Padre Fred Daley: “cosa significa essere gay nella Chiesa Cattolica”
Articolo di Dawn Ennis pubblicato sul bimestrale The Advocate (Stati Uniti) il 31 ottobre 215, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Alla vigilia della festa cattolica di Ognissanti, che nel 2015 cadeva di domenica, il network televisivo Al Jazeera America ha trasmesso un reportage che parla delle vite dei gay cattolici intitolato What It’s Like To Be Queer In the Church (Cosa vuol dire essere queer nella Chiesa).
Il reportage ne cita un altro, vecchio di più di dieci anni, prodotto dal John Jay College of Criminal Justice di New York, che affermava che tra il 15 e il 58% dei preti e dei seminaristi (nella chiesa cattolica) sono gay. Il reportage uscì nel 2004, lo stesso anno in cui padre Fred Daley, ora parroco della chiesa di Ognissanti a Syracuse, nello stato di New York, ha fatto coming out.
Padre Daley, che è prete da più di quarant’anni, dice di essere stato ispirato dai preti gay fatti capri espiatori durante lo scandalo degli abusi sessuali nella Chiesa. Già in precedenza, nel 2002, un suo intervento in occasione dell’11 settembre era stato annullato.
Nel marzo 2004 venne premiato con il “Real Hero” dell’anno dalla United Way [coordinamento di organizzazioni di beneficenza, n.d.c.] per il suo lavoro di volontariato a Utica, NewYork. Padre Daley dice di aver deciso di rivelare alla comunità che era gay e di avere fatto coming out con un giornalista che lo intervistava sul premio per difendere gli altri preti gay. “Per essere onesti” ha detto ad Al Jazeera “crescendo, al liceo, non ho avuto alcun sospetto di essere gay. È stato solo tre o quattro anni dopo essere stato ordinato che ha scoperto la verità. Sono venuto in contatto con una sorta di dolore dentro di me che era davvero un ribollimento interiore della mia sessualità ed ho iniziato a conoscere l’attrazione sessuale, e sono rimasto inorridito. Pensavo fosse terribile e che sarei andato all’inferno…”
Un direttore spirituale gesuita aiutò padre Daley, come dice lui stesso, a iniziare “un viaggio per riconoscere il mio orientamento, accettarlo e, in ultima analisi, gioire in ciò che Dio aveva creato”. Il viaggio è durato praticamente un decennio prima che il sacerdote potesse ammettere con se stesso la sua vera natura. “Sono stato in grado di scegliere liberamente il celibato perché ho continuato a sentire la forte chiamata al ministero dell’ordine. Ma ho scoperto che avevo il potere dell’intimità”.
La rivelazione di padre Daley non ha posto fine al suo sacerdozio e la domenica dopo il suo coming out la sua parrocchia ha fatto una standing ovation durante la messa. Quattro anni più tardi si stabilì in una nuova parrocchia, a Syracuse, la parrocchia di Ognissanti dove, dice, l’obiettivo è quello di mostrare che tutti sono i benvenuti. Comunque, lui non si è trovato accolto. Nel 2006 non gli fu permesso di partecipare ad una missione cattolica in Africa per diffondere la conoscenza sull’HIV e afferma che la causa era la sua omosessualità.
Papa Francesco si dedicò all’argomento dei preti gay nel 2013, dicendo ai giornalisti: “Se qualcuno è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarlo?”. L’affermazione – che ha guadagnato a Francesco la copertina di Persona dell’Anno di The Advocate – non ha nulla di simile a quello che il suo predecessore, Benedetto XVI, credeva. Nel 2005, Benedetto firmò un documento dove si affermava che gli uomini con “forti tendenze omosessuali” non avrebbero potuto essere preti e, come cardinale Joseph Ratzinger, nel 1986 fu l’autore di una lettera, approvata da Giovanni Paolo II, nel quale si definiva l’omosessualità “intrinsecamente disordinata”.
Il Sinodo dei vescovi sulla famiglia ha visto una battaglia tra papa Francesco e i vescovi conservatori, il 60% dei quali dicono di opporsi al suo punto di vista, secondo un articolo apparso su The Tablet, un giornale cattolico. “Direi che un numero considerevole di ecclesiastici non si è aggiornato sulla concezione contemporanea dell’orientamento sessuale” ha detto padre Daley ad Al Jazeera. “Hanno ancora sulle labbra quel che hanno imparato trenta o quarant’anni fa, ed è questo il vero problema”.
Alla conclusione del sinodo Francesco ha affermato di aver visto alcuni vescovi che hanno “i cuori chiusi”. Padre Daley rimane speranzoso. “Quello che ha fatto Francesco, che penso abbia colpito le persone gay tanto quanto le altre, è che ha un diverso senso delle priorità.
La dottrina è importante, ma non è al primo posto. La misericordia, la compassione, la comprensione vengono prima della dottrina. Ed ha chiarito che, in ultima istanza, dobbiamo seguire la nostra coscienza.”
Qui potete leggere l’articolo di Al Jazeera (in inglese).
Testo originale: What It’s Like To Be A Gay Priest