Ferrara, Eduardo Savarese presenta la sua “lettera alla Chiesa di Roma”
Articolo scritto da Angelo Baratelli in occasione della conferenza tenuta da Eduardo Savarese* al Festival LGBT di Ferrara
“Sono stufo di sentirmi dire dalla Chiesa: “Ti accolgo perché sono buona, ti accolgo perché devo accogliere tutti, ma sappi che tu sei una schifezza”. Essere bollato come “intrinsecamente disordinato” crea ferite incredibili, difficilmente rimarginabili”. Sono queste le parole risuonate ieri, con forza ma anche con pacatezza, a Ferrara nel corso di uno degli eventi dell’interessantissimo Festival LGBT che si è svolto nella città estense.
A pronunciarle è stato Eduardo Savarese, autore del libro “Lettera di un omosessuale alla Chiesa di Roma” (E/O Edizioni, 144 pagine, 2015); Eduardo è un magistrato napoletano, studioso di diritto internazionale, autore di romanzi, collaboratore del Foglio e del Corriere del Mezzogiorno; cattolico e uomo di fede (in questo caso i due termini non sono in contraddizione), impegnato, fin da giovane, in varie attività di volontariato.
“Ho scritto questo libro”, ha detto nel corso del suo intervento” pensando a tre diversi possibili interlocutori: per primi la base della cattolicità, cioè tutti i battezzati e dunque anche quegli omosessuali (o padri e madri di omosessuali) che possono sentirsi feriti da certe posizioni della gerarchia; poi la gerarchia stessa, perché con il contributo della teologia avvii un’operazione di ripensamento di tutta la morale, scorgendo nelle minoranze sessuali quei segni dei tempi, che la Chiesa non può ignorare; ed infine anche i cristiani impegnati in politica, perché facciano dipendere le proprie scelte dalla luce della coscienza e della fede, senza accettare a scatola chiusa le indicazioni/ingerenze della gerarchia.
Come san Paolo, Eduardo ha detto di essere conscio del fatto di aver bisogno della salvezza di Cristo; ma, come gli hanno insegnato anche alcuni sacerdoti e religiosi veramente accoglienti incontrati nel corso degli anni, “non c’è bisogno di negare quello che si è nel profondo, per mendicare un pezzetto di Paradiso”.
Venendo al provvedimento legislativo approvato in questi giorni dal Senato, Savarese ha aggiunto che la questione non è tanto quella di garantire un numero maggiore o minore di diritti per i gay, ma piuttosto quella di riconoscere piena uguaglianza agli omosessuali. Non è in gioco la quantità dei diritti concessi ma la dignità delle persone.
Per questo si è detto amareggiato dal fatto che l’obbligo di fedeltà sia stato stralciato dal testo di legge sulle unioni civili, quasi a voler significare che un gay non può essere fedele; la legge in fase di approvazione è comunque un primo importante passo, come pure le aperture di tanti teologi e dello stesso Papa Francesco.
* Eduardo Savarese è scrittore e magistrato, le sue riflessioni sono quelle di un uomo di legge che riconosce l’importanza dei diritti e che da cattolico non riesce a essere soddisfatto della dimensione semplicemente laica dell’agognato riconoscimento del diritto al matrimonio da parte di persone dello stesso sesso.