La storia dell’accoglienza di una coppia gay in parrocchia
Articolo di Bob Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 16 dicembre 2015, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
I titoli dei giornali tendono ad occuparsi di cosa dicono i vescovi, di come agiscono nella Chiesa riguardo le tematiche LGBT, ma puntare i riflettori solamente sulla gerarchia può distorcere la realtà della fede cattolica a livello di parrocchia. Un articolo apparso recentemente sul Detroit Free Press corregge il tiro raccontando la storia di una coppia omosessuale e di come è stata calorosamente accolta nella Chiesa.
Bryan Victor e Thomas Molina-Duarte sono cattolici praticanti. Da quando, nel 2012, si sono trasferiti a Detroit, frequentano la parrocchia di san Carlo Borromeo. La parrocchia, descritta come “integrata e attiva”, accoglie “tutte le esperienze, la vita vera della gente” dice Bryan, anche a nome del suo compagno.
Ambedue considerano la loro identità cattolica centrale nella loro vita, ma la relazione con la Chiesa non è stata senza spine. Ambedue affermano di essersi staccati dalla Chiesa per un certo periodo, ma nel 2010, dopo essersi incontrati, hanno cominciato ad andare a messa insieme. Bryan spiega che ora “preferiamo rimanere, piuttosto che andarcene” e sono trasparenti sulla loro omosessualità e il loro matrimonio.
Tom afferma che ora le sfide sono costituite dai “ripensamenti” e spiega perché la loro coppia resiste, ma si rifiuta di vivere nascosta: “Siamo tutti chiamati a stare in comunità e a perseguire la giustizia, e come possiamo farlo se rimaniamo nascosti?”. Bryan, che lavora nel sociale, aggiunge che è la fede a guidarli e a creare comunità: “Porto il messaggio del Vangelo nel mondo secolare, il mio lavoro riflette l’opera della Chiesa. […] Quello che ci vuole è una relazione più intima con Dio. Per questa ragione non proviamo disagio a presentarci per la Comunione”. Facciamo notare che simili decisioni di coscienza, prese dopo un opportuno discernimento, è esattamente quello che l’arcivescovo di Chicago Blase Cupich ha invitato la Chiesa a rispettare in una recente intervista.
Bryan e Tom si sono sposati a inizio autunno: “la nostra fede ci ha indotti a sposarci” e non semplicemente le nuove leggi (che lo rendono possibile). La cerimonia si è svolta in un tempio protestante vicina, ma la coppia è stata accolta come tale nella loro parrocchia cattolica. Il Detroit Free Press riporta un recente esempio di tale accoglienza.
Il parroco, il padre cappuccino Ray Stadmeyer, ogni settimana chiama al termine della messa chi ha festeggiato il compleanno o qualche anniversario per una benedizione. Quando Tom, che aveva appena festeggiato il suo compleanno, venne da lui per la benedizione, padre Stadmeyer ha detto: “Benedici il nostro fratello Thomas. Benedici lui e la sua relazione. […] Vogliamo ringraziarlo insieme a Bryan per tutto il bene che ci fanno. Possano conoscere l’affettuosa grazia di Dio”.
La coppia è stata accolta calorosamente anche da padre Ronald Victor, zio di Bryan. Padre Ronald dice dei due partner: “Sono due ragazzi veramente santi. […] Considero la loro unione autenticamente sacra e sacramentale, nel senso che riflette l’amore di Dio. […] Forse [la loro relazione] non è fertile nel senso biologico […] ma è fertile in altri sensi”.
Padre Ronald afferma di aver cambiato punto di vista quando suo nipote, con cui è piuttosto intimo, fece coming out. Il sacerdote ora esprime pubblicamente la sua disponibilità a benedire unioni omosessuali e aggiunge che alle nozze della coppia era “un po’ arrabbiato e un po’ deluso che non fossero state celebrate in una chiesa dove potevo officiare”. Padre Ronald fa capire che molti sacerdoti sono d’accordo con lui ma rimangono nell’ombra per paura. Anche le loro famiglie sono state abbastanza collaborative. Solo una persona ha rifiutato di assistere alle nozze. Il padre di Ronald, Lennie, riassume così il punto di vista delle due famiglie: “Se la Chiesa ti obbliga a scegliere tra la tua famiglia e la tua fede […] penso che voteremmo per la famiglia”.
In una nota il vescovo ausiliare emerito di Detroit, Thomas Gumbleton, ha organizzato una giornata di riflessione con l’associazione Fortunate Families. Anch’egli è stato cambiato dal coming out di un membro della sua famiglia, più precisamente quello di suo fratello. Il vescovo ha detto ai partecipanti: “È chiaro che il movimento esiste […] ma ci vuole molto tempo perché l’insegnamento permei l’intera Chiesa, e la gente lo combatterà”.
Papa Francesco sta facendo spazio per i cattolici LGBT, le loro famiglie, i loro alleati e i membri del clero perché la Chiesa sia sempre più una “casa per tutti”.
Quando i responsabili ecclesiali fanno commenti che trasudano esclusione, omofobia e transfobia, può essere utile tenere a mente le storie che giungono dal basso, come questa della coppia gay di Detroit e della sua parrocchia. È in questi spazi all’interno della Chiesa che si sviluppa il movimento di cui parla monsignor Gumbleton, ed è in questo movimento che dobbiamo porre la nostra speranza.
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Testo originale: Faithful Gay Couple Experiences Warm Welcome from Detroit Parish