La Comunione Anglicana sanziona la Chiesa Episcopaliana per i matrimoni gay
Articolo di Caroline Wyatt pubblicato sul sito dell’emittente BBC (Gran Bretagna) il 15 gennaio 2016, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Gli anglicani sono divisi sul tema dell’omosessualità da quando, nel 2003, la Chiesa Episcopaliana degli Stati Uniti ha ordinato un vescovo dichiaratamente gay. I vertici della Comunione Anglicana affermano che quest’atto costituisce “un forte strappo” con la fede della maggioranza dei fedeli di quella che è la terza denominazione cristiana del mondo. Ma, secondo i leader episcopaliani, la sospensione di tre anni, che mira a scongiurare uno scisma formale, “porterà molto dolore”.
Questa decisione, presa durante un incontro dei 39 primati anglicani a Canterbury, significa che la Chiesa Episcopaliana non potrà partecipare alla vita e alle opere della Comunione Anglicana. I primati riuniti hanno dichiarato che la Chiesa “non potrà più rappresentarci negli organismi ecumenici e interreligiosi, non potrà far parte di nessun comitato e, quando parteciperà agli incontri della Comunione, non potrà prendere decisioni su alcuna questione dottrinale o disciplinare”.
Più di cento eminenti anglicani hanno invitato la Chiesa d’Inghilterra, con una lettera aperta, a pentirsi per aver “discriminato” le cristiane lesbiche e i cristiani gay. Tuttavia, il vertice anglicano di Canterbury ha affermato che l’approvazione del matrimonio gay da parte della Chiesa Episcopaliana costituisce “un forte strappo con la fede e l’insegnamento” della maggioranza degli anglicani. La rottura circa il matrimonio omosessuale e la stessa omosessualità risale all’ordinazione del canonico dichiaratamente gay Gene Robinson, nominato vescovo della diocesi del New Hampshire nel 2003.
Secondo i leader della Chiesa, la maggioranza dei convenuti all’incontro di Canterbury – descritto come “una durissima discussione” – hanno “confermato” l’insegnamento scritturale secondo il quale “il matrimonio deve essere tra un uomo e una donna”. I firmatari della lettera aperta, pubblicata prima dell’incontro, hanno affermato di essere rimasti “profondamente feriti” dal risultato.
Durante l’incontro era palpabile un’atmosfera di profonda sfiducia, che non sorprende data l’animosità emersa negli ultimi anni tra le province più tradizionaliste e quelle più liberali. Il disaccordo sulla dottrina anglicana riguardante il matrimonio omosessuale ha probabilmente radici ancora più profonde di quello infuriato attorno alle presbitere.
Appena sotto la superficie, però, c’è la lotta di potere su chi dovrà guidare la Comunione in futuro: i Paesi del Sud globale, dove le congregazioni stanno crescendo, rappresentate in parte dall’organismo Conferenza per il Futuro Globale Anglicano (Global Anglican Future Conference, GAFCON) o Canterbury con i suoi vertici tradizionali provenienti dal Nord globale, sempre più secolarizzato, dove da molti anni le congregazioni sono in declino. Attraverso la diplomazia, la negoziazione e uno stretto silenzio stampa durato fin quasi l’ultimo giorno, la Comunione ha parlato con una sola voce, almeno per ora. Il cauto linguaggio della risoluzione approvata dalla maggioranza dei primati non reca traccia delle parole “sanzione” o “punizione”, anche se le forti reazioni causate dall’azione unilaterale della Chiesa Episcopaliana sono note a tutti. Tuttavia la GAFCON, pur avendo approvato l’accordo, ha aggiunto che “questa azione non va vista come una fine, bensì come un inizio”. Anche se la Comunione Anglicana “non dorme in letti separati” come qualcuno si aspettava, continua ad essere una famiglia profondamente divisa.
La GAFCON, che rappresenta i leader conservatori di tutto il mondo, ha auspicato sanzioni contro la Chiesa Episcopaliana e alcuni dei suoi membri avrebbero voluto abbandonare l’incontro in mancanza di tali sanzioni. Il leader episcopaliano Michael Curry ha fatto sapere ai convenuti che il loro voto “avrebbe fatto soffrire molto” i gay, le lesbiche e gli episcopaliani “impegnati a seguire Gesù sulla via dell’amore e ad essere una Chiesa che vive tale amore”. Curry ha affermato di rimanere fedele alla Comunione Anglicana. Alcuni cristiani gay e sostenitori del matrimonio omosessuale hanno affermato non esserci “alcun riguardo per il profondo dolore che questa decisione causerà, né alcuna preoccupazione riguardo la cura pastorale dei cristiani e delle cristiane LGBTI”.
Il deputato laburista omosessuale, ex presbitero anglicano Chris Bryant ha detto: “Oggi ho finalmente chiuso con la Chiesa Anglicana dopo la sua decisione sulla sessualità, che denota mancanza d’amore. Un giorno tutto questo apparirà sbagliato, come è successo con la schiavitù.” L’arcivescovo Welby sta per nominare una task force per ricostruire la fiducia all’interno della Comunione. Gli anglicani, che affondano le loro radici nell’opera missionaria della Chiesa d’Inghilterra, costituiscono il terzo gruppo di cristiani nel mondo dopo i cattolici e gli ortodossi.
Testo originale: Anglican communion to restrict US Church over gay marriage