I ragazzi gay sono inadatti allo scoutismo? Qualcosa sta cambiando
Articolo di Lucien Tessier pubblicato sul sito del quotidiano The Guardian (Gran Bretagna) il 16 febbraio 2014, liberamente tradotto da Daniela Tespio
Inadatto. Questo è quello che i Boy Scout d’America (BSA) mi avrebbero detto se avessi rivelato la mia omosessualità prima della storica decisione dello scorso maggio, ed è quello che mi direbbero oggi se chiedessi di guidare un gruppo. Mio fratello ed io siamo entrambi Eagle Scout dichiaratamente gay, abbiamo fatto coming out con i nostri amici e la nostra famiglia e ci riteniamo abbastanza fortunati perché siamo stati accettati da tutti. Be’, quasi tutti.
Come Boy Scout ero a conoscenza della politica anti-gay adottata dai Boy Scout d’America perciò ho scelto di mantenere segreta la mia sessualità con i membri e i capi del mio gruppo. Sebbene fossi sicuro che nessuno di loro avrebbe avuto da ridire sul il mio orientamento sessuale, sapevo anche che li avrei messi in una posizione scomoda per il solo fatto di esserne a conoscenza. Ho continuato così, senza dire niente, per sette anni fino ad ottenere il rango di Eagle a giugno del 2010. Tenerlo nascosto mi aveva in un certo senso protetto.
Nel luglio del 2012, mentre mio fratello minore lavorava sodo per diventare un Eagle Scout, l’organizzazione riconfermò l’intenzione di non ammettere i capi scout dichiaratamente gay, e così cominciai a pensare di dover fare qualcosa per aiutare Pascal, che rivelò la sua sessualità nel 2013. Quando un capo del consiglio locale dichiarò: “Sarà impossibile per lui raggiungere il rango di Eagle” capii che era arrivato il momento di agire.
È doveroso dire che non sono stato il primo ad aver dato il via ad una campagna contro la politica anti-gay dei Boy Scout d’America (BSA). Prima di me, alcuni audaci ex capi scout hanno provato a sistemare le cose: James Dale (nel 2000), Jennifer Tyrrell, sollevata dal ruolo di capo scout nell’aprile del 2012, e Ryan Andresen, che nell’ottobre 2012 si è visto rifiutare il prestigioso riconoscimento Eagle Scout perché gay. Il coraggio dimostrato da queste e da altre persone mi ha spinto ad agire.
Tramite la piattaforma online Change.org ho lanciato una petizione per raccogliere consensi e rovesciare così la politica discriminatoria della BSA prima che si tenesse il loro Congresso nazionale nel maggio del 2013. Ho diffuso la petizione tramite Facebook ed email, aspettandomi di ricevere un centinaio, al massimo un migliaio di consensi.
A maggio, quando la BSA si riunì per discutere della politica anti-gay, avevo raccolto 143.000 firme da ogni parte del mondo e la cosa aveva suscitato un interesse nazionale. Un grazie da parte di mio fratello a tutti quelli che ci hanno sostenuto. I vostri sforzi ci hanno permesso di ottenere un’inaspettata vittoria quando i Boy Scout d’America hanno votato contro il divieto per le persone omosessuali di diventare boy scout.
E mentre portavo avanti la mia battaglia nel difendere il diritto di mio fratello a partecipare alla vita scoutistica, ho avuto modo di ascoltare storie dolorose di persone che avevano dedicato parte della loro vita ai Boy Scout ma che soffrivano per questa politica discriminatoria della BSA. Forse non saranno stati sotto i riflettori quando ha avuto luogo la votazione, ma ci hanno sicuramente spianato la strada. L’interesse e il sostegno di migliaia di persone hanno contribuito in modo fondamentale a darci il coraggio di continuare, a me e soprattutto a Pascal che era in prima linea. Ricevere lettere dagli Eagle Scout che offrivano a Pascal i loro Eagle badge e le loro spillette mi ha fatto venire le lacrime agli occhi, e io non piango mai.
Pascal è appena diventato uno dei primi Eagle Scout dichiaratamente gay negli USA. È stato un momento storico – per lui, per tutti quelli che hanno combattuto per raggiungere questo obiettivo e in generale per tutti i Boy Scout d’America. Adesso, tutti i giovani gay avranno il diritto di entrare a far parte della ricca e preziosa tradizione dello scoutismo.
Ma la sua vittoria avrà vita breve. Fra sei mesi, quando Pascal compirà 18 anni, nonostante abbia ottenuto il grado più alto possibile e sebbene sia stato lodato da Aaron Chusid della BSA, il quale ha affermato “Pascal è la dimostrazione vivente di quello che siamo in grado di insegnare”, non potrà più partecipare alle attività degli scout. Non potrà ripagare quella stessa organizzazione che lo ha aiutato a diventare un ragazzo che ha il coraggio di difendere ciò che ritiene giusto. Perché? Perché ha 18 anni, è un adulto agli occhi della BSA e ai gay adulti, così come ai genitori degli scout, è vietato l’ingresso nell’organizzazione.
Mi conforta però il fatto che Robert Gates, uomo determinante nel porre fine alla discriminazione gay all’interno dell’Esercito americano, sia stato scelto come nuovo capo della BSA, il che mi fa ben sperare in un suo intervento per dipanare la politica irrazionale di un’organizzazione la cui missione dovrebbe essere quella di insegnare l’onestà, il rispetto e la leadership.
La decisione dello scorso maggio ha rappresentato un grande passo in avanti per la BSA e gli scout, e i vari sostenitori sono pronti a lavorare insieme all’organizzazione per promuovere l’uguaglianza all’interno dello scoutismo.
Testo originale: My brother just became an openly gay Eagle Scout. But we’re still ‘unfit’ to be leaders