Il ritorno delle persone LGBT nella loro comunità di fede
Testo tratto da Coming Home: To Faith, To Spirit, To Self (Tornando a casa: alla fede, allo spirito, a se stessi) edito dalla Human Rights Campaign Foundation (USA) nel 2014, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Mentre un numero crescente di comunità di fede includono nei loro valori di amore e compassione il prendere una posizione pubblica per l’uguaglianza delle persone LGBT, quelli che lasciano queste comunità – o l’idea di fede in se stessa – sono considerati una specie di profitto. Fare questo può essere un processo complicato, che richiede cura e considerazione.
Le persone LGBT e i loro sostenitori possono scoprire che la tanto amata comunità ha cambiato significativamente la propria posizione ed è un luogo dove ci si può sentire accolti e orgogliosi. Altri potrebbero scoprire che è impossibile essere completamente se stessi – sentirsi a casa – nella comunità dove sono cresciuti. Ma questo non significa lasciare la fede. Significa soltanto che è tempo di guardarsi attorno.
Esiste una vasta gamma di tradizioni di fede. Anche all’interno di specifiche denominazioni c’è un ampio ventaglio di atteggiamenti riguardo le persone LGBT. Se si trova una casa dove poter vivere apertamente e partecipare con orgoglio, è importante considerare ciò che segue:
LA POSIZIONE “UFFICIALE” DI UN’ISTITUZIONE, O DENOMINAZIONE, RELIGIOSA
A volte un’istituzione nazionale o globale promuove l’inclusione, mentre le singole comunità rimangono poco accoglienti. Può essere vero anche il contrario. È anche possibile che diverse diramazioni – o sinodi – di una tradizione di fede abbiano visioni contrapposte. Siate sicuri di studiare sia le attitudini istituzionali che quelle comunitarie più specifiche delle tradizioni che vi interessano.
IL VOLTO PUBBLICO DI UNA COMUNITÀ
Il sito web di una comunità può rivelare molto sulle sue attitudini e su ciò che fa. Per esempio, cercate di vedere se le donne hanno ruoli di primo piano, se le foto suggeriscono una popolazione composita, se argomenti che si ritengono importanti vengono affrontati dai comitati e dai leader.
AFFILIAZIONI OLTRE LA COMUNITÀ DI FEDE
È sempre un buon segno se una comunità di fede collabora con dei gruppi inclusivi. Potrebbero prevedere dello spazio per un’assemblea della PFLAG (una sorta di Agedo americana n.d.t.) o una coalizione etero-gay. Potrebbero avere esperienza di come affrontare la crisi dell’AIDS o supportare il matrimonio omosessuale o altri argomenti di giustizia sociale.
LE PAROLE DEI LEADER ECCLESIASTICI
Il sito web di una comunità spesso offre trascrizioni o registrazioni di omelie recenti. Si può anche trovare che un rabbi, un imam, un pastore ha una specie di archivio. Fate una ricerca veloce di articoli e libri. Tutto questo vi darà un’idea chiara della posizione di questi leader su argomenti chiave.
Le risorse alla fine di questo libro possono guidarvi ad una vasta gamma di comunità accoglienti. Se trovate sia particolarmente difficile trovare una comunità locale che sia specificatamente accogliente verso le persone LGBT, contattate le organizzazioni LGBT. I membri sono spesso utili risorse per avere informazioni sul vostro territorio. Anche i gruppi dei social media possono offrire buoni consigli.
“Come sostenitrice etero dei diritti LGBTQ, ho cresciuto mio figlio e sviluppato un movimento, Muslims for Progressive Values (Musulmani per i Valori Progressisti), nel quale è proibito discriminare. La nostra linea di condotta è semplicemente “una comunità dove si può essere se stessi e musulmani.” Se noi come individui non possiamo esprimere i nostri pensieri personali e le nostre identità senza incappare in pregiudizi, può una comunità religiosa definirsi ‘pacifica e amorevole’? (Ani Zonneveld, fondatrice e presidente dei Musulmani per i Valori Progressisti)
“Se andiamo via di proposito, allora può diventare una sorta di impresa narcisistica e non avremo più gente accanto che testi la nostra comprensione di Dio. Ecco cosa mi fa credere nella chiesa, nella sinagoga e nella moschea, perché è la comunità delle persone che aiuta a capire meglio come percepire il nostro rapporto con Dio e a testarlo a dispetto di tutte le maniere in cui cerchiamo di modellarlo sulla nostra personalità” (Gene Robinson, vescovo della Chiesa Episcopaliana)
TORNARE A CASA – O TROVARNE UNA NUOVA
Per molti americani, le nostre comunità religiose giocano un ruolo fondamentale nel definire chi siamo. Sebbene sicuramente la fede non sia centrale nella vita di ogni persona, per molti è essenziale per la propria identità, come la propria identità sessuale e quella di genere. Purtroppo ciò che è complicato è che per lungo tempo le nostre comunità sono state il luogo in cui ci si è sentiti molto spesso giudicati, come il luogo meno sicuro. Fortunatamente ora vediamo dei cambiamenti reali.
La maggiore accettazione delle persone LGBT ha avuto un effetto positivo sulle nostre comunità. Oggi, oltre 5.000 chiese cristiane hanno politiche di inclusione totale e tre rami dell’ebraismo e molte denominazioni cristiane ordinano religiosi LGBT perché siano delle guide per i propri fedeli. Anche nelle comunità più conservatrici stiamo vedendo rivolgimenti epocali: infatti i leader religiosi più giovani stanno chiedendo alle loro congregazioni di diventare più inclusive. Questo cambiamento è comunque irregolare e imprevedibile.
Alcune volte una determinata congregazione può aprire le sue porte, anche se la Chiesa complessivamente rimane ostile. Talvolta, in una congregazione tradizionalmente non ben disposta può darsi che un piccolo gruppo si riunisca per iniziare un dialogo che man mano si allarga. A volte significa semplicemente che un pastore ha rinunciato a fare battute sulle persone LGBT dal pulpito. Dal punto di vista del cambiamento, tutto ciò è ben accetto.
Si può vedere chiaramente emergere una nuova era in cui nessuno dovrà scegliere tra chi è e chi ama e le cose in cui crede. Comunque, questi cambiamenti possono portare molta confusione alle persone che cercano una nuova casa spirituale o vogliono ritornare a quella vecchia, oppure vorrebbero aprirsi di più nel loro luogo di culto. Dal momento che la fede è centrale per molti di noi, è opportuno trovare una congregazione che sposi i nostri valori spirituali e culturali e che non ci demonizzi per quello che siamo e la persona che amiamo.
Quelli che sentono profondo l’impulso alla fede e sono anche persone LGBT, loro genitori o loro amici, troveranno in questa guida, o almeno così ci auguriamo, storie, strategie e risorse per aiutarli mentre decidono di (ri)unirsi alla/essere più aperti nei confronti della propria comunità religiosa. Quale che sia la vostra pratica religiosa, speriamo che questa guida vi sia d’aiuto. Scriveteci pure a religion@hrc.org e fateci sapere di più del vostro viaggio nella fede. (Sharon Groves, direttrice del Programma Religione e Fede della Human Rights Campaign Foundation)
CONCLUSIONI
Radicati nei più alti ideali delle diverse tradizioni di fede, siamo chiamati ad aiutare a formare un mondo nel quale nessuno debba scegliere tra chi è, chi ama e a cosa deve credere.
Testo originale (PDF): Coming Home to Faith, to Spirit, to Self