scientifica di divulgazione e ricerca sui temi LGBT.
Sotto un altro punto di vista, per noi fondamentale, ci impegniamo affinché la legge elimini tutte le barriere discriminatorie elevate contro le persone omosessuali e transessuali e al contempo operiamo quotidianamente nei tribunali perché ciò accada da subito.
Gay e lesbiche sono quasi quotidianamente aggrediti o minacciati in Italia. In che modo un gay o una lesbica può difendersi legalmente?
Violenze e minacce costituiscono reati secondo il nostro codice penale. Le persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali devono innanzitutto non lasciarsi sottomettere ad una doppia prevaricazione rinunciando a sporgere querela contro chi li aggredisce.
Per fare questo serve ancora oggi una crescita di visibilità e la serena accettazione di quello che si è.
Paradossalmente le persone lgbt devono avere una grande forza costrette come sono a sentirsi ogni giorno più facilmente a rischio di violenza rispetto alle altre.
Ma questa grande forza devono dimostrarle denunciando i propri aggressori. Per fugare i dubbi ci si rivolga sempre ad un avvocato per ricevere consigli e sostegno.
Il disegno di Legge sull’omofobia non è passato alla Camera, la legge Dico approvata alla Camera non fu mai presentata al Senato perché sarebbe stata certamente bocciata. Le unioni civili esistono in tutta l’Europa occidentale. Noi omosessuali italiani non abbiamo più speranze di leggi sui diritti negati?
Mi permetto di precisare che il disegno di legge DICO non è mai stato approvato dalla Camera dei Deputati, ma fu presentato dal Governo al Senato per seguire l’iter parlamentare di approvazione.
Però fin da subito si decise di accantonare quel progetto in favore di un altro che si chiamò con un altro acronimo CUS. Anche questo, tuttavia, non ebbe migliore fortuna a causa della fine della legislatura.
È vero, in Italia a differenza di molti paesi dell’Unione europea e di paesi al di là dell’oceano alle persone omosessuali non è consentito sposarsi, adottare figli o averne con tecniche di riproduzione assistita.
Le famiglie altrove hanno la possibilità di accedere a una pluralità di istituti giuridici e contro le violenze e le istigazioni motivate da ragioni d’odio esistono norme specifiche. Altrove appunto.
In Italia tutto questo non c’è, ma assolutamente non vuol dire che non ci sarà. Alle volte proprio nei momenti più bui è possibile scorgere l’oda di grandi cambiamenti.
Il nostro essere parte dell’Unione europea per molti versi ci conforta si pensi che proprio grazie alle direttive comunitarie è entrato a far parte del nostro ordinamento il divieto di discriminazione sul luogo di lavoro in ragione dell’orientamento sessuale.
Ma ci conforta anche il convincimento che attraverso il ricorso alla giustizia si possa chiedere l’applicazione delle leggi già oggi vigenti e, soprattutto, della nostra Costituzione per dare concretezza a quei principi di uguaglianza e pari dignità nei quali i diritti delle persone LGBT sono già inscritti.
Paradossalmente se oggi in Italia una legge dovesse affermare che le coppie dello stesso sesso possono sposarsi, non farebbe altro che esplicitare qualcosa che nella Costituzione già c’è da sessanta anni.
E infatti alcuni giudici se ne sono accorti e hanno chiesto alla Corte costituzionale di esprimersi al riguardo, cosa che accadrà tra non molto tempo.
Vedremo se la Corte vorrà far vivere e respirare i principi della nostra Costituzione o preferirà invece imbracarla e costringerla.
Un gay e una lesbica che avessero subito minacce o aggressioni come possono rintracciare i vostri avvocati?
La nostra associazione dispone di un sito www.retelenford.it attraverso il quale diffonde notizie sulle proprie iniziative e informazioni giuridiche, ma ha anche un indirizzo mail al quale si può scrivere info@retelenford.it.
Ogni volta che riceviamo una richiesta di informazione la giriamo al collega o alla collega che si trova territorialmente più vicino al luogo dal quale ci giunge la richiesta.
Nel rispetto del segreto professionale quali i casi più frequenti che difendete?
La casistica è davvero molto varia e non diversa da quella che riguarda le persone eterosessuali, ma con la differenza che spesso si tratta di casi nei quali le persone eterosessuali esprimono sentimenti di svalutazioni nei confronti di quelle omosessuali.
Così accade per esempio nei casi di separazione tra coniugi quando uno dei due è ritenuto o rivela di essere omosessuale ai fini di ottenere l’addebito a suo carico della fine del matrimonio, oppure per impedire al genitore omosessuale di continuare a esercitare la sua funzione parentale ed educativa.
Altre volte si tratta di situazioni più difficili come quelle che vedono coinvolte persone immigrate che sono omosessuali e vivono una discriminazione multipla. Infine frequenti sono i casi di discriminazione in vari campi dal lavoro, agli ospedali, alla scuola.
Grandi personalità erano e sono avvocati come Gandhi in India e Nelson Mandela in Sudafrica e il presidente Pertini.
Penso sia importante da ricordare soprattutto ora che la Giustizia è tanto criticata. Grazie per aver associato la nostra associazione a questi grandi nomi, ma forse noi soci e socie non abbiamo meriti tali da poter reggere tali confronti, pur avendo però chiara consapevolezza del nostro ruolo.
Certo in Italia l’amministrazione delle giustizia è un gran carrozzone che sovente deserve ingiustizia anziché il suo contrario, ma ciò non è ragione sufficiente per ignorare gli sforzi di tanti operatori della giustizia e soprattutto per non sperare in riforme serie e rispettose dei cittadini.
In tutto questo, però, è richiesto a tutti coloro che lavorano nelle aule dei tribunali, non solo gli avvocati, di ispirarsi ai grandi nomi che lei ha ricordato per non tradire mai l’impegno assunto di essere al servizio dei cittadini perseguendo un senso di giustizia che va a beneficio della società e della civiltà giuridica del nostro Paese.