Luisa, 83 anni e lesbica. Vi racconto la persecuzione degli omosessuali durante la dittatura franchista
Luisa Salmeron ha 83 anni ed ha vissuto in prima persona la paura di riconoscersi lesbica durante il franchismo*.
Ora può dirlo perché, secondo lei, “la società ha subito una rivoluzione di 180 gradi”, ed è convinta che quelli che ancora puntano il dito contro gli omosessuali sono persone “senza cultura”.
Durante il periodo vissuto ad Almeria sostiene di non essersi mai interessata alle donne, anzi uscì con degli uomini, ma arrivata nella Ciudad Condal (Bracellona, ndr) divenne amica di una ragazza che era fidanzata con un’altra ragazza e che poco a poco si inserì nel suo circolo di amicizie, prevalentemente omosessuali.
Conobbe una donna, Teresa, cominciarono ad uscire e dopo andarono a vivere insieme, fatto che le costò l’abbandono da parte della sua famiglia.
“Dissi a mia madre che andavo a vivere con Teresa e mio fratello le disse che ero lesbica”, racconta Luisa, che dice con fatica che in quel momento sua madre la mise con le spalle al muro: “O quella donna o la tua famiglia, però non voglio vederti più in questo modo”.
Luisa, che si dichiara cattolica ma non praticante, decise di restare con la sua compagna sentimentale pur sapendo che la strada che aveva scelto era piena di ostacoli e buche, essendo la Spagna una società “conservatrice” sotto la dittatura di Francisco Franco.
“Era una pazzia dire che stavo con lei. Come potevo dirlo a qualcuno?” dice la donna, che fa notare che se l’avessero riconosciuta come omosessuale, l’avrebbero messa in prigione.
Di fatto racconta che una sua conoscente fu arrestata perché stava baciando una sua amica e che la misero “in un campo di concentramento a Madrid” per 3 anni, come punizione per la sua condizione sessuale e durante questo periodo, racconta Luisa, “le rasarono la testa e le diedero anche pillole che le interruppero il ciclo e la resero innocua”. Quando uscì “sembrava un cadavere”, sottolinea.
“Franco voleva eliminare le lesbiche”, afferma in maniera categorica Luisa, che rimpiange di non aver avuto la libertà di esprimere la sua condizione sessuale e di comportarsi nel modo normale con la sua compagna, in pubblico.
“In pubblico fingevamo e camminavamo separate, da qui a lì. Per molti anni siamo state in silenzio e siamo sempre uscite con ragazzi nello stesso gruppo”, sottolinea la donna e aggiunge che questi amici erano omosessuali e che loro andavano tutti insieme per dissimulare e dare l’idea che le coppie fossero eterosessuali.
In effetti racconta che tutte le volte che usciva per strada lo faceva portando con sé un documento dell’azienda per cui lavorava, in cui si attestava che Luisa “era onorata e lavoratrice”, questo per paura che l’arrestassero.
Riconosce che negli ultimi anni della dittatura “già (Franco, ndr) non se la prendeva tanto” con loro (le lesbiche, ndr) perché le preoccupazioni “erano altre”, soprattutto dopo la morte di quello che era allora il presidente del Governo, Luis Carrero Blanco. Inoltre aggiunge che a Barcellona “erano un pò più di manica larga”.
Confessa di avere un figlio perché sia lei che Teresa l’avevano sempre desiderato e così lei rimase incinta di un ragazzo del suo gruppo.
A questo proposito Luisa pensa che le lesbiche siano preparate ad adottare dei figli, però non vede nello stesso modo il fatto che lo facciano i gay.
Luisa negli ultimi anni non ha rivelato ai suoi vicini che lei e Teresa erano una coppia, ma disse loro che erano cognate, anche se sottolinea che la società “ha subito una rivoluzione di 180 gradi” ed è più tollerante.
Nondimeno crede che quelli che “continuano ad accusare gli omosessuali sono persone senza cultura, persone che non hanno ancora visto il mondo se non attraverso un buco”.
La sua storia d’amore è durata 57 anni, fino a due anni fa quando Teresa è morta, a causa dell’Alzheimer.
* Il franchismo fu il regime politico dittatoriale instaurato in Spagna nel 1939 dal generale Francisco Franco e durato sino alla sua morte, avvenuta il 19 novembre 1975.
Testo originale: Luisa, 83 años, lesbiana: “Los que señalan a los homosexuales son incultos”